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Paderno Dugnano

Lares 2012, il coraggio di rischiare

Dopo tre anni di cassa integrazione alcuni lavoratori hanno ripreso l’attività in cooperativa, anche grazie ad alcuni locali messi a disposizione dalla parrocchia

di Silvio MENGOTTO

11 Novembre 2012
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Negli anni Novanta l’azienda Lares di Paderno Dugnano era leader nella produzione di circuiti stampati. Leonardo, ex dipendente della Lares, mi accompagna davanti alle macerie della fabbrica dove stanno costruendo nuove case. Prima vi lavoravano 500 persone che poi hanno perso il posto. Di fronte al deserto, che ha colpito molte fabbriche storiche di Paderno, Leonardo con altri lavoratori nell’arco di tre lunghi anni, sono passati dalla protesta alla proposta. «Non ci siamo arresi – dice orgoglioso – e rimboccandoci le maniche abbiamo fatto impresa».

Dopo un durissimo presidio di protesta davanti ai cancelli aziendali è nata la Cooperativa Lares 2012 inaugurata lo scorso settembre nei locali messi a disposizione da monsignor Giacomo Tagliabue della Comunità pastorale di Dugnano. Ne fanno parte 9 lavoratori licenziati, ricchi di professionalità e con la voglia di fare impresa. I lavoratori della Lares sono stati sempre sostenuti dalla Caritas locale e dalla Pastorale sociale del lavoro. «Leo e Angelo – dice don Walter Magnoni, responsabile diocesano della Pastorale sociale – che hanno fondato una cooperativa nei locali di una parrocchia, stanno cercando di inventare un lavoro mettendo al servizio la loro professionalità per una modalità diversa. Non vogliono diventare ricchi, ma vivere in maniera dignitosa. Credo che questa nuova esperienza assomigli a quella che si vorrebbe fare anche nella seconda fase del Fondo famiglia-lavoro, cioè riuscire ad aiutare le persone a trovare forme di occupazione che permettano di essere autonomi o almeno di non dipendere continuamente dai sussidi».

Nel passato la cassa integrazione ha coinvolto pesantemente i lavoratori e le famiglie. «Chi si è fatto carico del disagio dei lavoratori – spiega Leonardo – è stata la San Vincenzo di Paderno Dugnano. C’erano persone che non sapevano come pagare il mutuo e le bollette. Alcuni sono andati a dormire sotto i ponti e hanno tentato il suicidio, altri affogavano nel vizio dell’alcol. Liti in famiglia e frequenti separazioni. La famiglia era messa a dura prova e bisognava reagire». Tra i resti del presidio sventola ancora la bandiera realizzata dai lavoratori che è stata esposta su tutto il territorio di Paderno e in molte realtà d’Italia.

Questo modo di “fare impresa” ha avuto risonanza nei mass media e in alcuni servizi televisivi. Una speranza che ha affondato le sue radici grazie all’idea vincente di mettersi in rete con la parrocchia, i volontari, la Caritas, la Pastorale Sociale del lavoro, le scuole e la popolazione. Nella scuola Don Bosco di Paderno i soci della cooperativa hanno sviluppato anche un’attività educativa illustrata in diversi incontri con gli alunni, il personale docente e il preside. Sul tavolo della cooperativa giacciono diversi progetti: un piano industriale per la produzione di schede microelettriche; un sistema di gestione per impianti fotovoltaici; l’illuminotecnica ad elevata efficienza energetica e la video sorveglianza per le persone anziane. «Con questi progetti – conclude Leonardo – il lavoro è possibile! Basterebbero 30 mila euro, cifra non elevata, ma ci permetterebbe di decollare con un laboratorio e l’assunzione di 10 nuovi lavoratori. Tutto quello che riusciremo a fare lo lasceremo come futuro ai giovani».

La Cooperativa Lares 2012 (www.lares2012.org) è una candela accesa nel buio che può accendere le mille spente.

Fondo, la raccolta continua

Continua la fase 2 del Fondo famiglia-lavoro per aiutare famiglie e persone italiane e straniere in difficoltà per mancanza o precarietà dell’impiego. Il Fondo ha ancora bisogno di essere sostenuto dalla generosità di tutti, per conseguire e ampliare gli obiettivi prefigurati. «Dalla crisi si esce insieme», è la convinzione del cardinale Scola. Lanciando il nuovo progetto per integrare la logica erogativa che aveva caratterizzato la prima fase del Fondo, l’Arcivescovo sosteneva che «sono necessari nuovi servizi che favoriscano, soprattutto per i giovani, la crescita professionale, abbinando a percorsi di formazione e riqualificazione un sostegno economico». Ideato dal cardinale Tettamanzi nel Natale 2008, il Fondo ha raccolto finora circa 14 milioni di euro e ha aiutato economicamente oltre 7 mila famiglie. Per gestire le richieste nel territorio della diocesi sono ancora attivi 76 distretti. Finora hanno collaborato oltre 600 volontari, incontrando più di 10 mila famiglie. Per contribuire:
- c/c postale n. 312272 intestato a: Arcidiocesi di Milano causale Fondo famiglia-lavoro.