Due visite desiderate e richieste. Sono quelle che Barack Obama ha compiuto nel suo primo pomeriggio a Milano. Prima, la sosta presso la Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana, espressamente voluta dall’ex presidente degli Stati Uniti. «È stato molto interessato alle nostre opere», spiega don Alberto Rocca, dottore dell’“Ambrosiana” e responsabile della Pinacoteca che, con il presidente dei Conservatori, Lorenzo Ornaghi, ha accompagnato, nella visita, Obama.
«Soprattutto, è stato molto attratto dal Codice Atlantico di Leonardo, del quale abbiamo mostrato alcuni fogli e disegni particolarmente significativi, come la famosa “Bombarda”. Nel contesto – ammiratissimo – della splendida Sala della Rosa, le cui pareti sono arricchite da antiche librerie contenti volumi di altissimo pregio, Obama ha potuto vedere anche il codice, con disegni attribuiti al genio vinciano, “De Divina Proportione” di composto da Fra’ Luca Pacioli nel 1497.
Molte le domande poste dall’ospite «assolutamente a suo agio e affabile», nella “Sala Federiciana”, gioiello nel gioiello dell’Ambrosiana. Dopo, la salita verso il piano che ospita la Pinacoteca e qui, l’emozione è stata grande, dice ancora don Rocca. Due capolavori per tutti: «La “Canestra” di Caravaggio, ma in modo specifico, il restauro del Cartone della “Scuola di Atene” di Raffaello».
Insomma, un momento sereno (nonostante le impressionanti misure di sicurezza), prolungatosi oltre 35 minuti che è proseguito, per l’ex inquilino della Casa Bianca, in Duomo dove è stato accolto – davanti a una delle porte laterali prospicienti via cardinale Carlo Maria Martini mentre tanta gente si assiepava dietro le transenne – dal saluto dall’arciprete della Cattedrale e presidente della Veneranda Fabbrica, monsignor Gianantonio Borgonovo. È lui che racconta: «La visita è stata di carattere privato come quella della moglie Michelle nel 2015. Obama è arrivato alle 15.45 e si è trattenuto per 40 minuti. Ha ammirato l’Altare maggiore, la zona del Presbiterio e il Retrocoro dove abbiamo sostato presso la copia della Madonnina che la moglie aveva visto a Expo».
Molto colpito, il “turista” di lusso e del giorno, dalla Cappella Iemale sottostante all’Altare maggiore, con la sua splendida decorazione ad affreschi e gli stucchi cinquecenteschi.
Poi, in ascensore, fino alle Terrazze, nella parte da cui già la consorte con le figlie, aveva visto Milano dall’alto. Sicuramente, c’è da credere che sia stata proprio Michelle, che nel 2015 si disse «incantata», a consigliare il marito. E chissà se i coniugi Obama, appenderanno, nella loro cucina di americani “normali”, l’orologio a cucù bianco con la forma del Duomo che è stato regalato all’ospite insieme al volume d’arte, in lingua inglese e italiana, dedicato da monsignor Marco Navoni alla Liturgia ambrosiana.