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Rapporto sulla Città

Esclusione sociale: politiche locali tra chiusure e collaborazione

13 Luglio 2010

“L’esclusione sociale” è il tema affrontato da Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori e Sociologia urbana presso la Statale di Milano. Partendo da dati raccolti dalla Caritas ambrosiana e da una ricerca della Casa della carità, il sociologo analizza le molteplici forme in cui si manifesta a Milano il fenomeno della povertà e dell’esclusione: dal caso più estremo dei senza dimora (3.860 persone nel 2008) a quello più “controverso” delle minoranze rom e sinti: 150 mila persone in Italia, di cui 13 mila in Lombardia e circa 5 mila nella provincia di Milano.
A proposito della loro presenza in Italia e in particolare nel Comune milanese, Ambrosini rileva che «l’invasione temuta da molti non si è verificata: nel 2008 autorità e mass media ipotizzavano di toccare quota 20 mila, la prefettura ne ha censiti 3.562 a Milano e provincia. Le ripetute demolizioni degli insediamenti abusivi compromettono i tentativi di integrazione e tutela sociale e aggravano la marginalità delle minoranze che li subiscono». Secondo lo studio sono molti i rom che lavorano, anche se spesso in forme precarie, stagionali, irregolari, come in edilizia e agricoltura, o in attività pericolose come l’estrazione dell’amianto.
«Le politiche locali hanno per certi versi seguito, per altri addirittura anticipato logiche di colpevolizzazione dei soggetti marginali portate avanti dalle politiche nazionali. Non mancano tuttavia i casi di collaborazione tra istituzioni pubbliche e terzo settore». Non di rado (come nel caso del Fondo famiglia-lavoro) «gli attori non istituzionali assumono un ruolo decisivo per ricucire il tessuto sociale laddove le istituzioni pubbliche non arrivano, o non possono arrivare». “L’esclusione sociale” è il tema affrontato da Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia dei processi migratori e Sociologia urbana presso la Statale di Milano. Partendo da dati raccolti dalla Caritas ambrosiana e da una ricerca della Casa della carità, il sociologo analizza le molteplici forme in cui si manifesta a Milano il fenomeno della povertà e dell’esclusione: dal caso più estremo dei senza dimora (3.860 persone nel 2008) a quello più “controverso” delle minoranze rom e sinti: 150 mila persone in Italia, di cui 13 mila in Lombardia e circa 5 mila nella provincia di Milano.A proposito della loro presenza in Italia e in particolare nel Comune milanese, Ambrosini rileva che «l’invasione temuta da molti non si è verificata: nel 2008 autorità e mass media ipotizzavano di toccare quota 20 mila, la prefettura ne ha censiti 3.562 a Milano e provincia. Le ripetute demolizioni degli insediamenti abusivi compromettono i tentativi di integrazione e tutela sociale e aggravano la marginalità delle minoranze che li subiscono». Secondo lo studio sono molti i rom che lavorano, anche se spesso in forme precarie, stagionali, irregolari, come in edilizia e agricoltura, o in attività pericolose come l’estrazione dell’amianto.«Le politiche locali hanno per certi versi seguito, per altri addirittura anticipato logiche di colpevolizzazione dei soggetti marginali portate avanti dalle politiche nazionali. Non mancano tuttavia i casi di collaborazione tra istituzioni pubbliche e terzo settore». Non di rado (come nel caso del Fondo famiglia-lavoro) «gli attori non istituzionali assumono un ruolo decisivo per ricucire il tessuto sociale laddove le istituzioni pubbliche non arrivano, o non possono arrivare».