A Luino l’oratorio ha scelto di raddoppiare le sue forze, all’inizio dell’estate, per prendersi cura degli adolescenti più giovani, offrendo loro una settimana formativa tutta dedicata, prima di affidarli al servizio come animatori. Mentre l'Oratorio estivo iniziava con gli animatori più grandi, settanta adolescenti vivevano un’esperienza coinvolgente e comunitaria, che ha permesso ai ragazzi di conoscersi, approfondire relazioni vere, scoprire il senso del servizio e aprirsi alla spiritualità. Un modo concreto per dire che l’oratorio non “usa” gli adolescenti, ma li accompagna. Il progetto Èoratorio ha scelto di studiare questa proposta per coglierne i tratti virtuosi e verificare, con le dovute personalizzazioni, la fattibilità di un accompagnamento personale ed esperienziale che coinvolga gli adolescenti nel costruire insieme a loro il modo migliore di mettersi al servizio dei più piccoli.
Come passare in pochi anni da 75 a 190 animatori dell’oratorio estivo? Come inserire gli adolescenti di prima superiore, se molti di loro non hanno frequentato il percorso durante l’anno, e hanno poca idea di che cosa sia la vita di oratorio, e di che cosa voglia dire essere animatori?
A Luino don Giuseppe Cadonà si era posto il problema già a novembre, interpellando la Fom e immaginando una settimana di formazione. Ben presto però, nel confronto tra gli educatori di Luino, quelli della Fom e lo stesso don Giuseppe si è capito che l’idea vincente sarebbe stata un’altra. Con una formazione non frontale ma esperienziale. Così nella prima settimana a Luino, con circa 700 bambini, l’Oratorio estivo è partito solo con gli animatori più grandi. Mentre una settantina di ragazzi di prima superiore – senza distinzione tra chi aveva già frequentato durante l’anno era arrivato solo in estate – ha vissuto una settimana tutta per sé.
Prima ancora di scendere in qualche dettaglio, don Giuseppe spiega perché questa è stata l’idea giusta: «i ragazzi hanno bisogno di stare insieme, di condividere tempi e spazi, di creare famigliarità con il luogo dell’oratorio. Così questa settimana, in cui pure i ragazzi non si sono presi cura dei più piccoli, è stata un’esperienza diversa di oratorio. Perché – prosegue don Giuseppe – abbiamo vissuto in modo fraterno un’esperienza di fede: credo sia questa la peculiarità dell’essere Chiesa».
L’obiettivo della settimana era innanzitutto conoscersi, stabilire relazioni dato che molti degli adolescenti non si conoscevano tra loro; quindi capire, attraverso alcune esperienze, che cosa volesse dire mettersi a servizio degli altri. E dare spazio alla dimensione spirituale, ponendosi in ascolto della propria interiorità. Un invito apprezzato da tutti, anche da chi normalmente non era abituato, racconta con stupore don Giuseppe, tornando alla giornata finale, il venerdì, in cui per i ragazzi c’è stato spazio per un confronto a piccoli gruppi ma anche per la Confessione o un colloquio spirituale.
Mentre negli altri giorni della settimana i ragazzi si sono calati in alcune tipiche situazioni educative, immedesimandosi nei diversi ruoli grazie a piccoli sketch teatrali; sono poi andati in gita in montagna, per cogliere il senso della fatica; e hanno conosciuto alcune realtà del territorio che si occupano dei più fragili. Dalla Residenza per anziani, al Centro diurno disabili, alla Croce Rossa, alle persone con disabilità intellettiva, grazie all’incontro con l’Anffas di Luino.
Paolo e Davide, gli educatori che hanno seguito i ragazzi in questa settimana, tracciano insieme a don Giuseppe un bilancio più che positivo, a Oratorio estivo ormai concluso: se nella prima settimana i ragazzi si sono occupati in oratorio solo dei compiti più semplici, come preparare la tavola, hanno poi saputo inserirsi in corsa: «contenti, desiderosi di collaborare tra loro, e – assicurano – sono molto più pronti e spigliati rispetto ai loro coetanei negli anni scorsi».
Un risultato raggiunto «non tanto mostrando ai ragazzi come si scrive ma insegnandogli l’alfabeto», sottolinea Simone Peretti, formatore della FOM inviato a Luino a supporto dell’esperienza. Fuor di metafora, non insegnando che cosa vuol dire fare gli animatori, ma facendo conoscere alcune esperienze di cura e di servizio.
Un’esperienza naturalmente da personalizzare secondo le esigenze, gli spazi e le possibilità di ciascun oratorio. E che a Luino è stata possibile, soprattutto, grazie alla disponibilità di tutta la comunità. Una cosa del resto normale per la città, dove il sindaco fa visita all’oratorio e i ragazzi sono abituati a pranzare insieme ai Carabinieri o alla Guardia di Finanza, che qui hanno il proprio Comando.
«Per noi educatori – osserva Paolo – la “lezione” è che a volte basta veramente poco. Basta stare con i ragazzi, passare il tempo e parlare con loro, più che organizzare le cose cercando di essere perfetti». «Qui siamo un buon gruppo di educatori, ma avere uno sguardo su tutti i 190 adolescenti non è facile, qualcuno rischia di restare in secondo piano», aggiunge don Giuseppe. «Invece questa è proprio una settimana per loro: lo sguardo è sulla persona, su ciascuno. Così, in oratorio, possiamo dire “ci siamo già conosciuti, abbiamo già parlato insieme”». «Questa è un’esperienza di oratorio perché tutta la comunità si è mossa per prendersi cura degli adolescenti, ricorda ancora Simone Peretti: «può sembrare scontato dirlo, ma questo elemento accomuna tutte le esperienze attenzionate dal progetto Èoratorio. Dove tutta la comunità lavora bene ci sono esperienze positive; l’attenzione educativa è forte proprio perché è comunitaria».
Questa è una delle esperienze di Èoratorio
Questa che vi abbiamo raccontato è solo una delle esperienze che sono prese in considerazione per una lettura e una valutazione di replicabilità. Quanto emergerà da un focus group sarà presentato al tavolo di progettazione di Èoratorio e diventerà oggetto di studio da parte dei docenti universitari che, insieme ai nostri responsabili, formano il Comitato scientifico di ricerca. Il loro compito sarà, infatti, evidenziare i tratti di novità sul piano della lettura sociologica, dell’approccio pedagogico e della comprensione teologica che emergono da ciascuna delle esperienze che vengono “investigate” in questa fase immersiva di ricerca che vede protagonisti i nostri operatori sul campo. Oltre che, su un piano che potremmo definire culturale, abbiamo l’obiettivo di mostrare il valore sociale della proposta oratoriana, secondo le finalità più generali del progetto finanziato da Banca Intesa Sanpaolo.
Prima ancora di queste conclusioni, a noi interessa evidenziare come in queste iniziative possiamo leggere rinnovate modalità per accompagnare la crescita dei più piccoli. E – questo è quello su ciò scommettiamo – capire come le esperienze che stiamo studiando siano non solo valide ma anche replicabili in altri oratori della diocesi, secondo le peculiarità di ogni realtà e le esigenze che emergono dal contesto sociale.
Per guardare al futuro consapevoli dei tanti modi in cui possiamo dire… “È oratorio”.
Che cos’è Èoratorio?
Èoratorio è il nuovo progetto che la FOM attiva per ripensare l’oratorio in relazione alle nuove sfide educative, affinché l’oratorio possa rispondere ancora meglio alle esigenze e ai bisogni delle nuove generazioni, continuando a offrire la prospettiva della fede e gli strumenti necessari per crescere in modo integrale, con proposte di prossimità e ospitalità che siano al passo con la vita dei ragazzi e delle ragazze.
Èoratorio è un percorso lungo che durerà almeno fino al 2027, con l’obiettivo di “consegnare” progettualità e opportunità nuove per l’oratorio. Prenderanno forma grazie a una sperimentazione “sul campo” che avrà un fondamento solido e un riscontro scientifico, attraverso lo studio delle scienze umane e della teologia pastorale.
Il progetto Èoratorio ha mosso i suoi primi passi già nel corso del 2024, per strutturarsi e darsi una metodologia fondata e affidabile che permetterà di continuare la progettazione per altri tre anni di lavoro, con un investimento di persone e risorse che intercettano diversi mondi ecclesiali e servizi diocesani.
Intercultura, orientamento, aggregazione, spiritualità sono solo alcuni degli “orizzonti” con i quali si confronterà il progetto Èoratorio, per riaffermare l’identità, la funzione e l’efficacia educativa dell’oratorio in questo tempo di cambiamenti in atto, nel quale è la vita dei ragazzi e delle ragazze, di preadolescenti e adolescenti, a cambiare sempre più velocemente.
Linee progettuali, finalità, composizione (pdf)
Èoratorio, significato, slogan e logo (pdf)
Video di presentazione (Youtube)
Leggi l’articolo sulla presentazione del progetto (Chiesadimilano.it)
Playlist ufficiale del progetto Èoratorio
Video degli interventi all’Incontro di presentazione del 12 novembre 2024
Il progetto Èoratorio non è “solo un’idea”, ma una vera e propria sfida per ripensare gli oratori come luoghi centrali di educazione e incontro nella società di oggi. Il 12 novembre scorso abbiamo organizzato un incontro a Milano con i principali protagonisti del progetto: i membri del Tavolo tecnico di progetto con operatori della FOM e altri provenienti da diversi soggetti ecclesiali e i membri del Comitato scientifico di ricerca che coinvolge l’Università Cattolica, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il Seminario di Milano e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose.
Sono intervenuti don Giuseppe Como, Presidente della FOM e Vicario episcopale per la celebrazione e l’educazione della fede, don Stefano Guidi, direttore della FOM, don Claudio Burgio, che collabora con il progetto, Antonino Romeo, referente dell’area progettazione della FOM. E poi Cristina Pasqualini e Giulia Schiavone, che hanno spiegato l’approccio interdisciplinare e le prime esperienze di ricerca sul campo, e suor Rosina Barbari, che ha offerto una riflessione profonda sul significato degli oratori come spazi vivi e in dialogo con il territorio.








