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Sabati di Nicodemo

Alessandro D’Avenia in Seminario «Il più grande spettacolo prima del Big Bang»

Più di mille ragazzi sabato 9 aprile hanno partecipato all’ultimo appuntamento annuale dei Sabati di Nicodemo nella Basilica del Seminario di Milano a Venegono. Una grande serata con un ospite speciale: Alessandro D’Avenia

16 Aprile 2016

In un tempo in cui i giovani sono stati definiti bamboccioni e sdraiati, l’incontro con il giovane scrittore ha dimostrato che quando qualcuno vuole condividere con loro un tratto del cammino che porta alla felicità, i ragazzi accorrono numerosi, con le orecchie aperte, gli occhi sgranati e un quaderno per gli appunti, volenterosi di scoprire se esista veramente ciò che inferno non è.

E così: perché alzarsi dal letto la mattina? E subito dopo, con quale coraggio guardarsi allo specchio? Si può amare veramente e… per sempre? Sono state alcune delle domande che hanno guidato l’intervento di D’Avenia. Due ore di dialogo appassionato e coinvolgente, nel quale, anche con una buona dose di ironia, l’assemblea ha cominciato a guardare le cose in modo diverso; a cominciare dalla propria unicità, testimoniata dal fatto tanto scontato quanto straordinario delle impronte digitali, fino ad arrivare al «più grande spettacolo prima del Big Bang»: il momento in cui si scopre l’amore. Un evento che si vuole raccontare, magari anche con una scritta sul muro, come quella alla stazione di Tradate che ha dato il via alla discussione: «E poi ho visto i tuoi occhi».

A conclusione della serata, il romanziere siciliano – che in ogni caso, prima di tornare a casa ha salutato uno alla volta centinaia di ragazzi che gli hanno chiesto di firmare la copia personale di uno dei suoi libri – ha parlato degli occhi del suo professore di religione al Liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo: il Beato Padre Pino Puglisi. Un uomo e un sacerdote straordinario, che nella vita ha amato a tal punto da perdonare l’uomo che il 15 settembre 1993 gli sparò e lo uccise: «Me lo aspettavo!», disse Padre Pino al suo assassino nell’istante che ha preceduto il colpo letale. E sorrise. Come uno che il paradiso lo stava già vivendo.

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