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Venegono Inferiore

In Seminario a “dire” che la santità
è ancora possibile

L’intensa preghiera dei seminaristi e una folta partecipazione popolare hanno caratterizzato la presenza dell’urna di Don Bosco nel luogo di formazione dei futuri sacerdoti

di don Simone MAGGIONI VI teologia - Diacono transeunte

31 Gennaio 2014

C’era aria di festa, oggi pomeriggio in Seminario. Campane che suonavano, seminaristi che preparavano il tutto per una degna accoglienza dell’urna di San Giovanni Bosco, gente dei paesi vicini che saliva al colle di Venegono Inferiore per vedere e venerare il padre e maestro della gioventù. Si, perché lungo il pellegrinaggio che la reliquia di Don Bosco sta compiendo nella nostra diocesi, una delle prime tappe (dopo la mattinata a Varese) è stata proprio in Seminario.

Una grazia, commenteranno alla fine molti degli studenti che si preparano al sacerdozio. Un dono inestimabile che ha ancor più rinvigorito la chiamata che li ha radunati in questo luogo di formazione e preghiera verso il ministero. E poi quella Parola tratta dall’apostolo Paolo (Fil 4,4-9) proclamata durante il momento di preghiera iniziale presieduto dal Rettore, monsignor Peppino Maffi, che invitava a essere sempre lieti nel Signore. Proprio come insegnava Don Bosco. E quella fila interminabile di gente che per un’ora e mezza, nel silenzio della Basilica del Seminario, si è accostata all’urna del Santo e vi ha sostato accanto per un poco, confidando i desideri e le preghiere più recondite del proprio cuore. La preghiera prolungata e silenziosa di tutti i seminaristi e dei numerosi pellegrini accorsi.

Ecco gli elementi principali di un pomeriggio davvero speciale, dove tanti si sono fermati davanti al Santo per sentirsi dire che anche oggi la santità è davvero possibile e che la vita cristiana non è malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. È proprio la vita di don Bosco, così intrisa di sana allegrezza, a testimoniare questo. Al termine delle due ore passate insieme al Santo dei giovani, gli applausi e le espressioni di gioia sulle note di quella antica canzone che, fin dall’infanzia, anch’io porto nel cuore e che il mio vecchio parroco ogni anno ci faceva cantare ogni 31 gennaio (come oggi): «Don Bosco ritorna tra i giovani ancor, ti chiaman frementi di gioia e d’amor».

Sì, caro Don Bosco, sei “tornato” e ora continua a rimanere nei giovani e nei loro cuori, con la tua passione per l’educazione e soprattutto con il tuo amore per Gesù e per Maria.

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