Link: https://www.chiesadimilano.it/news/milano-lombardia/milano-lombardiamilano-anno-2008/a-varese-larcivescovo-ha-incontrato-politici-e-amministratori-del-territorio-alla-ricerca-delluomo-interiore-48379.html
Share

A Varese l’Arcivescovo ha incontrato politici e amministratori del territorio ALLA RICERCA DELL’UOMO INTERIORE

5 Giugno 2008
File Name : DSC_0017.JPG
File Size : 2.5MB (2611425 Bytes)
Date Taken : 2003/01/31 13:24:06
Image Size : 3008 x 1960 pixels
Resolution : 300 x 300 dpi
Bit Depth : 8 bits/channel
Protection Attribute : Off
Hide Attribute : Off
Camera ID : N/A
Camera : NIKON D1X
Quality Mode : N/A
Metering Mode : Matrix
Exposure Mode : Manual
Speed Light : Yes
Focal Length : 200 mm
Shutter Speed : 1/160 second
Aperture : F3.5
Exposure Compensation : 0 EV
White Balance : N/A
Lens : N/A
Flash Sync Mode : N/A
Exposure Difference : N/A
Flexible Program : N/A
Sensitivity : N/A
Sharpening : N/A
Image Type : Color
Color Mode : N/A
Hue Adjustment : N/A
Saturation Control : N/A
Tone Compensation : N/A
Latitude(GPS) : N/A
Longitude(GPS) : N/A
Altitude(GPS) : N/A

Dal cardinale Tettamanzi un appello alla responsabilità personale prima di intraprendere
qualsiasi azione: «Occorre prendersi a cuore la libertà dell’altro, operare perché sia davvero libero
e responsabile nella vita, nelle scelte, nelle azioni e negli interessi». La saggezza è la virtù da coltivare
per mettersi seriamente «in ascolto dei bisogni delle persone». Parole accorate per l’intolleranza
della Sapienza nei confronti del Papa: «Stupisce che un rifiuto di questo tipo sia arrivato proprio
da un’università, dove la razionalità dovrebbe essere il fiore all’occhiello»

18/01/2008

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

Il buon amministratore coltiva l’uomo interiore e va alla ricerca della sapienza del cuore. Ha usato la citazione di grandi maestri, come Thomas Merton, Romano Guardini e Giorgio La Pira, l’Arcivescovo di Milano, che giovedì 17 gennaio, all’Istituto De Filippi di Varese, ha incontrato politici e amministratori del territorio.

Si tratta del sesto appuntamento che il cardinale Dionigi Tettamanzi dedica al dialogo diretto con chi gestisce in prima persona la “cosa pubblica”, suggerendo importanti riflessioni etiche e analisi accurate sulle virtù del buon amministratore. Prima della serie, la serata varesina sarà seguita il 18 gennaio dall’appuntamento di Monza, mentre il 25 gennaio l’Arcivescovo sarà a Lecco e l’1 febbraio a Milano.

E’ sempre il Vangelo a gettare la prima luce sulle parole rivolte da Tettamanzi al suo folto uditorio: questa volta il prelato ha scelto il passo di Luca 14, 28-35, sollecitando ciascuno a «sedersi a riflettere bene, prima di intraprendere qualsiasi azione». Un appello esplicito al senso di responsabilità personale, che deve abitare costantemente dentro l’animo e il cuore di un sindaco, di un assessore, di un consigliere, e di cui invece – ha detto sempre il Cardinale – oggi si sente tanto la mancanza.

Ma prima ancora di addentrarsi nell’analisi dettagliata degli atteggiamenti interiori, che devono ispirare e accompagnare l’agire concreto del buon amministratore, Tettamanzi ha rivolto a tutti parole accorate in riferimento all’«intolleranza dimostrata alla Sapienza nei confronti del pontefice Benedetto XVI». «È stata una sofferenza – ha aggiunto l’Arcivescovo – assistere alla vicenda dell’università di Roma. Un vero segno di intolleranza. E quello che stupisce di più è che un rifiuto di questo tipo sia arrivato proprio da un’università come quella, dove la razionalità dovrebbe essere il fiore all’occhiello. L’università dovrebbe essere il luogo di incontro e di discernimento, non di intolleranza. Trovo significativo – ha concluso – che il Papa abbia mandato comunque il suo discorso, tutto incentrato sul rapporto con la fede, dalla quale dobbiamo lasciarci illuminare, proponendo una ragione che va guarita e purificata».

Tornando poi ai suoi diretti ascoltatori, il Cardinale ha preso spunto dai testi di Merton e di Guardini per indicare la direzione da intraprendere per dare senso compiuto alla democrazia. «La tentazione del potere – ha detto – è quella di possedere gli altri, di usarli, di servirsene a proprio vantaggio. Invece occorre prendersi a cuore la libertà dell’altro, operare perché sia davvero libero e responsabile nella vita, nelle scelte, nelle azioni e negli interessi».

L’appello alla «saggezza» dell’uomo politico e dell’amministratore locale èstato il leit-motiv dell’intervento. Una virtù coltivata attraverso «il silenzio, la contemplazione, l’interiorità, la profondità dell’essere, il dominio di sé, il possedersi»; tutti atteggiamenti non estranei alla gestione delle cose concrete, con cui sindaci e assessori hanno a che fare, ma che, al contrario, possono alimentare la loro capacità di mettersi seriamente «in ascolto dei bisogni delle persone».