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Dopo l’oro nel pattinaggio veloce 1500 m FABRIS NELLA STORIA

5 Giugno 2008

Il 24enne atleta veneto vince due gare in una stessa Olimpiade,
come Monti-De Paolis, Tomba e Di Centa, ed eguaglia il primato
di Vanzetta (tre volte sul podio in un’edizione dei Giochi invernali).
Weissensteiner-Isacco medaglia di bronzo nel bob a due femminile

Enrico Fabris nella storia. Non contento del bronzo conquistato nei 5000 m (prima medaglia azzurra a Torino 2006 e primo podio olimpico assoluto nel pattinaggio veloce), non pago di aver guidato alla vittoria la staffetta, il 24enne pattinatore veneto si è aggiudicato anche i 1500 m.

Alla vigilia era questa, in effetti, la gara definita più congeniale per Fabris. E lui non ha tradito le attese, con una prestazione super, costantemente in crescendo. Eccezionale in particolare l’ultimo giro, grazie al quale Fabris ha avuto la meglio per una manciata di centesimi sugli statunitensi Shani Davis e Chad Hendrick (vincitore dei 5000).

Per l’atleta veneto è la seconda medaglia d’oro in una stessa Olimpiade (come Monti e De Paolis a Grenoble 1968, Tomba a Calgary 1988 e Di Centa a Lillehammer 1994). Prima di Fabris l’unico italiano a salire tre volte sul podio in un’edizione dei Giochi invernali era stato Giorgio Vanzetta, nel fondo, ad Albertville 1992. Non c’è dubbio: al momento l’uomo-copertina di Torino 2006 è lui. E venerdì lo attendono i 10 mila m.

L’oro di Fabris ha fatto salire a otto il bottino complessivo sin qui accumulato nel medagliere dalla spedizione azzurra. A quota nove siamo invece giunti grazie a Gerda Weissensteiner e Jennifer Isacco, terze nel bob a due femminile. Per la prima volta saliamo sul podio alle Olimpiadi in questa disciplina “rosa”.

Una medaglia che corona due storie particolari. Quella di Gerda Weissensteiner, 37 anni da Bolzano, 6 Olimpiadi alle spalle, che prima di affermarsi nel bob ha trascorso una vita (vincente) nello slittino, conquistando la medaglia d’oro ai Giochi di Lillehammer. Quella di Jennifer Isacco, 29 anni da Casletto di Rogeno (Lecco), convertitasi al bob dopo che molti infortuni ne avevano pregiudicato le ambizioni di velocista nell’atletica (m.c.)