Presentiamo l'ultimo tratto del cammino verso la XXXI GMG di Cracovia, che i giovani e i loro educatori saranno chiamati a vivere in maniera molta concreta, declinandolo in opere e testimonianze.

don Maurizio Tremolada
Responsabile del Servizio per i Giovani

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L’ultimo tratto del cammino verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia lo vivremo in maniera molto concreta. Continuando la riflessione sulle Beatitudini, in particolare quella che papa Francesco ha scelto come tema della GMG, “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”, cercheremo di declinarle in opere e testimonianze. Lo stesso santo Padre nel Messaggio per la XXXI GMG 2016 scrive ai giovani: «A me piace sempre associare le Beatitudini evangeliche al capitolo 25 di Matteo, quando Gesù ci presenta le opere di misericordia e dice che in base ad esse saremo giudicati. Vi invito perciò a riscoprire le opere di misericordia corporale… E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale… Come vedete, la misericordia non è “buonismo”, né mero sentimentalismo. Qui c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi».

Per questo motivo abbiamo pensato che in occasione della Veglia di mandato per la GMG che celebreremo il prossimo 30 aprile, ciascun giovane possa vivere un’esperienza di servizio legata alle opere di misericordia corporale (vai alla pagina dedicata). È un invito richiamato anche da papa Francesco: «A voi giovani, che siete molto concreti, vorrei proporre per i primi sette mesi del 2016 di scegliere un’opera di misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese». A ogni gruppo giovanile che parteciperà alla GMG chiediamo dunque di individuare sul territorio, tramite le Caritas, o a livello diocesano con le indicazioni che proponiamo, una realtà nella quale offrire il proprio tempo, le proprie energie, soprattutto incontrare delle persone che vivono nelle più disparate periferie.

L’Anno Santo potrà così diventare un’occasione non solo per aprire il cuore ad accogliere la misericordia del Signore, ma anche per aprire il cuore verso i fratelli e le sorelle che vivono nelle periferie esistenziali. «Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge» (Misericordiae Vultus n.15).

Il mandato che i giovani riceveranno in Duomo dal nostro Arcivescovo diventerà così un “cammino di Misericordia” che li condurrà a celebrare il loro Giubileo a Cracovia avendo sperimentato che “tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me”.

Buon cammino di Misericordia!

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