Share

Esperienze

Le famiglie di Mambre e il “monastero” accogliente

A Vigano di Gaggiano una casa solidale che ospita anche persone in difficoltà

di Annamaria BRACCINI Redazione

14 Maggio 2010

Una mamma sola con i suoi tre bambini, una coppia che dopo vicende dolorose di violenza ed emarginazione ha voluto ricominciare per il proprio figlio, un uomo che attendeva da tempo la regolarizzazione per vivere finalmente una vita e un lavoro dignitosi con la moglie italiana.
Sarebbero tante le storie da raccontare in questo angolo di campagna che si affaccia sul Naviglio pavese, alle porte di Milano. È l’Associazione Mambre di Vigano, frazione antica di Gaggiano, dove, tra il verde della campagna e l’antica bellezza del complesso che ospita l’Associazione, sei anni fa è nato il progetto di un gruppo di famiglie solidali e accoglienti: tre residenti che ne ospitano altrettante in difficoltà, condividendo la giornata e cercando così di sostenerne i momenti di maggiore complessità. «Abbiamo un monolocale e due appartamentini un poco più grandi – spiega Silvano Mezzenzana, direttore dell’agenzia Duomo Viaggi, uno dei fondatori e membro attivo di Mambre – ed è qui che ospitiamo chi ha bisogno di aiuto per un periodo medio di sei-otto mesi. Ma siamo arrivati anche a permanenze di due anni».
Insomma, una realtà non dai grandi numeri, ma che per le oltre venti famiglie avvicendatesi a Vigano in questi anni è una sicurezza anche dopo l’uscita dalla residenza “protetta”, con rapporti che talvolta continuano nel tempo. D’altra parte è la struttura stessa della casa, antico ospizio certosino risalente al XV secolo, con un gran parco intorno e un clima molto familiare e “caldo”, a dare da subito l’idea che qui il “farsi prossimo” va molto al di là della burocrazia. «La nostra associazione è costituita, pensata e gestita su base esclusivamente privata e laica (può accedere anche al 5×1000, ndr) – specifica Mezzenzana -, ma sempre più spesso, ormai, collabora con i Servizi sociali e agisce su nuclei familiari da questi segnalati».
È forse il caso di notare che ultimamente sono sempre di più gli italiani che si rivolgono a Mambre: segno evidente di una crisi che non risparmia nessuno. L’iniziativa – che prende nome dalle querce della Genesi presso cui apparve il Signore – vuole portare speranza anche attraverso le altre due “vocazioni” dell’associazione: quella dell’annuncio e della Lettura della Parola di Dio e quella culturale, con incontri che un sabato al mese portano a Vigano dalle cinquanta alle sessanta persone.
Tre dimensioni che si collegano in un unico e coerente progetto di testimonianza, capace di prendere “sul serio” il Vangelo e di metterlo in pratica. E allora c’è ancora spazio per un sogno nel cassetto, conclude Mezzenzana: «Avviare giornate residenziali di spiritualità e riflessione rivolte a fidanzati vicini al matrimonio e fare della nostra realtà uno spazio aperto per coppie, qualsiasi sia la loro situazione, che, incontrandosi e mettendo a confronto le loro storie, possano ritrovare le ragioni di una speranza rinnovata». Una mamma sola con i suoi tre bambini, una coppia che dopo vicende dolorose di violenza ed emarginazione ha voluto ricominciare per il proprio figlio, un uomo che attendeva da tempo la regolarizzazione per vivere finalmente una vita e un lavoro dignitosi con la moglie italiana.Sarebbero tante le storie da raccontare in questo angolo di campagna che si affaccia sul Naviglio pavese, alle porte di Milano. È l’Associazione Mambre di Vigano, frazione antica di Gaggiano, dove, tra il verde della campagna e l’antica bellezza del complesso che ospita l’Associazione, sei anni fa è nato il progetto di un gruppo di famiglie solidali e accoglienti: tre residenti che ne ospitano altrettante in difficoltà, condividendo la giornata e cercando così di sostenerne i momenti di maggiore complessità. «Abbiamo un monolocale e due appartamentini un poco più grandi – spiega Silvano Mezzenzana, direttore dell’agenzia Duomo Viaggi, uno dei fondatori e membro attivo di Mambre – ed è qui che ospitiamo chi ha bisogno di aiuto per un periodo medio di sei-otto mesi. Ma siamo arrivati anche a permanenze di due anni».Insomma, una realtà non dai grandi numeri, ma che per le oltre venti famiglie avvicendatesi a Vigano in questi anni è una sicurezza anche dopo l’uscita dalla residenza “protetta”, con rapporti che talvolta continuano nel tempo. D’altra parte è la struttura stessa della casa, antico ospizio certosino risalente al XV secolo, con un gran parco intorno e un clima molto familiare e “caldo”, a dare da subito l’idea che qui il “farsi prossimo” va molto al di là della burocrazia. «La nostra associazione è costituita, pensata e gestita su base esclusivamente privata e laica (può accedere anche al 5×1000, ndr) – specifica Mezzenzana -, ma sempre più spesso, ormai, collabora con i Servizi sociali e agisce su nuclei familiari da questi segnalati».È forse il caso di notare che ultimamente sono sempre di più gli italiani che si rivolgono a Mambre: segno evidente di una crisi che non risparmia nessuno. L’iniziativa – che prende nome dalle querce della Genesi presso cui apparve il Signore – vuole portare speranza anche attraverso le altre due “vocazioni” dell’associazione: quella dell’annuncio e della Lettura della Parola di Dio e quella culturale, con incontri che un sabato al mese portano a Vigano dalle cinquanta alle sessanta persone.Tre dimensioni che si collegano in un unico e coerente progetto di testimonianza, capace di prendere “sul serio” il Vangelo e di metterlo in pratica. E allora c’è ancora spazio per un sogno nel cassetto, conclude Mezzenzana: «Avviare giornate residenziali di spiritualità e riflessione rivolte a fidanzati vicini al matrimonio e fare della nostra realtà uno spazio aperto per coppie, qualsiasi sia la loro situazione, che, incontrandosi e mettendo a confronto le loro storie, possano ritrovare le ragioni di una speranza rinnovata».