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Dopo gli episodi di vandalismo alla Comasina LA SFIDA DELLE PERIFERIE

Dopo gli atti vandalici compiuti alla Comasina parla Guido Ponticelli, presidente della Osber, la società sportiva del Csi attiva nell'oratorio del quartiere milanese: «La situazione non è così grave come è stata descritta. In ogni caso lo sport può educare al rispetto delle regole»

5 Giugno 2008

Parla il presidente della Osber, la società sportiva del Csi attiva
nel quartiere: «Lo sport può educare al rispetto delle regole»

di Lucia Teormino

Due auto bruciate in pochi giorni e diversi atti di vandalismo. La visita del cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha sostenuto con autorevolezza la necessità di una maggiore sicurezza nei quartieri periferici e sollecitato le istituzioni responsabili a intervenire velocemente e in modo efficace. La risposta del prefetto Gian Valerio Lombardi, che ha affermato di aver mobilitato squadre speciali per l’ordine nel quartiere.

Fatti accaduti nelle ultime settimane alla Comasina, e precisamente presso l’oratorio di San Bernardo, dove ha sede e svolge la sua attività la Osber, una delle tante società sportive del Csi ubicate nella periferia milanese. Dal presidente Guido Ponticelli una testimonianza diretta sulla situazione del quartiere.

Che quartiere è la Comasina?
È un quartiere vivibile. Ritengo che la situazione non sia grave come è stata descritta. Conosco molta brava gente che abita qui. Certo, è più facile raccontare gli aspetti negativi, ma ci sono anche diversi elementi positivi, come gli oltre 250 iscritti all’oratorio feriale e i 140 atleti iscritti alla nostra società.

Allo sport si riconosce un grande valore di prevenzione. Funziona anche in periferia?
Assolutamente sì. La Comasina offre poco sia ai giovani che agli adulti; la nascita della Polisportiva è stata pensata proprio per offrire un luogo d’incontro e un’alternativa alla strada. Sia chiaro: andiamo in campo per vincere; ma allo stesso tempo intendiamo dare un segnale preciso e in linea con la pastorale oratoriana. L’oratorio e la nostra società sportiva sono aperti a tutti, anche ai bambini di altre religioni. Sono convinto che lo sport, meglio di tanti altri strumenti, riesca a far breccia tra i giovani e possa educare alle legalità e al rispetto delle regole.