In una situazione satura di domanda e scarsa di offerta immobiliare come quella di Milano, la logica di mercato provoca conseguenze pesanti per le famiglie coinvolte.
La vicenda
Una trama che già l’arcivescovo Delpini ha denunciato nel suo ultimo Discorso alla Città (vai allo speciale), e che si replica oggi anche in zona San Siro. Venerdì 7 luglio, infatti, sarà effettuato lo sfratto di Antonio che, con la sua famiglia, da quasi otto anni vive in un immobile a pochi passi dallo Stadio Meazza. Ne parla Giacomo Manfredi, responsabile del Sicet Milano (il Sindacato Inquilini Casa e Territorio della Cisl) per la zona di San Siro: «Si tratta di uno sfratto per finita locazione. L’appartamento è di una società immobiliare che ha deciso di vendere a terzi. Questo è un caso un po’ atipico rispetto a molti altri, dato che gli inquilini hanno sempre pagato quanto pattuito. Si è arrivati a questa situazione per il decadere dei termini contrattuali, voluto dai proprietari».
La vicenda ha avuto inizio nell’aprile 2022, quando la famiglia di Antonio, non trovando alternative sul mercato, è rimasta nell’abitazione. La pratica di sfratto si è così innescata nel successivo settembre e si concluderà il 7 luglio. «Contestualmente a questa vicenda, Antonio ha perso il proprio lavoro da operaio – prosegue Manfredi -. Condizione che non gli permette di cercare una alternativa abitativa per la famiglia. La moglie lavora come colf e non guadagna più di circa mille euro al mese».
Il silenzio del Comune
Lo sfratto è reso ancora più duro dall’assenza di risposte dal Comune. Nello scorso aprile la famiglia aveva aperto la pratica d’istanza di Servizio Abitativo Transitorio. Quando si è in difficoltà economica e di precarietà abitativa, ogni cittadino può richiedere infatti un’abitazione del servizio abitativo pubblico del Comune per un periodo di tempo provvisorio. Il servizio però, come spiega Manfredi, non ha ancora dato una risposta: «Al momento ci sono soltanto 150 alloggi disponibili per i Sat in tutta la città, e i tempi di attesa medi sono di 12 mesi, questo significa che paradossalmente Antonio potrebbe ricevere una risposta nell’aprile del 2024».
La storia di Antonio non è molto diversa da chi alloggia dall’altra parte della strada. Come segnala Manfredi, l’immobile appartiene a una società che ha intenzione di mettere (legittimamente) sul mercato gli appartamenti, che nel circondario hanno una valutazione media di 250/300 mila euro. «Anche in questo caso sto seguendo la vicenda – racconta Manfredi -, e penso che la società stia effettuando una mera operazione speculativa. Nel palazzo vivono ancora una quindicina di famiglie, che avranno tutte anche loro lo sfratto per finita locazione, perché i contratti stanno scadendo in queste settimane».