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Vita spirituale

A Milano si prega nella pausa pranzo

C'è chi si dedica allo shopping, chi va in palestra, chi trascorre un'ora al cellulare con i figli o gli amici. Ma la città offre anche altro. Ai Gesuiti di San Fedele, per esempio, è venuta l'idea di organizzare una Scuola di preghiera, che si tiene tutti i mercoledì dalle 12.45 alle 13.45. Molto frequentate anche le Messe in Duomo, in Sant'Antonio e in San Gioachimo. E alla "Grotta di Elia" in S. Gottardo un'oasi spirituale ecumenica

di Luisa BOVE Redazione

19 Gennaio 2010

C’è chi in pausa pranzo si dedica allo shopping, chi va in palestra, chi trascorre un’ora al cellulare con i figli o gli amici. Ma Milano offre anche altro. Ai Gesuiti di San Fedele (piazza S. Fedele 4), per esempio, è venuta l’idea di organizzare una Scuola di preghiera che si tiene tutti i mercoledì dalle 12.45 alle 13.45. Non ha dubbi padre Giuseppe Zito: «Oggi c’è molto bisogno di spiritualità», ma «tanti cattolici non sanno pregare». Pensano che «la preghiera sia poco autentica, fatta di formule meccaniche, qualcosa di puramente intellettuale oppure la ritengono un dovere da adempiere». Invece la preghiera è «la capacità di vivere alla presenza di Dio» e così la Scuola di preghiera, «piccole pillole di spiritualità», offre «alcuni strumenti» che poi vanno «rielaborati a livello personale».
«A Milano la sera è difficile organizzare iniziative, se non i grandi eventi. La città infatti si svuota e non si riesce ad avere una frequenza regolare: la gente è sempre di corsa, è stanca oppure ha altri impegni», dice padre Zito. Per questo ha scelto la pausa pranzo per lanciare la sua proposta, perché «paradossalmente è un momento favorevole: la gente va a mangiare, a fare la spesa, in palestra… e può trovare anche mezz’ora da dedicare alla preghiera». Infatti «sta funzionando», assicura il gesuita, e in chiesa ogni mercoledì ci sono 80-100 persone.
Ogni incontro inizia con un momento di preparazione («consapevolezza, respiro…»), quindi si passa ai contenuti («meditazione, contemplazione, preghiera sulla Scrittura, sulla vita, sugli eventi esterni…») e si finisce con «il discernimento degli spiriti che si agitano dentro di noi, per poter ascoltare lo Spirito», secondo la spiritualità ignaziana. Quello suggerito dai Gesuiti è solo uno dei tanti metodi possibili per pregare, «perché noi siamo convinti che ognuno deve trovare il suo e rielaborarlo». Secondo padre Zito può essere importante anche «confrontarsi con qualcuno per verificare come sta andando la preghiera». Per questo è possibile prevedere anche l’accompagnamento personale e «se qualcuno è interessato può prendere contatto con qualcuno di noi» (tel. 02.863521). Nell’organizzazione della Scuola sono coinvolti tutti i gesuiti di San Fedele, che si alternano offrendo spunti diversi: il 20 gennaio interverrà padre Lino Dan su “Ascolto dello Spirito nella storia: i segni dei tempi” e il 27 padre Zito su “Ascolto dello Spirito: l’esame di coscienza”. C’è chi in pausa pranzo si dedica allo shopping, chi va in palestra, chi trascorre un’ora al cellulare con i figli o gli amici. Ma Milano offre anche altro. Ai Gesuiti di San Fedele (piazza S. Fedele 4), per esempio, è venuta l’idea di organizzare una Scuola di preghiera che si tiene tutti i mercoledì dalle 12.45 alle 13.45. Non ha dubbi padre Giuseppe Zito: «Oggi c’è molto bisogno di spiritualità», ma «tanti cattolici non sanno pregare». Pensano che «la preghiera sia poco autentica, fatta di formule meccaniche, qualcosa di puramente intellettuale oppure la ritengono un dovere da adempiere». Invece la preghiera è «la capacità di vivere alla presenza di Dio» e così la Scuola di preghiera, «piccole pillole di spiritualità», offre «alcuni strumenti» che poi vanno «rielaborati a livello personale».«A Milano la sera è difficile organizzare iniziative, se non i grandi eventi. La città infatti si svuota e non si riesce ad avere una frequenza regolare: la gente è sempre di corsa, è stanca oppure ha altri impegni», dice padre Zito. Per questo ha scelto la pausa pranzo per lanciare la sua proposta, perché «paradossalmente è un momento favorevole: la gente va a mangiare, a fare la spesa, in palestra… e può trovare anche mezz’ora da dedicare alla preghiera». Infatti «sta funzionando», assicura il gesuita, e in chiesa ogni mercoledì ci sono 80-100 persone.Ogni incontro inizia con un momento di preparazione («consapevolezza, respiro…»), quindi si passa ai contenuti («meditazione, contemplazione, preghiera sulla Scrittura, sulla vita, sugli eventi esterni…») e si finisce con «il discernimento degli spiriti che si agitano dentro di noi, per poter ascoltare lo Spirito», secondo la spiritualità ignaziana. Quello suggerito dai Gesuiti è solo uno dei tanti metodi possibili per pregare, «perché noi siamo convinti che ognuno deve trovare il suo e rielaborarlo». Secondo padre Zito può essere importante anche «confrontarsi con qualcuno per verificare come sta andando la preghiera». Per questo è possibile prevedere anche l’accompagnamento personale e «se qualcuno è interessato può prendere contatto con qualcuno di noi» (tel. 02.863521). Nell’organizzazione della Scuola sono coinvolti tutti i gesuiti di San Fedele, che si alternano offrendo spunti diversi: il 20 gennaio interverrà padre Lino Dan su “Ascolto dello Spirito nella storia: i segni dei tempi” e il 27 padre Zito su “Ascolto dello Spirito: l’esame di coscienza”. Altre iniziative In pausa pranzo molti approfittano anche per andare a Messa. In Duomo viene celebrata tutti i giorni feriali (compreso il sabato) alle 12.45 ed è sempre molto frequentata da lavoratori e da persone di passaggio. Sempre in centro, in via S. Antonio 5, dal lunedì al venerdì gli assistenti di Azione Cattolica celebrano la Messa alle 12.30 per chi studia o lavora nel cuore di Milano. Grazie ai volontari del Touring la chiesa secentesca di S. Antonio Abate, tra le più belle e affrescate in città, con dipinti anche del Procaccini, è aperta dalle 10 alle 14 (da marzo fino alle 18).In via Fara 2, nella chiesa di San Gioachimo, nei pressi della Stazione Centrale, la Messa si celebra invece il mercoledì alle 13.05, per permettere a tutti di arrivare in orario. «È una proposta a metà della settimana lavorativa nella pausa pranzo per chi vuole approfittare di un momento di preghiera, spiritualità e incontro», dice il parroco don Paolo Citran. È la Messa feriale più frequentata (50-80 persone): è presente qualche parrocchiano, ma soprattutto gente che lavora in zona. Intorno alla Stazione Centrale «ci sono anche tanti snack bar, pizzerie e ristoranti – spiega il parroco -, ma la Messa non è per i commercianti perché a quell’ora lavorano», come pure tanti negozianti che non chiudono all’intervallo del pranzo. L’iniziativa è proposta dall’inizio di ottobre alla fine di maggio, tranne durante le feste.A San Gottardo al Palazzo, dietro Palazzo Reale, continua l’esperienza ecumenica della “Grotta di Elia” che si svolge ogni giovedì alle 13.05, per una pausa di riflessione e preghiera o, come si legge nel volantino, «un’oasi spirituale» fatta di «silenzio, ascolto e lode» che dura 20 minuti. L’anno scorso veniva letto, commentato e pregato il Vangelo di Marco, con l’aiuto di un rappresentante delle varie Chiese (cattolica, ortodossa, evangelica…). Quest’anno invece vengono presentati e letti testi biblici o della tradizione delle diverse Chiese. Giovedì scorso la pastora valdese Dorotea Müller ha presentato una poesia scritta da Bonhoeffer alla fidanzata, cui è seguita la preghiera personale con sottofondo musicale, quindi un canto di Taizé, recita di un salmo e del Padre Nostro. Il 21 gennaio, sempre alle 13.05, la “Grotta di Elia” si inserisce tra gli appuntamenti previsti per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.