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Missione

«In Brasile vogliamo essere
Chiesa aperta e accogliente»

La testimonianza di don Ezio Borsani, sacerdote ambrosiano “fidei donum” nel Paese sudamericano

di don Ezio BORSANI

19 Ottobre 2014
Don Ezio Borsani

Essere richiamati alla missione significa essere richiamati al senso del nostro cammino di fede e di Chiesa. E qui in Brasile, a Barra do Corda, a cosa siamo richiamati? Anzitutto risuona un appello: l’Amazzonia. Certo non solo per questo mese di ottobre, ma in questo tempo si fa ancora più forte l’appello «Brasile, l’Amazzonia è immensa, ma pochi sono i missionari e le missionarie», con l’invito a un aiuto anche materiale, ma soprattutto con l’invio di missionari in questa area che papa Francesco, nella sua visita per la Gmg 2013, ha riconosciuto come decisiva sia per la Chiesa che per la società brasiliana. Effettivamente è l’area che presenta grandi sfide, sofferenze, carenze, ma anche grandi speranze, testimonianze, segno di una Chiesa sempre più profetica, inculturata, ministeriale.

Qui nella nostra parrocchia di Santa Gianna Beretta, alle porte dell’Amazzonia, stiamo cercando di «riformare» il nostro modo di essere Chiesa senza la paura di uscire e magari sporcarci le mani o prendere qualche «batosta», piuttosto che rimanere chiusi e soffocati in noi stessi. Non è facile, ma cerchiamo di impiantare la «Pastorale della Visitazione», visitando le case, incontrando le famiglie lì dove vivono. Qui è molto facile entrare nelle case, nessuno ti chiude la porta in faccia, anzi tutti sono felici e onorati di ricevere una visita, e per questa facilità di contatto stiamo creando in ogni comunità un’attività stabile e continua della visita. Seguiamo l’esempio della Visitazione, della visita di Maria a Elisabetta: usciamo dalle nostre case, dalle nostre riunioni, dalle nostre cappelle, dai nostri recinti ed entriamo nella casa dell’altro con un saluto, con un gesto di amicizia e interesse per lui, di ascolto, comprensione e vicinanza.

Questa pastorale della Visitazione è accompagnata anche dalla «Pastorale dell’accoglienza». Chi viene da noi deve sentirsi bene, accolto, riconosciuto, valorizzato, percepire la nostra felicità di averlo con noi. Missione è certo andare e visitare, ma anche saper accogliere chi viene in casa nostra. Una comunità che non è fraterna, che non sa accogliere, non è missionaria, non è neppure Chiesa.