Editoriale di presentazione dell'anno oratoriano 2015-2016.

di don Samuele Marelli e don Tommaso Castiglioni

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L’inizio di un nuovo anno pastorale costituisce per i nostri oratori una grazia straordinaria e una grande sfida. Siamo invitati a rimetterci in cammino insieme, nella comunione ecclesiale, seguendo la docilità dello Spirito.

Ripartire non significa semplicemente ricominciare delle attività, ma collocarsi nuovamente nell’orizzonte della fede, della speranza e della carità, a partire dalla centralità di Cristo e del Vangelo.

Ripartire significa invece continuare a dare credito a colui che fa nuove tutte le cose. Muovendo da questa certezza, ci deve guidare la convinzione profonda e certa che vale la pena iniziare nuovamente, anzi, che non si può non ripartire, perché la fedeltà di Dio si manifesta continuamente, e dunque anche oggi, nella novità che lo Spirito suscita in noi.

 

Come Gesù

Il nuovo anno pastorale muove dall’indicazione del nostro Arcivescovo a lasciarci educare al «pensiero di Cristo» (1Cor 2, 16), affinché la nostra vita profumi davvero di Vangelo e risplenda come luce nel mondo.

Educarsi al pensiero di Cristo non significa però semplicemente cimentarsi in un processo razionale di adesione intellettiva, bensì coinvolgersi in un’esperienza globale, complessiva e totalizzante, capace di trasformare realmente e profondamente l’esistenza, che riguarda insieme gli affetti e la ragione, la volontà e la corporeità. Nulla di ciò che è umano sfugge a questa logica totalizzante dell’appartenenza a Cristo. È una proposta faticosa ed entusiasmante, esigente e affascinante, carica di promessa e capace di dischiudere orizzonti inediti e immensi.

È lo stesso itinerario che Gesù ha proposto ai suoi discepoli: attraverso l’esperienza della comunione intensa e concreta con lui, essi sono stati aiutati ed abilitati ad assumere il suo stesso stile, ovvero il suo modo di pensare e di agire.

Da qui trae origine lo slogan che abbiamo scelto per questo anno pastorale: «Come Gesù». Queste due parole, nella loro semplicità e immediatezza, dicono il desiderio e l’impegno della sequela e della conformazione complessiva a lui. Il cristiano d’altronde è colui che vive ogni situazione chiedendosi che cosa farebbe Gesù al suo posto. Pensare secondo Cristo significa allora imparare da lui a giudicare la realtà, riconoscendo in lui il criterio primo ed ultimo di questo giudizio cristiano sul reale.

 

Mi vuoi bene?

In questa avventura ci lasceremo guidare dal brano dell’incontro tra il Risorto e Simon Pietro, così come narrato dall’evangelista Giovanni (Gv 21). È il nostro Arcivescovo ad avercelo suggerito come momento culminante della pedagogia di Gesù nei confronti del primo degli apostoli; essa diventa paradigmatica per ciascun credente, in ogni tempo. Non vi è nulla di intimistico né di sdolcinato nel domandare di Gesù. La sua ferma insistenza nel porre per tre volte la domanda a Pietro e il comando di «pascere gli agnelli» è l’ultimo atto con il quale il maestro educa il suo discepolo a una comprensione realistica di sé. Pietro sarà pastore, come Gesù, ma proprio come lui un pastore che non basa la sua autorevolezza su poteri personali, ma solo sulla forza dell’amore. Quando provò a basare sulle sue sole forze la sequela a Cristo, Pietro ha trovato prima il rimprovero del maestro («Tu mi sei di scandalo!») e addirittura il tradimento. Solo lasciandosi lavare i piedi da Cristo, Simone potrà finalmente confermare i suoi fratelli, divenendo guida della primitiva comunità cristiana.

 

 

L’Anno Santo della Misericordia

Il riferimento costante del percorso di quest’anno sarà il grande dono dell’Anno Santo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco per la Chiesa universale. La misericordia è certamente il tratto centrale dello stile di Gesù ed esprime il suo rapporto con il Padre. Il giubileo sarà pertanto una preziosa occasione per riappropriarci di questo tratto così peculiare del pensiero di Cristo, nella duplice direzione della dinamica sacramentale e della prassi caritativa.

Il cammino di quest’anno vuole aiutare ciascuno di noi a entrare nell’ottica di Gesù, per cogliere e corrispondere la chiamata che egli rivolge a ognuno. Sarà un cammino da affrontare con docilità, senza la pretesa di giungere subito alla meta. Saranno le circostanze quotidiane della vita, rilette alla luce del Vangelo nella comunità cristiana, a donarci gradualmente lo sguardo di Gesù sulla realtà tutta.

Viviamolo dunque insieme, questo anno che il Signore ci dona di conoscere, per giungere a pensare, amare, sperare, scegliere… come Gesù!

 

Anno oratoriano «Come Gesù»

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