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Fino al 15 novembre

1944: a teatro il martirio di Carlo Bianchi

Al Nuovo Teatro Ariberto a Milano, uno spettacolo di Marco Filatori ripercorre le storie di quanti furono internati e uccisi nel campo di Fossoli. A cominciare dal giovane ingegnere milanese, cattolico e antifascista.

10 Novembre 2015

Al Nuovo Teatro Ariberto a Milano (via Daniele Crespi, 9) da venerdì 6 novembre 2015 va in scena lo spettacolo «12 luglio 1944: Carlo Bianchi e gli altri martiri di Cibeno», di Marco Filatori

Fare memoria è un’azione profondamente civile. E la memoria è il filo robusto che intesse questo spettacolo sulla strage di Fossoli, che Marco Filatori ha scritto su espresso desiderio degli eredi di uno degli internati del campo, Carlo Bianchi: la memoria della famiglia, che ha messo a disposizione le carte e i pochi materiali esistenti sul caso; la memoria di Carlo, racchiusa in una manciata di lettere; la memoria di Italo, immaginario narratore che nella finzione scenica è un ex repubblichino in servizio a Fossoli durante la breve permanenza di Bianchi e, trent’anni dopo, davanti a un registratore e a una bottiglia di vino, racconta.

Mentre fuori le strade sono deserte e gli italiani sono incollati ai televisori per la finalissima di Rischiatutto, il 25 maggio del 1974, Italo ricorda la vita al campo, la strana amicizia con quel prigioniero e quella notte prima che lo portassero via assieme agli altri 66.

Per lui è l’ultima possibilità per ricordare. Per noi la prima per non scordare una storia di cui ancora si sa troppo poco.

Drammaturgia e regia Marco Filatori, musica originale Carlo Boccadoro. Con il patrocinio di ANED, ANPI e ANPC

Da Venerdi 6 novembre 2015 a Domenica 15 novembre 2015, alle 20.45 (domenica ore 16.30; lunedì e martedì riposo).

Per informazioni e prenotazioni: www.nuovoteatroariberto.it

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Nel centenario della nascita, un ricordo del giovane ingegnere milanese, medaglia d'oro, che nel 1943 creò con il sostegno del cardinal Schuster un ente di assistenza per i bisognosi, ancor oggi in attività. Con Teresio Olivelli fondò il giornale clandestino «Il Ribelle», venendo quindi deportato a Fossoli e fucilato. Nei giorni scorsi una targa commemorativa è stata collocata sulla sua casa natale.

di Luca FRIGERIO