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Lavoro

E’ crisi nell’Alto Milanese, in 1500 rischiano il posto

Per il sindacato è un dato che può solo peggiorare. Sono preoccupate le associazioni di categoria. Per Confindustria trend negativo delle vendite

Saverio CLEMENTI Redazione

25 Febbraio 2009

Più di 1500 lavoratori dell’Alto Milanese sono andati in cassa integrazione negli ultimi mesi. Un dato stimato al ribasso, in quanto prende in considerazione solo i comparti del meccanico e del tessile-manifatturiero. «Sono cifre destinate a peggiorare ulteriormente – spiega Giuseppe Oliva, segretario generale della Cisl Legnano-Magenta -, in quanto si riferiscono alla fine dello scorso anno. Questi numeri rappresentano il riflesso concreto sul nostro territorio di una crisi che sta coinvolgendo pesantemente tutti i settori della produzione».
Il sindacato chiede un intervento forte da parte delle istituzioni a sostegno di chi si trova in maggiori difficoltà ma, al contempo, sta definendo al proprio interno una serie d’iniziative volte a meglio comprendere il fenomeno nel territorio dell’Alto Milanese. «Ciò che più inquieta – aggiunge Oliva – è la giovane età in cui si trovano molte delle persone attualmente in cassa integrazione; tutte ancora lontane dall’età pensionabile, ma per le quali diventa difficile una ricollocazione nel circuito del lavoro. Quanto alle imprese coinvolte, purtroppo, sono tutte situazioni senza prospettive, che si trascinano da tempo e dove pensare ad un’effettiva ripresa diventa praticamente un miraggio».
Anche le associazioni di categoria non nascondono le preoccupazioni. «Non sappiamo se abbiamo già toccato il fondo o se il peggio debba ancora arrivare – lamenta Edmiro Toniolo, presidente di Confartigianato Alto Milanese -, ma l’associazione è sempre al fianco delle sue aziende. Innanzitutto con una capillare informazione, realizzata soprattutto attraverso un vademecum in distribuzione a tutti i soci, che riepiloga gli incentivi e i contributi pubblici che, a livello nazionale, regionale e provinciale, vengono messi a disposizione delle famiglie e delle imprese». Più di 1500 lavoratori dell’Alto Milanese sono andati in cassa integrazione negli ultimi mesi. Un dato stimato al ribasso, in quanto prende in considerazione solo i comparti del meccanico e del tessile-manifatturiero. «Sono cifre destinate a peggiorare ulteriormente – spiega Giuseppe Oliva, segretario generale della Cisl Legnano-Magenta -, in quanto si riferiscono alla fine dello scorso anno. Questi numeri rappresentano il riflesso concreto sul nostro territorio di una crisi che sta coinvolgendo pesantemente tutti i settori della produzione». Il sindacato chiede un intervento forte da parte delle istituzioni a sostegno di chi si trova in maggiori difficoltà ma, al contempo, sta definendo al proprio interno una serie d’iniziative volte a meglio comprendere il fenomeno nel territorio dell’Alto Milanese. «Ciò che più inquieta – aggiunge Oliva – è la giovane età in cui si trovano molte delle persone attualmente in cassa integrazione; tutte ancora lontane dall’età pensionabile, ma per le quali diventa difficile una ricollocazione nel circuito del lavoro. Quanto alle imprese coinvolte, purtroppo, sono tutte situazioni senza prospettive, che si trascinano da tempo e dove pensare ad un’effettiva ripresa diventa praticamente un miraggio». Anche le associazioni di categoria non nascondono le preoccupazioni. «Non sappiamo se abbiamo già toccato il fondo o se il peggio debba ancora arrivare – lamenta Edmiro Toniolo, presidente di Confartigianato Alto Milanese -, ma l’associazione è sempre al fianco delle sue aziende. Innanzitutto con una capillare informazione, realizzata soprattutto attraverso un vademecum in distribuzione a tutti i soci, che riepiloga gli incentivi e i contributi pubblici che, a livello nazionale, regionale e provinciale, vengono messi a disposizione delle famiglie e delle imprese». Gli strumenti di aiuto L’associazione assiste inoltre le aziende in difficoltà principalmente con due strumenti: i contratti di solidarietà e, per le imprese più strutturate, la cassa integrazione guadagni, sussidi che nell’ultimo semestre hanno assistito a una vera e propria impennata nelle sottoscrizioni. Circa una trentina dall’inizio dell’anno, un numero che in appena due mesi va a superare quello dei contratti sottoscritti in tutto il 2007.«La nostra associazione – prosegue il segretario generale Marco Broggini – sta per inviare a tutti i sindaci dei 51 Comuni del nostro territorio una lettera in cui chiede che vengano al più presto emanati i bandi e le gare d’appalto già in programma, così da creare preziose opportunità di lavoro alle nostre aziende. Un’altra richiesta formulata alle pubbliche amministrazioni è di effettuare pagamenti certi e in tempi ragionevoli. L’Italia detiene il primato negativo nei tempi di attesa dei pagamenti effettuati dagli enti locali, oltre 120 giorni. E’ impensabile che una piccola azienda possa attendere così tanto per vedersi pagare un lavoro svolto».A vedere nero è anche il Centro studi di Confindustria Alto Milanese che nella sua ultima indagine congiunturale annuncia, sia a breve termine, sia per l’intero 2009, un trend negativo per quanto riguarda l’andamento delle vendite. Con riferimento ai prossimi sei mesi, solo il 12% delle aziende prevede un incremento, mentre il 48% una contrazione. Se si considera invece l’intero 2009, il 44% degli imprenditori si attende una diminuzione del fatturato rispetto al 2008, il 40% un andamento stabile e solo il 16% una crescita.