Nel cuore del Villaggio Ambrosiano, a Paderno Dugnano, è nato il “Villaggio dei Giovani”: un oratorio estivo interamente dedicato agli adolescenti, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. L’esperienza – resa possibile dalla collaborazione con associazioni territoriali e volontari adulti – ha offerto ai ragazzi occasioni di socialità, scoperta di sé e impegno nella comunità, con attività tra cura degli altri e laboratori espressivi. Il progetto Èoratorio, nella sua fase immersiva, ha scelto di osservare da vicino questa iniziativa per coglierne le potenzialità replicabili: la valorizzazione del territorio, l’intenzionalità educativa, la gradualità nel passaggio al servizio come animatori. L’esperienza di Paderno dimostra che non tutti gli adolescenti si sentono già “grandi” e che l’oratorio, per continuare a essere significativo, deve saperli riconoscere come destinatari di proposte vere, pensate per loro. Aggregazione, orientamento e prossimità – tre delle parole chiave della nostra ricerca – trovano in questa proposta un’interessante prospettiva di sviluppo.
No, non è vero che l’Oratorio estivo è solo un servizio per i più piccoli. E no, non è vero che tutti gli adolescenti si sentano già “grandi”. Entusiasti di diventare animatori, se stanno continuando il percorso in oratorio; oppure impazienti di essere autonomi e di gestire liberamente il proprio tempo, evitando, ad esempio, i ritmi esigenti dell’Oratorio estivo.
La forte crescita negli ultimi anni di chi chiede di poter fare l’animatore in estate, anche senza aver seguito in inverno un esperienza formativa con gli “adolescenti”, dice che non ci sono solo da un lato “quelli dell’oratorio” e dall’altro “quelli del parchetto”. Ci sono, più semplicemente, tanti che cercano spazi di socialità con i coetanei. E anche proposte in cui l’attenzione sia rivolta su di loro, nonostante siano ormai passati, nella consolidata suddivisione dei ruoli in oratorio, all’età in cui si “diventa” animatori.
Perché dunque non proporre un Oratorio estivo riservato solo agli adolescenti? Sono diverse le parrocchie che ci hanno già pensato, quasi sempre con l’intenzione di offrire a quegli adolescenti arrivati a poche settimane dall’inizio dell’Oratorio estivo un periodo propedeutico a inserirsi nel gruppo.
Ma non si tratta tanto della necessità di un corso intensivo per animatori, e neanche, soltanto, di avvicinare i ragazzi allo stile del servizio. Al centro c’è, piuttosto, l’intuizione di considerare i ragazzi destinatari di una proposta che possa incontrare il loro interesse.
Raccontiamo quindi, tra le esperienze che abbiamo selezionato per Èoratorio, il “Villaggio dei Giovani” di Paderno Dugnano, che nelle scorse settimane ha completato con successo la seconda edizione.
Il nome richiama immediatamente quello del Villaggio Ambrosiano, quartiere periferico di Paderno; e il senso è altrettanto chiaro: riservare agli adolescenti lo spazio dell’oratorio, con un palinsesto di iniziative pensate appositamente per loro. In un territorio che altrimenti, spiegano don Andrea Carrozzo e Vito Casalino, il sacerdote e l’educatore professionale che seguono gli oratori di Paderno, non offrirebbe ai ragazzi proposte strutturate.
37 i ragazzi che hanno partecipato quest’anno, 37 storie diverse, sottolinea don Andrea: da chi viene comunque da un ambiente di oratorio a chi è stato segnalato dai Servizi Sociali, da chi arriva spinto dai genitori «fino a quelli che proprio non conoscevamo, ma che hanno espresso domande di senso: sull’oratorio, sulla Chiesa e sulla comunità, e non escludono di proseguire il cammino anche durante l’anno», nota don Andrea, che sottolinea: «non è vero che i ragazzi vengono semplicemente perché altrimenti, d’estate non saprebbero cosa fare».
La giornata inizia con calma, alle 10. Ma subito si parte alla scoperta di quanto di buono c’è nel territorio.
La scelta vincente del “Villaggio dei Giovani” è stata infatti quella di coinvolgere tante realtà diverse di Paderno: dalla sezione locale di Legambiente alla banda cittadina, dalla Pro Loco alla Croce Rossa, per scoprire ad esempio come funziona il primo soccorso. Organizzando quindi la giornata tra una mattinata in cui i ragazzi hanno sperimentato la cura per gli altri – visitando la locale RSA, affiancando in qualche piccolo lavoro i disabili ospiti di un Centro diurno, o servendo a coppie alla mensa dei poveri cittadina. Al pomeriggio spazio alla scoperta di sé, tra lezioni di musica o di teatro.
L’analisi all’interno del progetto Èoratorio
È dunque «un oratorio immerso nella sua comunità», sottolinea Michele Ottonello (educatore FOM che ha supervisionato l’esperienza per la fase immersiva del progetto Èoratorio), che evidenzia: «come succede più facilmente nei centri più piccoli, gli oratori dovrebbero sempre più essere un motore di dialogo con il territorio». Un altro punto di forza è la trasversalità tematica delle iniziative, che ha consentito di raggiungere, anche grazie alla comunicazione sui social, ragazzi che altrimenti sarebbero rimasti “sconosciuti”. E, infine, la trasversalità generazionale.
Sempre Ottonello osserva infatti che, mettendosi a disposizione attraverso le associazioni del territorio, «le vecchie generazioni possono incontrare quei giovani spesso investiti dallo stereotipo di essere svogliati. Giovani che, a loro volta, hanno modo di smentire lo stereotipo, aprendosi al dialogo con gli adulti e le diverse proposte».
Una proposta messa in piedi a costo zero, fino ad ora, a Paderno Dugnano, grazie alla presenza fissa di un’educatrice del gruppo adolescenti e di una delle mamme dell’oratorio, oltre alla collaborazione con le associazioni. Ma don Andrea sottolinea il bisogno degli adolescenti di ricevere attenzione e ascolto, e dunque rilancia per l’anno prossimo coinvolgendo maggiormente la comunità educante: «ci siamo resi conto che l’iniziativa andrà riproposta, chiedendo il contributo di educatori che possano dedicare tempo e attenzione ai ragazzi» (mantenendo l’esigenza di coordinare anche gli altri tre oratori della comunità pastorale).
Michele Ottonello esplicita infatti una verità non detta: «spesso diamo per scontato che l’adolescente sia pronto per fare il salto ad animatore. Invece dobbiamo capire che questo passaggio non può dipendere solo dall’aspetto anagrafico ma è legato a molti più fattori: predisposizione, responsabilità, cammino di fede…».
L’invito agli oratori e ai responsabili di pastorale giovanile è dunque quello di osare nel presentare una proposta per gli adolescenti già all’inizio dell’anno. «Scegliere in poco tempo a volte non è facile», ricorda sempre Ottonello, «mentre parlarne prima permette ai ragazzi di avere un tempo di maturazione. Oltre a superare lo stereotipo secondo cui ci si può sentire “rimandati a settembre”, se non si è subito pronti per fare gli animatori». Già quest’anno, infatti, diversi ragazzi sono passati a fare gli animatori dopo una o due settimane di Villaggio dei Giovani, e alcune iniziative della giornata erano comunque aperte a entrambi i gruppi di adolescenti.
Ci sono, naturalmente, da considerare anche le difficoltà di tipo pratico: dedicare gli spazi di un oratorio esclusivamente agli adolescenti ha significato chiedere alle famiglie del quartiere di fare più strada per portare i figli piccoli negli altri oratori della comunità pastorale, dove si riunivano le elementari e le medie. Un cambiamento che, soprattutto l’anno scorso, ha generato qualche malumore, riconoscono Vito Casalino e don Andrea, ma che sembra ormai essere stato ben assimilato dalla comunità. Tanto che quest’anno il Villaggio dei Giovani ha raccolto tra gli adulti del quartiere un maggior numero volontari che si sono messi a disposizione. «Dobbiamo dunque avere la capacità di fare proposte ai ragazzi», rilancia Michele Ottonello, «prima ancora che accontentare le esigenze delle famiglie».
Facendo un salto in avanti ci si può chiedere però se questa nuova proposta possa rappresentare per gli adolescenti una possibilità del tutto alternativa all’impegno come animatori, quasi facendo “concorrenza” al classico Oratorio estivo. Su questo piano sempre Michele Ottonello ci ricorda che, proprio perché nascono nella comunità, queste proposte possono e devono avere un rimando all’esperienza “tradizionale” dell’oratorio. Innanzitutto trasmettendo uno stile, come in fondo è avvenuto al Villaggio dei Giovani, anche sul piano spirituale.
«Proprio perché avevamo una platea diversa, in queste giornate non abbiamo fatto una vera e propria esperienza spirituale», spiega don Andrea, che però aggiunge: «abbiamo continuato a proporre e testimoniare lo stile del servizio, dell’ascolto, del perdono». La buona notizia del Vangelo – lo slogan di quest’anno è stato “Sguardi di speranza”, in sintonia con il Giubileo – si è espressa dunque non in un momento di preghiera ma in ciò che l’esperienza di questi giorni ha suscitato nei ragazzi. All’oratorio degli adolescenti, dunque, il buon esempio è innanzitutto quello che arriva dagli adulti.
Che cos’è Èoratorio?
Èoratorio è il nuovo progetto che la FOM attiva per ripensare l’oratorio in relazione alle nuove sfide educative, affinché l’oratorio possa rispondere ancora meglio alle esigenze e ai bisogni delle nuove generazioni, continuando a offrire la prospettiva della fede e gli strumenti necessari per crescere in modo integrale, con proposte di prossimità e ospitalità che siano al passo con la vita dei ragazzi e delle ragazze.
Èoratorio è un percorso lungo che durerà almeno fino al 2027, con l’obiettivo di “consegnare” progettualità e opportunità nuove per l’oratorio. Prenderanno forma grazie a una sperimentazione “sul campo” che avrà un fondamento solido e un riscontro scientifico, attraverso lo studio delle scienze umane e della teologia pastorale.
Il progetto Èoratorio ha mosso i suoi primi passi già nel corso del 2024, per strutturarsi e darsi una metodologia fondata e affidabile che permetterà di continuare la progettazione per altri tre anni di lavoro, con un investimento di persone e risorse che intercettano diversi mondi ecclesiali e servizi diocesani.
Intercultura, orientamento, aggregazione, spiritualità sono solo alcuni degli “orizzonti” con i quali si confronterà il progetto Èoratorio, per riaffermare l’identità, la funzione e l’efficacia educativa dell’oratorio in questo tempo di cambiamenti in atto, nel quale è la vita dei ragazzi e delle ragazze, di preadolescenti e adolescenti, a cambiare sempre più velocemente.
Il Gazzettino della FOM – numero speciale dedicato a Èoratorio
Linee progettuali, finalità, composizione (pdf)
Èoratorio, significato, slogan e logo (pdf)
Video di presentazione (Youtube)
Leggi l’articolo sulla presentazione del progetto (Chiesadimilano.it)
Playlist ufficiale del progetto Èoratorio
Video degli interventi all’Incontro di presentazione del 12 novembre 2024
Il progetto Èoratorio non è “solo un’idea”, ma una vera e propria sfida per ripensare gli oratori come luoghi centrali di educazione e incontro nella società di oggi. Il 12 novembre scorso abbiamo organizzato un incontro a Milano con i principali protagonisti del progetto: i membri del Tavolo tecnico di progetto con operatori della FOM e altri provenienti da diversi soggetti ecclesiali e i membri del Comitato scientifico di ricerca che coinvolge l’Università Cattolica, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il Seminario di Milano e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose.
Sono intervenuti don Giuseppe Como, Presidente della FOM e Vicario episcopale per la celebrazione e l’educazione della fede, don Stefano Guidi, direttore della FOM, don Claudio Burgio, che collabora con il progetto, Antonino Romeo, referente dell’area progettazione della FOM. E poi Cristina Pasqualini e Giulia Schiavone, che hanno spiegato l’approccio interdisciplinare e le prime esperienze di ricerca sul campo, e suor Rosina Barbari, che ha offerto una riflessione profonda sul significato degli oratori come spazi vivi e in dialogo con il territorio.








