Dopo la presentazione ufficiale dello scorso novembre, entriamo nel vivo del progetto Èoratorio: un percorso di lungo respiro per riscoprire culturalmente che cosa sia oggi l'oratorio e rinnovarne la proposta educativa, pastorale e sociale. Non un semplice slogan, ma una certezza: l’oratorio, oggi come ieri, continua a essere un luogo capace di accompagnare la crescita dei ragazzi e di annunciare il Vangelo, pur dentro le sfide complesse della contemporaneità. Il progetto – che durerà fino al 2027 – si sta sviluppando attraverso una ricerca sul campo, l’analisi di esperienze significative già in atto, il confronto con esperti e l’elaborazione di nuovi modelli educativi. L’obiettivo è chiaro: aiutare gli oratori a leggere i cambiamenti in corso e a rispondere con creatività e profondità, tenendo insieme vicinanza, spiritualità, cultura e cittadinanza. Iniziamo così a raccogliere un racconto a più voci che ci accompagnerà nei prossimi mesi. Un cammino condiviso, con uno sguardo fiducioso al futuro e una domanda che diventa affermazione: Èoratorio!


Ci siamo. Dopo la presentazione di novembre siamo pronti a raccontarvi passo dopo passo il progetto ÈOratorio. Un titolo a cui non abbiamo aggiunto nessun punto di domanda, né un punto esclamativo: sentiamo già ora di poter riaffermare una certezza, l’oratorio come esperienza che continua anche oggi a rispondere alla sua missione pastorale, annunciando il vangelo mentre si prende a cuore la crescita dei ragazzi; ma desideriamo anche essere sempre più consapevoli di come le tante sfide della contemporaneità ci interpellano. E dunque verificare come, attorno a quelli che sono i fattori costitutivi dell’identità oratoriana, la nostra proposta educativa possa proiettarsi nel futuro per essere sempre più integrata col tessuto sociale, forte di un metodo e di una cultura pedagogica e pastorale al passo coi tempi.

Siamo consapevoli, infatti, che le trasformazioni in atto – dalla pervasività del digitale a comunità che sono sempre più multiculturali, dalle disuguaglianze sociali che toccano le nostre città al cambiamento nel modo di vivere le relazioni e la vita comunitaria – ci coinvolgono tutti. Anche il nostro modo di “fare oratorio” va dunque studiato in profondità, per capire attraverso quali iniziative (molte di esse sono già realtà) potremo rispondere al meglio al bisogno di accompagnamento educativo dei più piccoli. Ma non solo: vogliamo anche comprendere quali sono i presupposti pedagogici che guidano queste proposte, e se da esse emerga un cambiamento nelle modalità pastorali che possiamo considerare valido anche per il futuro.

Per questo il progetto Èoratorio ha un orizzonte di ben quattro anni, che stiamo percorrendo insieme a molti alleati nella missione educativa: non solo i tanti soggetti diocesani che già insieme a noi lavorano coi ragazzi, ma anche un comitato scientifico di docenti universitari che ci aiuteranno a leggere in modo rigoroso l’esperienza dei nostri oratori, interessati a definire, anche da un punto di vista accademico, la validità educativa della proposta oratoriana.

 

Dove vanno i nostri oratori?

Ci sono alcune attenzioni che da sempre rappresentano i punti forza dell’oratorio. Possiamo dire che ne costituiscono l’identità: una naturale prossimità verso i più piccoli; l’animazione del tempo libero per aiutare i ragazzi a crescere nella socialità, scoprendo via via le proprie doti; la premura educativa, e l’accompagnamento nelle scelte personali.

 

Attenzioni che possiamo declinare al presente, incontrando la realtà quotidiana dei ragazzi e rispondendo alle sfide che, in questo tempo, caratterizzano la loro crescita: sentirsi accolti nella propria unicità, a prescindere da ogni differenza culturale o di origine, e dalle diverse capacità di ciascuno; incontrare, in oratorio come a scuola, chi sappia proporre loro una visione della vita che valorizzi le loro capacità e ispirazioni, aiutandoli a riconoscere la loro vocazione personale e comunitaria; trovare spazi in cui dare valore al proprio tempo libero, con esperienze di aggregazione che li aiutino a sviluppare legami significativi; coltivare la propria spiritualità scoprendo la possibilità di una fede viva, alimentata da autentici percorsi di ricerca piuttosto che da esperienze date per scontate.

 

Siamo convinti, ed è questo l’indirizzo di tutto il progetto, che proprio queste sfide possano guidarci nel progettare la proposta dell’oratorio nei prossimi anni. Non ci siamo fermati infatti solo a un brain storming: durante il 2024 abbiamo già individuato diverse realtà in cui in cui le parrocchie e i loro oratori hanno scommesso sulla possibilità di contaminarsi con la realtà sociale del territorio, rispondendo, con proposte e linguaggi innovativi, a una specifica esigenza riscontrata tra i ragazzi.

 

Ora che il nostro percorso entra nel vivo i nostri operatori del Tavolo tecnico di progetto sono, come si suol dire, sul campo: già in queste settimane stanno conducendo focus group con i protagonisti delle realtà selezionate per la ricerca – educatori, sacerdoti, ragazzi – per conoscerle in modo approfondito e far emergere i presupposti di ogni iniziativa, i suoi punti di forza e le possibili criticità.

Sono tanti quindi gli aspetti da approfondire: quale bisogno ha stimolato la nascita di una nuova iniziativa? Come vengono coinvolti i ragazzi? Quali sono le risorse in campo? Come l’impegno in un ambito specifico (dai minori stranieri non accompagnati, ai ragazzi con disabilità, allo sport, all’orientamento scolastico) diventa espressione della cura di tutta la comunità? E ancora: come si rinnova l’annuncio del vangelo attraverso queste iniziative?

 

Le prossime tappe

Nei prossimi mesi racconteremo in presa diretta, sui canali della Fom, alcune di queste esperienze, raccogliendo sia la voci di chi vive l’oratorio in prima persona sia le valutazioni dei nostri operatori dopo i focus group che terranno in ogni realtà. Quanto emergerà da questi tavoli sarà, in una successiva fase, oggetto di studio da parte dei docenti universitari che, insieme ai nostri responsabili, formano il Comitato scientifico di ricerca. Il loro compito sarà, infatti, evidenziare i tratti di novità sul piano della lettura sociologica, dell’approccio pedagogico e della comprensione teologica che emergono da queste esperienze. Oltre che, su un piano che potremmo definire culturale, mostrare il valore sociale della proposta oratoriana, secondo le finalità più generali del progetto finanziato da Banca Intesa Sanpaolo.

 

Prima ancora di queste conclusioni, a noi interessa evidenziare come in queste iniziative possiamo leggere rinnovate modalità per accompagnare la crescita dei più piccoli. E – questo è quello su ciò scommettiamo – capire come le esperienze che abbiamo individuato siano non solo valide ma anche replicabili in altri oratori della diocesi, secondo le peculiarità di ogni realtà e le esigenze che emergono dal contesto sociale.

Per guardare al futuro consapevoli dei tanti modi in cui possiamo dire… “È oratorio”.

 

Che cos’è Èoratorio?

Èoratorio è il nuovo progetto che la FOM attiva per ripensare l’oratorio in relazione alle nuove sfide educative, affinché l’oratorio possa rispondere ancora meglio alle esigenze e ai bisogni delle nuove generazioni, continuando a offrire la prospettiva della fede e gli strumenti necessari per crescere in modo integrale, con proposte di prossimità e ospitalità che siano al passo con la vita dei ragazzi e delle ragazze.

Èoratorio è un percorso lungo che durerà almeno fino al 2027, con l’obiettivo di “consegnare” progettualità e opportunità nuove per l’oratorio. Prenderanno forma grazie a una sperimentazione “sul campo” che avrà un fondamento solido e un riscontro scientifico, attraverso lo studio delle scienze umane e della teologia pastorale.

Il progetto Èoratorio ha mosso i suoi primi passi già nel corso del 2024, per strutturarsi e darsi una metodologia fondata e affidabile che permetterà di continuare la progettazione per altri tre anni di lavoro, con un investimento di persone e risorse che intercettano diversi mondi ecclesiali e servizi diocesani. Il progetto Èoratorio viene presentato ora, mentre sta per avviarsi la prima fase immersiva in alcuni territori individuati, con i quali si collaborerà per sperimentare buone pratiche che intercettino le sfide educative emergenti.

Intercultura, orientamento, aggregazione, spiritualità sono solo alcuni degli “orizzonti” con i quali si confronterà il progetto Èoratorio, per riaffermare l’identità, la funzione e l’efficacia educativa dell’oratorio in questo tempo di cambiamenti in atto, nel quale è la vita dei ragazzi e delle ragazze, di preadolescenti e adolescenti, a cambiare sempre più velocemente.

 

Linee progettuali, finalità, composizione (pdf)

 

Èoratorio, significato, slogan e logo (pdf)

 

Il Gazzettino della FOM (numero dedicato)

 

Slide di presentazione (pdf)

 

Video di presentazione (Youtube)

 

 

 

Leggi l’articolo sulla presentazione del progetto (Chiesadimilano.it)

 

 

Playlist ufficiale del progetto Èoratorio
Video degli interventi all’Incontro di presentazione del 12 novembre 2024

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Il progetto Èoratorio non è “solo un’idea”, ma una vera e propria sfida per ripensare gli oratori come luoghi centrali di educazione e incontro nella società di oggi. Il 12 novembre scorso abbiamo organizzato un incontro a Milano con i principali protagonisti del progetto: i membri del Tavolo tecnico di progetto con operatori della FOM e altri provenienti da diversi soggetti ecclesiali e i membri del Comitato scientifico di ricerca che coinvolge l’Università Cattolica, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il Seminario di Milano e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose.

Sono intervenuti don Giuseppe Como, Presidente della FOM e Vicario episcopale per la celebrazione e l’educazione della fede, don Stefano Guidi, direttore della FOM, don Claudio Burgio, che collabora con il progetto, Antonino Romeo, referente dell’area progettazione della FOM. E poi Cristina Pasqualini e Giulia Schiavone, che hanno spiegato l’approccio interdisciplinare e le prime esperienze di ricerca sul campo, e suor Rosina Barbari, che ha offerto una riflessione profonda sul significato degli oratori come spazi vivi e in dialogo con il territorio.

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