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18 aprile

Dalla guarigione al volontariato

Convegno in Curia promosso dal Servizio diocesano per la Pastorale della Salute, destinato a operatori pastorali, Ministri straordinari dell’Eucarestia, volontari e parroci

12 Marzo 2015

Sabato 18 aprile, dalle 9 alle 12,30, presso il palazzo Arcivescovile, si terrà l’annuale convegno organizzato dall’Ufficio per la Pastorale della Salute-Settore del Volontariato, quest’anno dedicato al tema “Dalla Guarigione al Volontariato. Dal corpo allo spirito per una relazione d’aiuto completa”.
Il corso è particolarmente pensato per Volontari e Responsabili di Associazioni di Volontariato, Assistenti Spirituali (Cappellani, Diaconi e Suore delle Cappellanie – Parroci – Responsabili Decanali per la Pastorale della Salute) ed è aperto a tutti coloro che sono interessati ad approfondire la tematica.
Dopo i saluti di mons. Luca Bressan e di don Paolo Fontana, interverranno Carlo Stucchi (su “La presa di coscienza della guarigione fisica, psichica, spirituale porta alla gratitudine che spesso si traduce in servizio”) e Maria Cristina Porro su “che cosa possono dare al volontariato le storie di due donne raggiunte in maniera diversa dalla guarigione”. Seguirà la testimonianza di Giusy Versace che racconterà l’incidente e la strepitosa e inaspettata ripresa e, quella di Danila Castelli, la “miracolata”, evento riconosciuto dalla Chiesa, e il nuovo senso che ha ricevuto la sua vita.

Il volontario nella sua relazione d’aiuto porta un augurio di “buona guarigione”. Anche se non lo dice con parole. Osiamo augurarla ai malati cronici e ai morenti. La parola “guarigione” contiene un augurio che riguarda il corpo malato ma soprattutto l’uscita dalla disperazione, dalla rabbia, dalla frustrazione, dal non senso. La guarigione è un atto legato alla fede: “la tua fede ti ha salvato”. E’ la fede che fa lievitare tutto l’essere dell’uomo. Purché la psiche, che subisce ritardi e opposizioni, venga aiutata a entrare nel processo “del fare la volontà del Padre”, ancorché nelle lacrime e nel dolore del proprio io. Il miracolo è l’approdo a quella vita che si temeva perduta e che ora diviene testimonianza riconoscente e prossimità ai sofferenti e a coloro che hanno smarrito il valore della vita. Citiamo tre testi evangelici: la suocera di Pietro che, guarita da Gesù, si mette a servizio degli ospiti (Mt 8,14-17); il lebbroso, unico dei 10 guariti, ritorna a ringraziare Gesù (Lc 17, 11-19); l’indemoniato di Gerasa, dopo la liberazione dalla possessione di Legione, è inviato da Gesù come testimone al suo villaggio (Mc 5, 1-20).