Un dialogo sul fenomeno del neonazismo con Raffaele Mantegazza, docente di Scienze pedagogiche presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, organizzato dal Centro Pastorale "C. M. Martini" e dal Servizio per l'Oratorio e lo Sport della Diocesi di Milano.


Come si diventa neonazisti

Thalburg (in realtà Nordheim) è una piccola città della Germania. Diecimila abitanti, molto commercio e poche industrie, tra il 1930 e il 1935 cambia volto, come tutta la Germania. Come è potuto accadere che una pacifica comunità politica sia stata distrutta? Che la democrazia sia finita? Che il nazismo abbia avuto il sopravvento?
Lo racconta con vivacità e passione William Allen in un saggio intitolato Come si diventa nazisti.

Ma questi fenomeni, purtroppo, non sono relegati nel passato. Gli avversari della democrazia stanno anche dentro di noi, nel perenne conflitto – sociale e psichico – tra bisogno di sicurezza e desiderio di libertà.
Raffaele Mantegazza, docente di Scienze Pedagogiche nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca si è interrogato sul ritorno del nazismo, specie tra i giovani, spesso veicolato dal web e diffuso anche in ambito sportivo complice l’ignoranza di parole e simboli.

Mantegazza ricorda ad esempio il caso scoppiato in Inghilterra pochi mesi fa a seguito dell’atteggiamento tenuto dal portiere della squadra del Crystal Palace, Wayne Hennesey, che è stato assolto dall’accusa di aver effettuato il saluto nazista dopo la vittoria in coppa d’Inghilterra sul Grimsby. Assolto, ma umiliato dai giudici in quanto considerato con un livello di ignoranza deplorevole, perché il portiere dopo l’interrogatorio neppure sapeva cosa fosse il nazismo.

Ma non sono mancati episodi simili sui nostri campi da gioco. Uno ebbe protagonista il portiere Gigi Buffon che si presentò a una conferenza stampa con la scritta sulla maglietta “boia chi molla”, senza sapere che era un’espressione dell’estrema destra, mentre per lui era solo un modo per dire “occorre non demordere”.
E fino a pochi giorni, fa quando un telecronista, per commentare la difficoltà di fermare un forte attaccante di colore, ha fatto ricorso al peggior luogo comune razzista.

“Di fronte a queste situazioni l’ignoranza è un’aggravante non un’attenuante – precisa Mantegazza. Questi accadimenti, questi atteggiamenti, questi simboli stanno passando sotto traccia e sono arrivati ad essere quotidiani tanto che non ci si indigna più, perché dietro c’è stato un lungo lavoro. E gli adolescenti, i giovani, soprattutto quelli più deboli e che attraversano momenti difficili, sono i primi ad essere catturati”.

Data: 15 ottobre 2019
Luogo: Centro Pastorale “C. M. Martini” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca – piazzetta Difesa per le donne (U17) – Milano
Orario: dalle ore 17.30 alle ore 19.00

Introduce: don Cristiano Mauri, cappellano nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca
Interviene: Raffaele Mantegazza, docente di Scienze Pedagogiche presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Tra i suoi ultimi libri ricordiamo Diario di un razzista e Lettera a un neonazista, entrambi dedicati ai temi al centro di questa iniziativa.

Informazioni: centro.pastorale@unimib.it

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