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Il saluto al teologo

Brambilla, vescovo per servire la verità

Guiderà la Diocesi di Novara dopo 25 anni in Facoltà teologica e una significativa esperienza presso “La Nostra Famiglia”

di Alberto COZZI Preside dell’Issr (Istituto Superiore di Scienze Religiose)

22 Gennaio 2012

La presenza di monsignor Franco Giulio Brambilla, nuovo Vescovo di Novara, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale con sede a Milano risale all’anno accademico 1984/85 e supera quindi i 25 anni di lavoro. Un bel pezzo di storia.

Si è trattato di anni di un’intensa attività accademica, divisa tra l’insegnamento al ciclo Istituzionale, che lo ha visto impegnato anzitutto nell’ambito della Cristologia, alla scuola di don Giovanni Moioli, e quindi dell’Antropologia teologica, come pure al ciclo di specializzazione, dove elaborava i corsi semestrali col materiale raccolto nelle settimane di ricerca in Germania. Nel 2003 la nomina a Direttore del Ciclo Istituzionale della Facoltà fino al 2006, anno in cui diventa Preside, raccogliendo un largo consenso di preferenze.

Nel salutarlo con riconoscenza per il lavoro di questi 6 anni, potremmo formulare un duplice augurio a partire da due cose che, per usare una sua espressione colloquiale, «gli sono rimaste attaccate».

La prima è la passione per l’insegnamento, nel senso proprio della lezione frontale di teologica, a diretto contatto con gli studenti. Qualcuno ha descritto le sue lezioni come un “mettersi a tavola” per assaggiare cose buone, condite con qualche battuta sagace e con una buona dose di sapienza didattica, qualità che rendevano spesso digeribili anche le più spericolate e indigeste intuizioni teologiche. Ora è tempo di passare a un’altra Cattedra, non meno impegnativa dal punto di vista del servizio alla verità. L’augurio è quello di mantenere lo stesso stile e la stessa passione educativa, così che le fatiche del nuovo ministero abbiano la forma della gioiosa commensalità alla “buona tavola” della Parola e dell’Eucaristia.

La seconda cosa che gli è rimasta è un certo gusto per la ricerca scientifica fatta bene, raccogliendo i materiali e la letteratura dell’ultima ora, con pazienza e senza sconti. Si può preconizzare al Vescovo, che si troverà immerso a tempo pieno nell’azione pastorale, che sentirà la mancanza dell’otium della ricerca teologica accademica, quella gratuita e “pura”, fatta di passione per il dettaglio argomentativo, per la citazione giusta e la puntigliosa precisazione della prospettiva più corretta di lettura del problema. Ma gli auguriamo volentieri di saper trasportare questo gusto del cercare fino in fondo, senza sconti e senza tregua, in ogni situazione umana che incontrerà e soprattutto di saper tradurre l’intuizione speculativa nell’intelligenza dei rapporti, tanti e diversi, che intessono la vita di un vescovo.