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Intervista a Cristiano Mocciola

9 Novembre 2004

Cristiano Mocciola, 26 anni, vive e lavora come tecnico a Milano.
Ha deciso di trascorrere parte delle sue ferie a Bucaresti come volontario e animatore tra i bambini del Centro “Lizoga / Luminitta”.

Come è maturata questa scelta di volontariato in Romania?
“Ho scoperto il mondo del volontariato un anno fa, proprio a Bucaresti dove mi trovavo in visita alla mia ragazza che mi propose, li per li, di condividere con lei un’esperienza di volontariato a Matasari tra i bambini nella strada.
Tornato a Milano ho sentito la necessità di fare volontariato anche nel nostro Paese, di aiutare gli altri aggregandomi ad un gruppo che seguiva disabili.
Quest’anno ho deciso di ritornare a Bucaresti perché mi dà la ricarica alle batterie dell’anima. Con l’esperienza al Centro “Lizoga / Luminitta”, sento che più che portare un aiuto ai disabili, sono loro a donarmelo. In un certo senso mi aiutano a vivere meglio la vita, scoprendo cosa è veramente importante nella nostra esistenza, qual è l’autentica ricchezza, che non è certamente il denaro, bensì avere un sorriso, un abbraccio da un bambino. Questa è la vera ricchezza! Tutto questo dà anche un senso alla mia vita. Non penso certamente di mutare le sorti della Romania, non le cambierò io, né il volontariato. Siamo una goccia nell’Oceano. Questo è un compito del popolo rumeno. I rumeni devono essere i soggetti, gli attori del loro cambiamento e del loro futuro”.

In questa esperienza c’è un episodio che ti ha colpito?
“Il primo giorno ho provato un forte disagio, non ero abituato a vedere situazioni del genere. In Italia i disabili sono trattati diversamente, qui mi sembrano alquanto trascurati. Dopo una sola settimana di animazione mi ha colpito il fatto come i ragazzi si sono affezionati; molti di loro hanno un’intelligenza spiccata, che rischia di essere mortificata dalla mancanza di adeguate stimolazioni continue, costanti. Mi sembra che le loro capacità,potenzialità, vengano frenate ”.