Share

Scuola

Stranieri, in classe oltre il 30%

A Milano e provincia sono una cinquantina� gli istituti�che superano abbondantemente il limite posto dal Ministero dell'Istruzione

di Cristina CONTI Redazione

11 Febbraio 2010

Sono partite le iscrizioni al prossimo anno scolastico e il tetto del 30% per gli alunni stranieri nelle classi inizia già a creare problemi. A Milano e provincia, infatti, sono una cinquantina le scuole che superano abbondantemente il limite posto dal Ministero dell’Istruzione. «Il tetto è uno strumento che permette di rispettare la cosiddetta “soglia di sostenibilità” – precisa il professor Giulio Voltolina, responsabile del Settore Minori dell’Ismu, l’Istituto per lo studio della multietnicità -. Le ricerche dimostrano che quando si vogliono inserire in un gruppo elementi nuovi che non gli appartengono, questi non debbono superare il 50%, così da garantire un buon livello di tolleranza. Di fronte a situazioni così gravi non solo i genitori italiani, ma anche quelli stranieri vogliono portare via i propri figli».
La soglia del 30% potrà essere innalzata se si tratta di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di quelli nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. Il capoluogo lombardo è quello che conta il maggior numero di studenti non italiani iscritti, con ben 50.578 ragazzi provenienti da 175 Nazioni diverse. Raggiunge il 12,1 la percentuale di alunni di cittadinanza straniera iscritti nelle scuole di Milano e provincia.
Il problema è soprattutto quello di evitare classi, plessi scolastici e istituti poco omogenei. Tra le 50 scuole che superano il limite, infatti, ce ne sono alcune che hanno una media di 40-50% di immigrati, mentre tra quelle divise in plessi si contano in alcuni casi solo 30 ragazzi stranieri in uno e addirittura 80 nell’altro.
Per risolvere la questione è in programma la nascita di almeno tre nuovi poli scolastici, di cui uno a Monza e uno a Legnano, per distribuire meglio chi non è italiano. «Il Ministero ci ha inviato un quadro preciso della situazione, cui aggiungeremo altre verifiche sull’alfabetizzazione degli alunni e a quel punto illustreremo i singoli casi al direttore regionale per valutare eventuali deroghe – precisa il provveditore, Giuliana Pupazzoni -. C’è molta attenzione a questo tema e il supplemento di dati che stiamo raccogliendo ci aiuterà a gestire meglio questo fenomeno». Sono partite le iscrizioni al prossimo anno scolastico e il tetto del 30% per gli alunni stranieri nelle classi inizia già a creare problemi. A Milano e provincia, infatti, sono una cinquantina le scuole che superano abbondantemente il limite posto dal Ministero dell’Istruzione. «Il tetto è uno strumento che permette di rispettare la cosiddetta “soglia di sostenibilità” – precisa il professor Giulio Voltolina, responsabile del Settore Minori dell’Ismu, l’Istituto per lo studio della multietnicità -. Le ricerche dimostrano che quando si vogliono inserire in un gruppo elementi nuovi che non gli appartengono, questi non debbono superare il 50%, così da garantire un buon livello di tolleranza. Di fronte a situazioni così gravi non solo i genitori italiani, ma anche quelli stranieri vogliono portare via i propri figli».La soglia del 30% potrà essere innalzata se si tratta di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di quelli nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. Il capoluogo lombardo è quello che conta il maggior numero di studenti non italiani iscritti, con ben 50.578 ragazzi provenienti da 175 Nazioni diverse. Raggiunge il 12,1 la percentuale di alunni di cittadinanza straniera iscritti nelle scuole di Milano e provincia.Il problema è soprattutto quello di evitare classi, plessi scolastici e istituti poco omogenei. Tra le 50 scuole che superano il limite, infatti, ce ne sono alcune che hanno una media di 40-50% di immigrati, mentre tra quelle divise in plessi si contano in alcuni casi solo 30 ragazzi stranieri in uno e addirittura 80 nell’altro.Per risolvere la questione è in programma la nascita di almeno tre nuovi poli scolastici, di cui uno a Monza e uno a Legnano, per distribuire meglio chi non è italiano. «Il Ministero ci ha inviato un quadro preciso della situazione, cui aggiungeremo altre verifiche sull’alfabetizzazione degli alunni e a quel punto illustreremo i singoli casi al direttore regionale per valutare eventuali deroghe – precisa il provveditore, Giuliana Pupazzoni -. C’è molta attenzione a questo tema e il supplemento di dati che stiamo raccogliendo ci aiuterà a gestire meglio questo fenomeno».