Attraverso le parole di Papa Francesco, del nostro Arcivescovo Mario e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, desideriamo invitare i giovani alla riflessione sull'importanza di contribuire alla costruzione del futuro attraverso la partecipazione al voto in occasione delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024

A cura del Servizio per i Giovani e l'Università

Bandiera dell'Europa

Tra il 6 ed il 9 giugno 2024 si svolgeranno le elezioni del Parlamento europeo nei 27 Stati membri dell’Unione europea (UE): in Italia si voterà sabato 8 e domenica 9 giugno.

Si tratta di un appuntamento di grande rilevanza per il nostro futuro.

Votare è importante: lo è per tutti; soprattutto per i giovani, che sono e saranno chiamati a contribuire alla prosecuzione del processo di integrazione europea, a maggior ragione in un’epoca in cui si assiste ad una ridistribuzione del potere a livello globale ed in cui purtroppo il diritto del più forte spesso prevale sulla forza del diritto anche sul territorio del nostro continente (basti pensare alla guerra in Ucraina).

Come prepararci al voto? Desideriamo farci guidare dalle parole di Papa Francesco, del nostro Arcivescovo Mario e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Papa Francesco ha parlato di Europa in diverse occasioni.

Una di queste è stato il messaggio inviato ai partecipanti alla EU Youth Conference, Conferenza dei giovani dell’UE, tenutasi a Praga dall’11 al 13 luglio 2022, nel quale si legge: “Voi giovani europei avete una missione importante. Se nel passato i vostri antenati si sono spinti in altri continenti non sempre per nobili interessi, ora spetta a voi presentare al mondo un nuovo volto dell’Europa”.

Ma quali lineamenti dovrebbe avere questo nuovo volto? E quale potrebbe essere il contributo dei giovani nel delinearli?

In questo stesso messaggio, prendendo spunto dall’ipotesi secondo la quale il nome Europa deriva da “eurús op”, cioè “occhio grande”, “ampio sguardo”, Papa Francesco esorta i giovani europei non solo a far sentire la loro voce (“se non vi ascoltano, gridate ancora più forte, fate rumore, avete tutto il diritto di dire la vostra su ciò che riguarda il vostro futuro”), ma anche a guardare oltre se stessi, aprendosi all’accoglienza degli altri e vivendo “una vita più fraterna, basata non sulla competitività ma sulla solidarietà”; li invita, inoltre, ad avere cura dell’ambiente comune (“se non riuscirete voi a dare una svolta decisiva a questa tendenza autodistruttiva, sarà difficile che altri ci riusciranno in futuro”); a fermare la guerra (“se il mondo fosse governato dai giovani, non ci sarebbero tante guerre: coloro che hanno tutta la vita davanti non la vogliono spezzare e buttare via ma la vogliono vivere in pienezza”); ad andare sempre alla ricerca della Verità, disposti a pagare di persona pur di rimanere fedeli ad essa; ad essere generativi nelle idee e nell’amore (“amore al vostro sposo e alla vostra sposa, amore alla famiglia, amore ai vostri figli, e anche amore all’Europa, perché sia per tutti terra di pace, di libertà e di dignità”).

Anche durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, nel suo discorso rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico, il Santo Padre non ha mancato di manifestare la sua idea dell’Europa: “Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza. Un’Europa che sappia ritrovare il suo animo giovane, sognando la grandezza dell’insieme e andando oltre i bisogni dell’immediato; un’Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche. E questo ci aiuterà a pensare ai sogni dei padri fondatori dell’Unione europea: questi sognavano alla grande!”.

Votare è certamente il primo passo, non sufficiente ma necessario, perché questo sogno diventi realtà; il secondo è impegnarsi fattivamente nella costruzione di una comunità europea che abbia a cuore la dignità di ogni essere umano.

Lo ha sottolineato anche il nostro Arcivescovo nel discorso alla città di Milano del 6 dicembre 2023 (“Il coraggio, uno se lo può dare”): “Noi abbiamo fiducia che si possano aprire nuove stagioni per questa vecchia, saggia, ricca, sterile Europa”. E ancora: “L’Europa potrebbe avere la fierezza e la genialità di una via più sapiente e lungimirante. Le nazioni d’Europa hanno risorse e competenze per incisive opere di pace, per promuovere sviluppo umano e alleanze internazionali, per contribuire a rendere possibile il diritto di restare e il diritto di partire e contrastare quel migrare disperato che espone a inimmaginabili sofferenze. Noi vorremmo essere cittadini di una Europa protagonista nell’opera di pace e di sviluppo dei popoli. Perciò sentiamo il dovere di vivere anche l’appuntamento elettorale della prossima primavera con responsabile partecipazione”.

E che quello di giugno sia un voto decisivo per ridestare il sogno europeo (“Un sogno di pace, giustizia, solidarietà con al centro il valore assoluto della persona e della sua dignità”), emerge anche dal documento approvato all’unanimità dal Consiglio pastorale diocesano a seguito del dibattito svoltosi nell’VIII sessione (Seveso, 24 e 25 febbraio 2024). Nell’introduzione che lo precede l’Arcivescovo ribadisce ancora una volta “il dovere di vivere anche l’appuntamento elettorale di giugno con responsabile partecipazione” e incoraggia i cristiani a “contribuire alla circolazione di tale documento e alla promozione di occasioni per approfondirne e svilupparne ulteriormente i contenuti”.

Certamente lo scenario che abbiamo di fronte non è incoraggiante e induce più al pessimismo che all’ottimismo circa la possibilità di riuscire nell’impresa di edificare una società sempre più giusta, inclusiva ed in pace a livello nazionale, europeo e mondiale. Tuttavia la sfiducia non deve prendere il sopravvento.

Ce lo ha ricordato anche il nostro Presidente della Repubblica in occasione del suo ultimo discorso di fine anno, con particolare riferimento alle giovani generazioni: “Rispetto allo scenario in cui ci muoviamo, i giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere; e di cui non condividono andamento e comportamenti. Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale. In una società così dinamica, come quella di oggi, vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle speranze che coltivano. Della loro capacità di cogliere il nuovo. Dipende da tutti noi far prevalere, sui motivi di allarme, le opportunità di progresso scientifico, di conoscenza, di dimensione umana”.

Quindi, rivolgendosi a tutti, giovani e adulti, cosi si è espresso: “Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social. Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni – a tutti i livelli -, sono chiamati a garantire. Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento. Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli. Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte”.

Ecco quindi che anche dal Presidente della Repubblica arrivano parole chiare e nette a favore della partecipazione al voto, sia esso nazionale che europeo, perché l’Europa è la nostra casa e lo sarà (dovrà esserlo) ancor più negli anni a venire.

Per tutti questi motivi nelle prossime settimane i giovani ambrosiani avranno la possibilità di prendere parte ad alcune iniziative che intendono gettare luce sull’importanza dell’appuntamento elettorale che ci attende l’8-9 giugno [per tutte le relative informazioni cliccare qui].

Siamo sicuri che i giovani ambrosiani sapranno dimostrare il loro amore per la democrazia e per l’Europa, arrivando preparati al voto dell’8-9 giugno, coscienti del profondo significato del gesto che staranno per compiere.

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