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Intervista

«Il ritorno di un padre amato
a cui noi Salesiani dobbiamo tutto»

Don Claudio Cacioli, superiore dell’Ispettoria della Lombardia e dell’Emilia Romagna, sottolinea il significato della Peregrinazione, evento “mondiale” verso il bicentenario della nascita del Santo

26 Gennaio 2014

La Peregrinazione dell’urna è un’occasione unica in cui don Bosco si avvicina alle persone, un viaggio iniziato tre anni fa, in vista del Bicentenario della nascita del «padre e maestro della gioventù» (16 agosto 2015). Dopo aver visitato cinque continenti nelle 132 nazioni dove operano i Salesiani, l’urna è in Italia dal settembre scorso e dal 31 gennaio visiterà tutte le Diocesi del territorio dell’Ispettoria salesiana della Lombardia e dell’Emilia Romagna, partendo da quella ambrosiana. Don Claudio Cacioli, superiore dei Salesiani di questa Ispettoria, ci presenta questo evento di carattere «mondiale».

Come state vivendo l’attesa dell’inizio della Peregrinazione dell’urna nella vostra Ispettoria?
Come Salesiani che lavorano in Lombardia, Emilia Romagna, Svizzera e San Marino siamo contenti di poter accogliere don Bosco nelle terre delle nostre regioni. Ci stiamo preparando al passaggio dell’urna di don Bosco come chi attende il ritorno di un padre amato a cui dobbiamo tutto.

Come si svolgerà la Peregrinazione?
L’urna di san Giovanni Bosco passerà soprattutto nelle cattedrali che caratterizzano le realtà ecclesiali delle nostre regioni. Le tappe della Peregrinazione potranno essere seguite attraverso il continuo aggiornamento di diversi strumenti di comunicazione: i siti internet www.donboscoèqui.it e www.mgslombardiaemilia.it, oltre ai relativi profili facebook, twitter e youtube, instagram, google+. Inoltre abbiamo realizzato una App che agevolerà l’attività informativa e di condivisione dei diversi appuntamenti ed eventi legati alla Peregrinazione.

Quale senso attribuite a questo evento?
Il senso di questo pellegrinaggio è stato così spiegato dal nono successore di don Bosco, il rettor maggiore don Pascual Chavez Villanueva: «Oggi don Bosco, il dono più bello che l’Italia ha dato ai ragazzi del mondo, vuole andare là dove sono i suoi figli, i giovani, vera luce e speranza per il futuro». Non un richiamo nostalgico al passato, quindi, ma una affermazione che don Bosco è ancora vivo e parla ai giovani.

Cosa vi aspettate dalla Peregrinazione dell’urna di don Bosco nei territori della vostra provincia religiosa?
Vogliamo che le nostre regioni, dal 31 gennaio al 28 febbraio 2014, siano coinvolte nel riscoprire la passione per i giovani, come don Bosco ha fatto durante tutta la sua vita: in questo modo “restituiamo” don Bosco soprattutto ai nostri cari giovani, alla società e alla Chiesa! Mi pare bello pensare a quanto disse Gilbert Keith Chesterton in un suo passaggio che mi ha molto colpito, in cui afferma che «ogni tempo è salvato dal santo che maggiormente lo contraddice». In una società in cui troppi vengono meno al loro compito educativo, dalla famiglia alla scuola, don Bosco ci “salva” riaffermando che non c’è cosa più santa, utile, importante che educare i giovani!