Share

Prostituzione

Il 30% sono rumene

di Filippo MAGNI Redazione

21 Aprile 2010

Sono 5 le Unità di strada presenti a Milano e provincia. “Avenida”, legata a Caritas Ambrosiana, e poi “Altre strade”, “Cabiria”, “Segnavia”, “Via del Campo”, “Lule”. Sono attive su tre grandi aree di intervento: innanzitutto quella sanitaria, che comporta l’accompagnamento delle prostitute a svolgere esami medici. In secondo luogo quella socio-legale, con l’affiancamento delle donne di strada lungo il percorso di ottenimento o rinnovo del permesso di soggiorno. Terzo e ultimo ambito è il reinserimento sociale, che comprende tutti gli aspetti che possono favorire un possibile percorso di fuoriuscita dalla prostituzione. Per lo più attraverso l’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione, attivato tramite gli enti accreditati.
Dal 2007 le Uds della Lombardia si sono dotate di un unico modello per la raccolta delle informazioni relative al fenomeno della prostituzione. I dati sono stati sintetizzati in un rapporto (curato da Sabrina Ignazi e Patrizia Farina) che descrive gli ultimi 18 mesi di attività. In tale lasso di tempo sono stati attivati 33.791 contatti con 6.949 persone diverse. Di queste, 3.321 sono state incontrate per la prima volta. L’86% dei contattati è donna, il 4,6% uomo, il 4% trans. Tutti hanno comunque clientela maschile. Il 30,6% delle prostitute incontrate è di nazionalità rumena, il 29,2% nigeriana, il 9,4% albanese, il 4,8% brasiliana. Il 2% sono italiane. Il dato non esprime la completezza del fenomeno: si può presumere che le persone italiane siano poco interessate al contatto con le Uds. Le brasiliane, per lo più, si prostituiscono in appartamento e dunque hanno una presenza limitata nei numeri del rapporto.
L’obiettivo principale delle Unità di strada è offrire vicinanza a un gruppo di persone che altrimenti non sarebbe avvicinato da alcun servizio. I volontari rilevano bisogni di diverso tipo: nella metà dei casi riguardano la sfera della salute. A questa seguono la richiesta di un appuntamento in un contesto diverso dalla strada e la richiesta di informazioni di tipo legale. La richiesta di lasciare la prostituzione, primo passo verso un possibile percorso di protezione sociale, costituisce l’8,7% delle richieste. Il dato, piuttosto contenuto, è dovuto alla necessità di instaurare un rapporto di fiducia con gli operatori prima di formulare una tale richiesta.
Ambito ancora da approfondire per le Uds è la prostituzione in appartamento: rappresenta l’1,6% dei contatti. Tra coloro le quali esercitano in casa, le persone brasiliane vengono contattate con maggiore facilità rispetto a chi proviene dall’Est Europa. Le cinesi rappresentano invece un universo quasi inaccessibile. Sono 5 le Unità di strada presenti a Milano e provincia. “Avenida”, legata a Caritas Ambrosiana, e poi “Altre strade”, “Cabiria”, “Segnavia”, “Via del Campo”, “Lule”. Sono attive su tre grandi aree di intervento: innanzitutto quella sanitaria, che comporta l’accompagnamento delle prostitute a svolgere esami medici. In secondo luogo quella socio-legale, con l’affiancamento delle donne di strada lungo il percorso di ottenimento o rinnovo del permesso di soggiorno. Terzo e ultimo ambito è il reinserimento sociale, che comprende tutti gli aspetti che possono favorire un possibile percorso di fuoriuscita dalla prostituzione. Per lo più attraverso l’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione, attivato tramite gli enti accreditati.Dal 2007 le Uds della Lombardia si sono dotate di un unico modello per la raccolta delle informazioni relative al fenomeno della prostituzione. I dati sono stati sintetizzati in un rapporto (curato da Sabrina Ignazi e Patrizia Farina) che descrive gli ultimi 18 mesi di attività. In tale lasso di tempo sono stati attivati 33.791 contatti con 6.949 persone diverse. Di queste, 3.321 sono state incontrate per la prima volta. L’86% dei contattati è donna, il 4,6% uomo, il 4% trans. Tutti hanno comunque clientela maschile. Il 30,6% delle prostitute incontrate è di nazionalità rumena, il 29,2% nigeriana, il 9,4% albanese, il 4,8% brasiliana. Il 2% sono italiane. Il dato non esprime la completezza del fenomeno: si può presumere che le persone italiane siano poco interessate al contatto con le Uds. Le brasiliane, per lo più, si prostituiscono in appartamento e dunque hanno una presenza limitata nei numeri del rapporto.L’obiettivo principale delle Unità di strada è offrire vicinanza a un gruppo di persone che altrimenti non sarebbe avvicinato da alcun servizio. I volontari rilevano bisogni di diverso tipo: nella metà dei casi riguardano la sfera della salute. A questa seguono la richiesta di un appuntamento in un contesto diverso dalla strada e la richiesta di informazioni di tipo legale. La richiesta di lasciare la prostituzione, primo passo verso un possibile percorso di protezione sociale, costituisce l’8,7% delle richieste. Il dato, piuttosto contenuto, è dovuto alla necessità di instaurare un rapporto di fiducia con gli operatori prima di formulare una tale richiesta.Ambito ancora da approfondire per le Uds è la prostituzione in appartamento: rappresenta l’1,6% dei contatti. Tra coloro le quali esercitano in casa, le persone brasiliane vengono contattate con maggiore facilità rispetto a chi proviene dall’Est Europa. Le cinesi rappresentano invece un universo quasi inaccessibile.