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Milano, raddoppiano i donatori di sangue tra gli stranieri

Sono circa 300 i gruppi sanguigni noti e la loro distribuzione nella popolazione varia a seconda delle diverse etnie. Per questo avere donatori tra persone provenienti da Paesi lontani è importante

29 Ottobre 2008

29/10/2008

Chi dice che gli immigrati pecchino in senso civico e solidarietà? Secondo l’Associazione donatori del Policlinico sono 1400 gli stranieri milanesi iscritti nelle proprie file che periodicamente compiono un gesto altruistico come donare il sangue. Un numero considerevole, soprattutto se si tiene conto del trend positivo: nel 2006 gli iscritti erano “solo” 900.

Merito del lavoro del Centro trasfusionale e di immunoematologia della Fondazione Irccs Ospedale Maggiore, Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, come spiega il dottor Giorgio Marmiroli: «Attraverso il passaparola abbiamo cercato di capire come fare per introdurci nella comunità etniche. Il secondo passo è stato quello di avere l’appoggio di un leader influente, una persona che fosse il punto di riferimento della comunità. Terzo passaggio: partecipare alle attività organizzate dalle varie comunità presenti sul territorio, soprattutto quelle più coinvolte: Sri Lanka, Filippine e Sudamerica».

La disponibilità di donatori provenienti da Paesi lontani è molto importante. Per questo il Centro trasfusionale ha istituito la “Banca di emocomponenti di gruppi rari”, che dal 2005 a oggi ha tipizzato 41.437 donatori e identificato 6.033 donatori rari, come ha illustrato la dottoressa Antonietta Villa, intervenuta nei giorni scorsi al Congresso internazionale sui donatori di sangue, organizzato dal Comitato provinciale della Croce rossa di Milano.

Molti ignorano, infatti, che sono circa 300 i gruppi sanguigni noti e la loro distribuzione nella popolazione varia a seconda delle diverse etnie. Le popolazioni provenienti da aree geografiche lontane sono caratterizzate dalla presenza di gruppi sanguigni inusuali e rari, che è difficile reperire tra i donatori di origine europea che, a oggi, costituiscono la netta maggioranza. Può quindi essere molto difficile trovare il sangue idoneo per effettuare una trasfusione, ad esempio, a un cittadino straniero che deve essere sottoposto a un intervento chirurgico o che abbia bisogno di frequenti trasfusioni. «La Banca -spiega Antonietta Villa – ha proprio come obiettivo quello di identificare e congelare le unità di sangue appartenenti a gruppi rari».