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13 settembre

La Madonna sul lago,
Scola a Porto Ceresio

L’Arcivescovo parteciperà alla trentottesima edizione della grande processione, cuore della festa patronale del Ss. Nome di Maria che coinvolge anche gli stranieri del territorio. Ne parla il parroco don Daniele Lodi

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

7 Settembre 2014

Sarà l’Arcivescovo Angelo Scola l’ospite d’onore della trentottesima edizione della grande processione sul lago, che rappresenta il cuore della festa patronale del SS. Nome di Maria delle due parrocchie di Porto Ceresio e Besano (Varese), riunite dal 2007 in Unità pastorale.

Sabato 13 settembre, alle 20.30, una Madonna con Bambino, appositamente realizzata negli anni Settanta dallo scultore di Ponte di Legno Matteo Ferrari, prenderà il largo alle 20.30 dalla sponda opposta di Porto, a Selvapiana, accompagnata da una trentina di altre imbarcazioni dei residenti, splendidamente addobbate e illuminate; percorrerà il lungolago, dove verrà benedetta, e quindi sarà portata nella piazza della chiesa di San’Ambrogio per la preghiera.

Si tratta di una celebrazione ormai entrata nella tradizione, sentitissima dagli abitanti dell’intera Valceresio e anche della vicina Svizzera, nella quale si fondono profondi significati religiosi e civili. «Attorno alla statua di Maria che arriva dal lago, attraversa il centro del paese e si dirige verso la chiesa parrocchiale, possiamo dire che si stringa tutta la cittadinanza – spiega il parroco don Daniele Lodi -. Nell’organizzazione dell’evento sono coinvolti non solo il Consiglio pastorale e i gruppi parrocchiali, ma anche il Comune, le Associazioni locali e tutte quelle persone che, a vario titolo, danno il loro personale contributo per la buona riuscita della manifestazione».

Ma non solo; da qualche anno la processione, con il suo coloratissimo corteo di barche che accompagnano la statua mariana, rappresenta il tentativo di coinvolgere i gruppi di stranieri presenti sul territorio parrocchiale, cattolici provenienti dalla Costa d’Avorio, Santo Domingo, Sri Lanka, ortodossi rumeni e ucraini. «Sono proprio questi gruppi di persone a curare a turno e a recitare la preghiera a Maria sulla piazza della chiesa, a conclusione della processione – spiega don Daniele -. Una piccola, ma importante testimonianza, una sorta di “festa delle genti” o “della fratellanza” come volle caratterizzarla un mio predecessore, accolta dalla popolazione con entusiasmo e fervore».

Con elementi religiosi e folcloristici che si mischiano armoniosamente, la grande processione rappresenta il momento conclusivo dell’estate e insieme apre il nuovo anno pastorale. «Siamo molto grati all’Arcivescovo per aver accettato il nostro invito in un’occasione che per noi ha così tanti significati e sottolinea il senso dell’unità di questa composita e variegata comunità. Questo momento ci permette di sentirci “Chiesa”, fratelli amati da Dio al di là delle diversità personali, culturali, sociali, ma anche linguistiche ed etniche. E il nostro sentirci “Chiesa” non può non fare riferimento alla realtà diocesana, alla quale ci sentiamo profondamente uniti. La presenza del Cardinale in questa occasione contribuisce a rinforzare questo elemento, dando tra l’altro un’ulteriore spinta al cammino di Unità pastorale intrapreso ormai da alcuni anni».

Quest’anno la festa del Nome di Maria avrà anche un profondo significato civile, di riconoscenza all’operato del Maresciallo dei Carabinieri, Salvatore Sambataro, che da 25 anni svolge il suo prezioso servizio a Porto Ceresio.