Alla fine ne uscirà un modello di oratorio e di pastorale dei ragazzi e degli adolescenti da cui potremo imparare molto. Si sta sempre più sviluppando il progetto "Parrocchie e Periferia", grazie al sostegno della Fom che insieme a Caritas Ambrosiana curano il lavoro di coordinamento di un modo nuovo di essere presenti sul territorio come oratorio. Il progetto coinvolge ora alcune parrocchie della periferia di Milano con l'impiego di educatori che stanno sperimentando lo stile della "Chiesa in uscita".


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Come la Chiesa deve abitare le periferie? In primo luogo è importante chiederci dove Dio “abita” e come possiamo incontrarlo e “farci abitare” da Lui. Percorrendo le vie del mondo ed entrando nella ferialità delle storie, possiamo essere “Chiesa in uscita” anche nelle periferie esistenziali, rendendoci prossimi a chiunque si incontri. Dialogare con la comunità, mettendosi in rete con le altre realtà, a sostegno dei più fragili, delle difficoltà delle famiglie e dei ragazzi, grazie ad équipe parrocchiali… sono prospettive non più demandabili per essere Chiesa in un territorio così ferito ma così ricco.

 

«Il progetto “Parrocchia e Periferia”, che nasce nell’autunno del 2017 e sta interessando quattro parrocchie di Milano (le parrocchie beneficiarie attuali sono Sant’Eugenio, Santa Lucia, San Michele e Santa Rita, Sant’Anselmo), – spiega don Stefano Guidi – si innesta su un percorso già avviato nella città di Milano con tavoli di riflessione costituiti da parroci e incaricati di pastorale giovanile che hanno rimandato alla necessità di intervenire promuovendo percorsi con le parrocchie e gli oratori di periferia, all’interno di contesti con bisogni e situazioni di grande emergenza, in un confronto attivo con la città di Milano».

 

Vecchi complessi popolari e grandi caseggiati, situazioni di degrado urbano e sociale, criticità. Sono contesti difficili quelli che caratterizzano i quartieri in oggetto, con tante fragilità: ma all’interno di questi nuclei, densi di storia e di identità, si colgono anche molte potenzialità, espressione di comunità dinamiche, ognuna con le proprie caratteristiche, in cerca di un riscatto e di un sostegno per un reale cambiamento.

 

«Dopo una lunga fase di discernimento pastorale, il progetto è entrato in una fase più operativa da settembre 2019, secondo tre assi portanti: il confronto con i parroci della città di Milano e i parroci in cui si è strutturato il progetto; un coordinamento diocesano (tramite Fom e Caritas Ambrosiana); l’invio di educatori professionali (dalle cooperative “Aquila e Priscilla” e “Farsi Prossimo”) nelle parrocchie. La finalità consiste nell’indicazione di crescita di un lavoro formativo sulle comunità parrocchiali da avviare e attivare, affinché al termine del progetto possano essere più consapevoli e in grado di sostenere l’azione dell’oratorio in relazione con il territorio».

 

«Con gli educatori, l’obiettivo del primo trimestre del progetto si è concentrato sull’ascolto, una lettura del bisogno e l’analisi delle fragilità esistenti nei contesti sociali che caratterizzano le diverse parrocchie – precisa Francesca Gisotti, pedagogista del coordinamento del progetto – Abbiamo tradotto, soprattutto da gennaio 2020, l’essere “Chiesa in uscita” con azioni concrete, una serie di progettualità specifiche declinate secondo i bisogni emersi e incontrando i referenti del territorio: l’accoglienza da parte delle istituzioni, delle associazioni e del terzo settore è stata sorprendente.

Gli operatori professionali delle diverse équipe parrocchiali partecipano ad un’équipe cittadina coordinata da Fom e Caritas Ambrosiana che curano la formazione (con l’approfondimento di alcune tematiche), la supervisione con incontri a cadenza mensile e un lavoro di monitoraggio delle singole realtà parrocchiali».

«La pandemia ha portato a un inevitabile rallentamento delle possibilità e alla difficoltà di dare continuità alle iniziative originarie ma il progetto non si è mai fermato e il processo è continuato, trovando anche strade alternative», afferma Antonino Romeo, pedagogista impegnato nell’équipe di coordinamento cittadino e di supervisione (spazio di rilettura del lavoro pedagogico) con Chiara Vescovi e gli operatori di Caritas Ambrosiana Matteo Zappa e Francesca Gisotti che, in questi giorni, con i direttori della Fom e di Caritas Ambrosiana don Stefano Guidi e Luciano Gualzetti, svolge gli incontri con i sette educatori, per la fase di verifica e di valutazione della qualità del percorso.

 

«Si sta delineando il progetto di un educatore di rete, di comunità o di quartiereracconta Chiara Vescovi, responsabile della formazione Fom – La presenza e l’intervento di figure educative professionali ha portato competenze personali nelle realtà in cui sono inseriti e ha allargato il campo: non si tratta di un semplice educatore di cortile o di un accompagnatore d’équipe ma di un aiuto per l’attivazione di percorsi di rete che connettono l’oratorio e la parrocchia con le risorse e i soggetti del territorio, affinché la comunità stessa si responsabilizzi e possa, sviluppando un metodo, assumere la prospettiva del progetto, continuandola anche al suo termine. Dalle realtà con cui entra in dialogo (“QuBì”, altre associazioni, enti e istituzioni) l’oratorio è riconosciuto come agenzia educativa importante».

 

Le periferie, così, dalla loro marginalità, vengono poste “al centro”. Al centro di un progetto specifico, affidato al coordinamento di Fondazione Oratori Milanesi in collaborazione con Caritas Ambrosiana: per strutturare le attenzioni pastorali, educative e sociali capaci di rispondere adeguatamente alle sfide di alcuni oratori della periferia di Milano, con un duplice obiettivo, portare sollievo alle comunità e al tempo stesso offrire la possibilità di studiare una “Pastorale delle periferie”, un modello di oratorio esportabile a livello cittadino per le aree periferiche.

 

 

Le esperienze

 

Parrocchia di Sant’Eugenio – Calvairate

«Con il parroco – considera l’educatrice Adelaide Scarpellini – si è deciso di puntare l’attenzione sul doposcuola dei ragazzi e delle ragazze delle medie: rilanciare questo servizio (ora in modalità “a distanza”) ha voluto dire intercettare anche dei volontari adulti disponibili ad aiutare i ragazzi nei compiti e nello studio, ma anche disposti ad ascoltarli e a condividere con loro il quotidiano, ordinario o straordinario che sia. Molto interessante è il reticolato che si sviluppa intorno a questi ragazzi: la relazione con le famiglie, con gli insegnanti delle scuole che frequentano, con le associazioni territoriali che hanno lo sguardo unitario su questa fascia d’età… per ultimo ma non meno importante con la realtà parrocchiale e le altre iniziative che l’oratorio offre loro. Nella prospettiva e nella speranza di consolidare il gruppo dei volontari, guardiamo all’estate, come condivisione del tempo libero e dell’animazione tipica dell’Oratorio estivo, magari questa volta intercettando anche gli adolescenti».

 

 

Parrocchia di Santa Lucia – Quarto Oggiaro

«Il progetto – spiegano gli educatori Sara Papasodaro e Davide Ronzio – nella parrocchia di Santa Lucia, ha focalizzato l’attenzione sul fenomeno della dispersione scolastica, un problema particolarmente presente tra i ragazzi del quartiere, ancora di più in questi mesi di DAD. Abbiamo cercato di coinvolgere i ragazzi preado e adolescenti: con l’Oratorio aperto, nella parrocchia di Santa Lucia, il progetto “FuoriOrario” per le medie, prevedeva il pasto e il pomeriggio insieme, con la possibilità di svolgere i compiti; per i ragazzi della scuola superiore uno spazio che abbiamo chiamato “TimeOut” presso la parrocchia di Resurrezione per l’affiancamento nello studio e la motivazione scolastica. Nei mesi estivi abbiamo partecipato alle attività di Summerlife, che ha visto tutte le parrocchie collaborare per assicurare ai bambini e alle loro famiglie un aiuto concreto e uno spazio di socializzazione durante l’estate. Nell’ultimo periodo stiamo attivando un progetto dedicato ai ragazzi che invece sono già usciti dal percorso scolastico, in particolare chi ha abbandonato gli studi. Per loro creeremo uno Sportello di orientamento e formazione lavorativa, in collaborazione con l’area lavoro di Caritas Ambrosiana e Fondazione S. Carlo».

 

 

Parrocchia Sant’Anselmo – Baggio

«Abbiamo intessuto legami con le persone, le organizzazioni e le istituzioni, costruendo “ponti” con il territorio e le sue innumerevoli risorse – raccontano gli educatori Vito Casalino e Arianna Crisetti – Per alcuni mesi, in Via Quarti, è stato allestito un gazebo, luogo di incontro e segno di presenza accogliente per piccoli e grandi. La pandemia ha portato a sospendere molte iniziative ma non lo slancio progettuale. Dalla collaborazione tra parrocchiani ed enti hanno avuto luogo esperienze inedite di co-progettazione, la più evidente delle quali ha portato alla costruzione della proposta estiva Summerlife. Col nuovo anno pastorale la comunità è stata accompagnata in un percorso di riflessione su “Evangelii Gaudium” e continuerà, nei prossimi mesi, a elaborare modi possibili di essere “Chiesa in uscita”. La ripartenza dell’oratorio sarà parte di questo percorso. A partire da queste premesse la parrocchia si prepara all’estate 2021 ad accogliere inoltre, per due settimane, anche adolescenti desiderosi di prendere parte a una proposta a loro dedicata».

 

 

Parrocchia di San Michele e Santa Rita – Corvetto

«Il nostro servizio è partito dal contesto di un oratorio riaperto da pochi mesi, dopo diverse difficoltà di gestione. Abbiamo incontrato, a piccoli gruppi, tanti volontari – spiegano Stefano Doneda e Veronica d’Ortenzio – impegnati a dare una mano nella quotidianità: la comunità è concentrata spesso sull’emergenza, cronica, di assistenza ai bisogni più concreti. Sin dall’inizio abbiamo partecipato al lavoro di rete, entrando in contatto con le diverse realtà del quartiere, in particolare inserendoci nella rete “QuBì”, un progetto territoriale dedicato al contrasto della povertà alimentare ed educativa dei minori e delle loro famiglie. L’estate scorsa ha rappresentato il punto più alto del progetto: l’occasione, con “QuBì” capofila e l’associazione “La Strada”, la parrocchia ed i volontari, di organizzare un centro estivo consentendo un coinvolgimento largo. Stiamo lavorando in questo modo per il prossimo centro estivo, riproposto a tutte le parrocchie interessate del decanato. Una mentalità da mettere in moto: c’è tutto un mondo “dentro” che si fa aiutare e aiuta con il mondo “fuori”. Questo non porta a una dispersione di energie, ma, con un corretto discernimento, a collaborazioni, cammini in comune e a prospettive per crescere».

 

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