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13 dicembre

Ciechi, due anniversari celebrati con l’Arcivescovo

Messa oggi con il cardinale Tettamanzi per commemorare i 170 anni dalla fondazione dell'Istituto milanese e i 90 dalla nascita dell'Unione. Un impegno costante per aiutare le persone afflitte da questo handicap a integrarsi nella società. Devoluta al Fondo diocesano Famiglia-Lavoro la somma solitamente destinata a un premio giornalistico

di Cristina CONTI Redazione

13 Dicembre 2009

Si celebra oggi alle 9.45 in via Vivaio 7 a Milano, in occasione della festa di santa Lucia e della 51esima Giornata nazionale dedicata ai non vedenti, la Messa presieduta dal cardinale Tettamanzi per commemorare i 170 anni dalla fondazione dell’Istituto dei ciechi di Milano e i 90 dalla nascita dell’Unione ciechi e ipovedenti. Un evento che sarà seguito dalla cerimonia di consegna di alcune benemerenze, tra cui la medaglia d’oro alla memoria di Teresa Pomodoro, che ha coinvolto in diverse iniziative teatrali i soci dell’Istituto, e a Media Friends, onlus di Fininvest, che ha regalato una campagna promozionale sulle reti Mediaset dedicata alla mostra “Dialogo nel buio”.
«Dalla sua nascita l’Istituto ha sempre avuto l’obiettivo di aiutare le persone afflitte da questo handicap a integrarsi nella società, non solo di assisterle. Per questo abbiamo portato avanti diverse attività che possano far conoscere da vicino la realtà dei non vedenti e abolire gli stereotipi», commenta Rodolfo Masto, commissario straordinario per l’Istituto ciechi di Milano e presidente della Federazione nazionale delle istituzioni per ciechi. E in quest’ottica di partecipazione e sostegno reciproco l’Istituto ha deciso, per quest’anno, di non assegnare il tradizionale premio giornalistico dedicato a Pierluigi Echino e di devolvere interamente l’importo all’Arcivescovo per il Fondo Famiglia-Lavoro.
Grande metropoli, intasata di traffico e piena di frenesia, Milano è una città difficile già per chi di handicap non ne ha, figuriamoci per chi ha problemi gravi alla vista. Auto parcheggiate sui marciapiedi, lavori stradali, sporcizia sono all’ordine del giorno e rappresentano un rischio per chi non vede. «Sono stati tanti i casi di non vedenti che sono caduti tra i vagoni della metropolitana – aggiunge Masto -. Ma il più clamoroso è stato quello di un ragazzo che l’anno scorso in via Melchiorre Gioia è caduto in un tombino. Certo, Milano sta cercando di adeguarsi al problema delle barriere architettoniche, ma ci sono sicuramente ritardi. Si tratta comunque di un problema che non si può risolvere da un giorno all’altro. Ma si può fin da subito agire sulla cultura e migliorare l’integrazione di chi non vede».
La situazione poi potrebbe migliorare se i ciechi potessero avere accanto qualcuno durante le loro uscite. «Purtroppo non abbiamo abbastanza fondi per poter andare incontro a tutte le richieste di accompagnatori. Milano è una città invivibile e questa situazione dai ciechi è ancora più sentita», commenta Mario Censabella, presidente dell’Unione milanese.
Complici i progressi della medicina, che permette a molti neonati e prematuri di sopravvivere anche se affetti da handicap fisici e a molti anziani di vivere fino a tarda età, oggi i ciechi sono in aumento. «Il prossimo anno organizzeremo un convegno dedicato proprio a questo tema, per migliorare la consapevolezza del problema nel capoluogo lombardo. Basti pensare che nella sola provincia di Milano nel 2000 seguivamo 150 ragazzi, mentre oggi 196», precisa Masto.
Formazione professionale per centralinisti telefonici, fisioterapisti, insegnanti, operatori informatici, venditori di biglietti delle lotterie nazionali, ma anche assistenza per il collocamento al lavoro presso aziende pubbliche e private e corsi di informatica di tutti i livelli, sono solo alcune delle attività svolte.
Da molti anni è attivo anche il Circolo culturale intitolato a Paolo Bentivoglio, uno dei fondatori dell’Unione italiana ciechi, presso una sede dell’Uic milanese, in via Bellezza 16, impegnato a svolgere attività didattiche, culturali, di intrattenimento, di integrazione, escursionistiche, gite, tornei, corsi di vario genere, e dotato di una nastroteca e di una biblioteca in braille. Per gli anziani sono organizzate visite periodiche ai non vedenti ricoverati in case di riposo, vacanze e assistenza particolare nello svolgimento del servizio di volontariato. Si celebra oggi alle 9.45 in via Vivaio 7 a Milano, in occasione della festa di santa Lucia e della 51esima Giornata nazionale dedicata ai non vedenti, la Messa presieduta dal cardinale Tettamanzi per commemorare i 170 anni dalla fondazione dell’Istituto dei ciechi di Milano e i 90 dalla nascita dell’Unione ciechi e ipovedenti. Un evento che sarà seguito dalla cerimonia di consegna di alcune benemerenze, tra cui la medaglia d’oro alla memoria di Teresa Pomodoro, che ha coinvolto in diverse iniziative teatrali i soci dell’Istituto, e a Media Friends, onlus di Fininvest, che ha regalato una campagna promozionale sulle reti Mediaset dedicata alla mostra “Dialogo nel buio”.«Dalla sua nascita l’Istituto ha sempre avuto l’obiettivo di aiutare le persone afflitte da questo handicap a integrarsi nella società, non solo di assisterle. Per questo abbiamo portato avanti diverse attività che possano far conoscere da vicino la realtà dei non vedenti e abolire gli stereotipi», commenta Rodolfo Masto, commissario straordinario per l’Istituto ciechi di Milano e presidente della Federazione nazionale delle istituzioni per ciechi. E in quest’ottica di partecipazione e sostegno reciproco l’Istituto ha deciso, per quest’anno, di non assegnare il tradizionale premio giornalistico dedicato a Pierluigi Echino e di devolvere interamente l’importo all’Arcivescovo per il Fondo Famiglia-Lavoro.Grande metropoli, intasata di traffico e piena di frenesia, Milano è una città difficile già per chi di handicap non ne ha, figuriamoci per chi ha problemi gravi alla vista. Auto parcheggiate sui marciapiedi, lavori stradali, sporcizia sono all’ordine del giorno e rappresentano un rischio per chi non vede. «Sono stati tanti i casi di non vedenti che sono caduti tra i vagoni della metropolitana – aggiunge Masto -. Ma il più clamoroso è stato quello di un ragazzo che l’anno scorso in via Melchiorre Gioia è caduto in un tombino. Certo, Milano sta cercando di adeguarsi al problema delle barriere architettoniche, ma ci sono sicuramente ritardi. Si tratta comunque di un problema che non si può risolvere da un giorno all’altro. Ma si può fin da subito agire sulla cultura e migliorare l’integrazione di chi non vede».La situazione poi potrebbe migliorare se i ciechi potessero avere accanto qualcuno durante le loro uscite. «Purtroppo non abbiamo abbastanza fondi per poter andare incontro a tutte le richieste di accompagnatori. Milano è una città invivibile e questa situazione dai ciechi è ancora più sentita», commenta Mario Censabella, presidente dell’Unione milanese.Complici i progressi della medicina, che permette a molti neonati e prematuri di sopravvivere anche se affetti da handicap fisici e a molti anziani di vivere fino a tarda età, oggi i ciechi sono in aumento. «Il prossimo anno organizzeremo un convegno dedicato proprio a questo tema, per migliorare la consapevolezza del problema nel capoluogo lombardo. Basti pensare che nella sola provincia di Milano nel 2000 seguivamo 150 ragazzi, mentre oggi 196», precisa Masto.Formazione professionale per centralinisti telefonici, fisioterapisti, insegnanti, operatori informatici, venditori di biglietti delle lotterie nazionali, ma anche assistenza per il collocamento al lavoro presso aziende pubbliche e private e corsi di informatica di tutti i livelli, sono solo alcune delle attività svolte.Da molti anni è attivo anche il Circolo culturale intitolato a Paolo Bentivoglio, uno dei fondatori dell’Unione italiana ciechi, presso una sede dell’Uic milanese, in via Bellezza 16, impegnato a svolgere attività didattiche, culturali, di intrattenimento, di integrazione, escursionistiche, gite, tornei, corsi di vario genere, e dotato di una nastroteca e di una biblioteca in braille. Per gli anziani sono organizzate visite periodiche ai non vedenti ricoverati in case di riposo, vacanze e assistenza particolare nello svolgimento del servizio di volontariato. – – La presenza a Milano