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La fraternità

16 Dicembre 2003

Lo sportivo sente avvincente il gioco di squadra. Di qui nasce il confronto leale con “altri” che come lui mirano a una gioiosa amicizia, non contaminata da guadagno o da interesse. E’ nella logica di uno sport sano la solidarietà, l’apertura verso tutti, oltre ogni barriera di razza, cultura e religione. E dall’amicizia scaturisce la voglia di spendersi per gli altri perché è dalla gratuità che nasce un volontariato capace di gesti generosi. E dal volontariato il senso del bene comune. Nell’alveo pulito dello sport quanto di ideale, di fraterno, di sociale è venuto al nostro mondo così impastato di egoismo!

Ebbene a questa tensione di fraternità Gesù di Nazaret, è venuto a dare forza e fondamento, con motivazioni e risorse capaci di scavalcare i propri limiti. Ciò che misura la nostra adesione a lui è l’amore fraterno, perché “qualunque cosa avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me” (Mt 25,40); la grazia dello Spirito santo è l’unico cemento che unisce oltre le debolezze, i fallimenti, i tradimenti. Realmente, “chi segue Cristo diventa lui pure più uomo” (GS 41).