Esprime «sconcerto» don Giuseppe Nichetti, parroco di Sant’Apollinare e Sant’Anselmo a Baggio, per l’intervento di due giorni fa nelle torri di via Quarti. Non per lo sgombero in sé, sottolinea, «ma per le modalità». Martedì pomeriggio con un massiccio intervento delle Forze dell’Ordine è stata eseguita una di quelle che la Prefettura classifica come “Operazioni Interforze Periferie”, per contrastare situazioni di illegalità. Che qui, in queste sette torri Aler che contano 450 appartamenti, sono purtroppo conclamate. I dati dell’operazione parlano di nove appartamenti sgomberati e altri dieci abbandonati spontaneamente, oltre al sequestro di hashish e cocaina. Ma le testimonianze parlano anche di un’iniziativa eseguita senza coinvolgere i Servizi Sociali, e che ha lasciato molti degli inquilini senza elettricità e gas, come ha denunciato il Comune di Milano, chiedendone il ripristino. Nella torre in cui abitano le suore – ovvero le Discepole del Vangelo – su 60 famiglie solo 13 ora hanno l’energia elettrica, gli altri sono senza, fa i conti il parroco. E le famiglie che hanno lo scaldabagno sono rimaste senza acqua calda.
«È vero che in via Quarti molti hanno un allaccio abusivo all’energia elettrica», ammette il parroco, che però denuncia: «Da anni qui si chiedono interventi, si segnala una situazione di illegalità. Io stesso ho incontrato due volte, quest’anno, il presidente di Aler: l’ultima – ricorda – a luglio, insieme agli assessori alla Casa e al Welfare del Comune di Milano». Incontri che il parroco ha richiamato anche nella lettera inviata al Prefetto. Qui, riferisce il parroco, non vengono previsti interventi per migliore le cose perché, argomenta Aler, dopo qualunque intervento segue un danneggiamento. Ma don Nichetti ricorda: «Non si possono considerare solo gli abusivi e quelli che non rispettano gli ambienti; ci sono anche gli inquilini che pagano regolarmente l’affitto, e che hanno diritto di vivere in un contesto civile».
Dopo gli sgomberi e il taglio dell’elettricità, molte delle famiglie hanno trovato “rifugio”, o comunque un riferimento, bussando alle Discepole del Vangelo. In questi frangenti «non possiamo fare molto», spiega don Nichetti, che ieri è comunque stato in via Quarti fino al tardo pomeriggio. Le parrocchie hanno intanto raccolto delle torce, per le famiglie che sono ancora al buio. «Il nostro, spiega il parroco, è soprattutto un lavoro di ascolto». Perché naturalmente, riferisce, molti erano portati a fare le barricate, a cercare lo scontro. «Ho quindi cercato di invitare alla moderazione: non cerchiamo il conflitto, lo scontro. Cerchiamo soluzioni adeguate, naturalmente nella legalità». Ma, osserva il parroco, verso i “disperati” che abitano qui serve una considerazione diversa rispetto a quella dei fondi di investimento che comprano in centro a Milano, e che qui non si vedono.




