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Monza

Otto anni di SLAncio

Il 18 gennaio 2014 s’inaugurava la Rsd San Pietro, che ospita persone con la Sla e in stato vegetativo

17 Gennaio 2022
La Rsd San Pietro

Il 18 gennaio 2014 s’inaugurava la Rsd San Pietro, una struttura sanitaria unica in Italia, capace di ospitare, in lungodegenza, un numero elevato di pazienti con patologie neurologiche complesse e in grado di dare sollievo a 60 persone con Sla e in stato vegetativo. Molti donatori hanno sostenuto questo progetto e consentito a tante persone che vivono situazioni di grave malattia di poter disporre di cure e assistenza adeguata.

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Un momento dell’inaugurazione

Il disagio dei parenti

La Rsd San Pietro è un progetto de La Meridiana «nato – racconta Roberto Mauri, presidente della Cooperativa – per offrire specifiche cure e un’apposita assistenza a persone che, generalmente, erano accudite in strutture come Rsa o nuclei di queste, ma che invece necessitano di luoghi e cure specifiche. In quegli anni abbiamo ascoltato il disagio dei parenti i quali ci chiedevano di aprire un luogo capace di accogliere e curare persone con Sla e in stato vegetativo. Di fronte a questo bisogno abbiamo buttato il nostro cuore oltre l’ostacolo e siamo partiti per un’avventura che a molti sembrava impossibile. Abbiamo fatto appello alla cittadinanza, la quale ci ha ascoltato e ha creduto alla bontà del progetto. Grazie alle donazioni giunte da tutta la comunità (da fondazioni, da associazioni, da club di servizio, da cittadini, da famiglie, da imprese…) siamo riusciti ad affrontare una parte dei costi della struttura. Attualmente, però, mancano ancora circa 5 milioni. La raccolta fondi, dunque, non si ferma e proseguirà con l’obiettivo di coprire il debito nei prossimi anni».

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Un momento dell’inaugurazione

Lo stile della cura

La Rsd San Pietro è una struttura sanitaria dove tutto è stato progettato nel minimo dettaglio: dagli ambienti ai colori, dalla domotica alle attrezzature sanitarie, ma soprattutto desidera caratterizzarsi per lo stile della cura che coniuga competenza medica con l’amore alla persona. «Certo lavorare in un ambiente adeguato, accogliente con attrezzature sanitarie all’avanguardia – spiega Andrea Magnoni, neurologo e responsabile clinico della Rsd San Pietro – favorisce il lavoro del medico e degli operatori,  ma le più belle soddisfazioni nel nostro lavoro sono quelle di essere stati a fianco a persone con la vita sospesa a un filo e su questo filo abbiamo camminato insieme a volte serenamente altre volte abbiamo percorso sentieri sconnessi avvolti dalle mille domande sui misteri della vita».

Progetti e attività

Migliorare il più possibile la qualità della vita degli ospiti, garantire una cura amorevole e competente, stare accanto ai familiari, provare a cercare un senso dell’esistenza malgrado le gravi condizioni di molti pazienti, sono stati alcuni fra gli obiettivi perseguiti in questi otto anni dalla Rsd San Pietro.

Molteplici i progetti e le attività innovative. Anzitutto il “Movimento Inatteso”, un progetto che si è sviluppato a seguito di un “minimale risveglio della coscienza” di persone in stato vegetativo. Un’équipe di esperti (fra cui un fisioterapista, un musico terapista, un logopedista, un terapista energetico coordinati dal neurologo Magnoni) si è adoperata per offrire una serie di interventi e di trattamenti per consolidare e sviluppare i timidi segnali di vita. 

E poi il progetto Scriveresistere, la prima rivista al mondo scritta con gli occhi. Un magazine che comunica la vita, le emozioni, i sogni, i desideri delle persone malate di Sla. La stessa rivista ha organizzato un concorso letterario, il Premio SLAncio. Impossibile dimenticare che un nostro ospite, Luigi Picheca, grazie alla collaborazione con il giornale online Il Dialogo di Monza, è diventato giornalista pubblicista.

«Oltre all’ottavo anniversario della RSD dobbiamo ricordare – aggiunge Fulvio Sanvito, direttore de La Meridiana – che il 21 gennaio ricorre il 21esimo anno di vita della Rsa San Pietro. La speranza è che la pandemia sia presto un lontano ricordo, affinché si possa ritornare, il più presto possibile, a coltivare in presenza e in vicinanza le relazioni, le amicizie e gli affetti».