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A Milano un osservatorio sulla fame nel mondo

15 Luglio 2008

«L’auspicio che formuliamo è che la questione della condizione alimentare di interi popoli del Sud del mondo interroghi anche il nostro modello di sviluppo, metta in discussione un certo modo di concepire la “crescita” e diventi parte non marginale dell’agenda politica. Cominciando dal G8 programmato per il 2009 in Italia. Di più. La lotta alla fame è uno dei punti qualificanti della Campagna Onu sugli obiettivi del millennio che, guarda caso, si chiude nel 2015. Ci chiediamo, quindi: non potrebbe Milano istituire un Osservatorio sullo stato di avanzamento di tale percorso? Sarebbe un segnale concreto di presa in carico del problema, oltre la retorica e i discorsi di circostanza». Sono le proposte contenute nell’editoriale pubblicato sul numero di giugno-luglio di Mondo e Missione. Per il mensile del Pime, «il sogno è un’Expo che costringa milanesi, lombardi e italiani ad aprire le finestre sul mondo. Cominciando da quanti oggi siedono sui banchi delle elementari e nel 2015 faranno la maturità. Nella piattaforma culturale dell’Expo si parla di educazione all’alimentazione. Bene. Ma, oltre che metterli in guardia dal rischio dell’obesità infantile, perché non rendere consapevoli i ragazzi del fatto che in mezzo mondo il problema non è “la pancia”, bensì avere qualcosa da mettere in pancia? Un’Expo che promuova e valorizzi itinerari educativi di apertura ai popoli e alle culture, in un’ottica di rispetto e confronto, è il segno di un Paese che guarda al suo futuro con occhio lungimirante, oltre gli interessi di corto respiro». Infine, «l’Expo che vorremmo, oltre i prodotti, deve valorizzare un altro made in Italy, l’associazionismo, il volontariato, le realtà missionarie».