Link: https://www.chiesadimilano.it/senza-categoria/i-diritti-dei-bambini-non-dipendono-dalla-loro-provenienza-2-145328.html
Share

Intervista

«I diritti dei bambini non dipendono dalla loro provenienza»

Il vicesindaco di Milano Maria Grazia Guida parla della situazione rom: dalla scolarizzazione dei giovanissimi alle strategie per rendere lacittà accogliente e globale

di Silvio MENGOTTO

21 Novembre 2011

«I diritti dei bambini sono diritti dei bambini, indipendentemente dalla loro provenienza e a cominciare dal diritto a frequentare la scuola». È uno dei pensieri che il vicesindaco di Milano Maria Grazia Guida ha espresso nel suo intervento alla presentazione del libro I rom di via Rubattino. Una scuola di solidarietà. L’abbiamo intervistata.

La mobilitazione di maestre, genitori e cittadini avvenuta due anni fa nel quartiere Rubattino per aiutare i rom sgomberati e accompagnare i loro bambini a scuola è stato un fatto in controtendenza per i cittadini milanesi e per gli stessi rom…
È stato un fatto importante, una novità in quello che era già il tessuto attivo nel sostegno alla popolazione rom seguito al primo sgombero avvenuto nella città nel 2005 a Capo Rizzuto. Per la prima volta in questa situazione le famiglie si sono auto organizzate e soprattutto i cittadini del quartiere, le insegnanti e i genitori si sono resi parte prossima alle famiglie in difficoltà per sostenere una normalità. Dopo anni di interventi di profeti “isolati”, il tema ha assunto una valenza culturale positiva, in termini non solo di denuncia, ma anche di quotidiana operosità, che ha consentito poi di porre al centro non più l’emergenza, ma il progetto di vita.

La strada della scolarizzazione dei bambini rom è una via strategica e verso il futuro per i rom e l’amministrazione comunale?
Assolutamente sì, anche perché dobbiamo cominciare a pensare che non possiamo più avere nella città campi che determinano esclusione e non inclusione. Dobbiamo ritornare a operare con la grande normalità nell’accoglienza, con la sapienza delle organizzazioni di volontariato, delle famiglie e della città tutta che include e non esclude: solo così diventeremo una città accogliente e globale.