Siamo chiamati a cambiare le scarpe per correre, consapevoli di poter ancora crescere. Siamo chiamati al massimo coinvolgimento perché tutti si sentano coinvolti nell'avventura del cammino di Oratorio 2020 e della sua corsa.

Don Stefano Guidi
Direttore della Fondazione Oratori Milanesi

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Corro verso la mèta, al premio che Dio mi chiama a ricevere in Cristo Gesù
(Filippesi 3,15)

 

Questo è il passo della Lettera ai Filippesi che l’Arcivescovo Mario Delpini ha voluto indicare come riferimento spirituale per il nuovo anno oratoriano. L’immagine della fede come corsa, come uscita, come pellegrinaggio, ci sta accompagnando da mesi.

 

L’Arcivescovo ci ha consegnato l’acuta e simpatica immagine delle “scarpe da cambiare” nel messaggio di apertura a Oratorio 2020. Le scarpe vanno cambiate, perché siamo cresciuti, perché una corsa ci attende. L’oratorio corre, attratto spiritualmente dal premio che è Gesù stesso. L’oratorio corre verso Gesù, ma soprattutto con Gesù: perché Lui è vivo e ci vuole vivi (Christus Vivit 1). Gesù vivo corre verso ciascuno di noi: si accompagna al lungo cammino di ogni vita umana, mai per invadenza, ma per offrire confidenza, per donare Spirito di vita. Così l’oratorio trova in Gesù lo stile compiuto di ogni azione educativa.

 

Abbiamo deciso di dedicare tutto questo anno oratoriano al percorso Oratorio 2020. Siamo convinti che anche l’oratorio ha necessità di vivere dei momenti di consapevolezza e di rilancio. Oratorio 2020 vuole essere questo.

 

Tutti gli strumenti che verranno messi a disposizione hanno quindi lo scopo di aiutare ogni oratorio a prendere consapevolezza della propria situazione reale, non per generare sconforto o compiacimento, ma per ripartire dal potenziale nascosto che ciascuno conserva. Tutti gli strumenti hanno lo scopo di aiutare ogni oratorio a proporre il massimo coinvolgimento nel pensare l’oratorio: tutti gli oratori della diocesi, nessuno escluso! Tutte le persone che hanno a cuore i ragazzi e i giovani, nessuno escluso! Tutti gli uomini e le donne di buona volontà che hanno una buona idea da offrire, nessuno escluso! Tutti devono sentirsi coinvolti: dal più piccolo al più grande, dal più vicino al più lontano. Ma non vorrei che questo invito cadesse alla fine nel generico. Per cui, mi permetto di dire che ci sono degli invitati speciali, non esclusivi.

Innanzitutto il clero ambrosiano e il mondo religioso: chiedo a tutti uno sforzo collettivo, chiedo a tutti un salto di coraggio e di fiducia, chiedo a tutti di unire le forze, unire le nostre intelligenze e passioni, per custodire l’esperienza straordinaria dell’oratorio in diocesi.

 

Poi, in modo particolare, i giovani della diocesi: guardate all’oratorio non soltanto come un luogo da abitare, ma come occasione di servizio per il bene comune, per la trasformazione umana della nostra società.

 

I genitori e gli operatori pastorali dell’oratorio: è tempo di dare il cuore, di costruire un’alleanza educativa forte e solida; l’oratorio ci offre l’opportunità di giocarci personalmente nell’avventura educativa: non manchiamo l’occasione.

 

Gli educatori professionali, che si affacciano con passione, intuizione ed entusiasmo, al mondo oratoriano: mentre offrite le vostre preziose e necessarie competenze, coltivate il carisma del servizio educativo.

 

Gli sportivi delle società sportive oratoriane: siete una presenza solida, affidabile e preziosa. Aiutiamoci a dare ai nostri ragazzi sempre e soltanto il meglio.

 

Vorrei davvero che tutti questi mondi fossero presenti a Brugherio, alla prossima Assemblea degli oratori. Che tutti si sentano intimamente chiamati a partecipare a questo grande momento di cammino della nostra Chiesa. Ma non solo a Brugherio. L’Arcivescovo vuole celebrare l’Eucaristia con tutti gli oratori della diocesi, il 31 gennaio 2020, nella grande casa della diocesi che è il Duomo di Milano! La messa con tutti gli oratori della diocesi sarà il nostro Tabor: l’Arcivescovo Mario ci chiama per inviarci come scintille che accendono vita (La situazione è occasione, p.83).

 

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