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Mercato

La Lombardia impara a riciclare

Nella nostra regione presente il 16% delle imprese italiane attive nel settore dell’usato

di Cristina CONTI

1 Settembre 2015

Sarà colpa della crisi, oppure semplicemente si è imparato a riciclare. Secondo gli ultimi dati della Camera di Commercio di Milano, cresce il mercato dell’usato in Lombardia. Sono circa 3.500 le imprese attive nel settore in Italia, di cui il 16% si trova nella nostra regione.

Dai libri all’antiquariato, passando per l’abbigliamento, gli strumenti musicali e i mezzi di trasporto privato: un settore che cresce del 3,1% l’anno, oltre il doppio della media nazionale. «Nel 2015 in Lombardia abbiamo contato 358 imprese, con un incremento del 3,1%, contro l’1,3% del resto del Paese», spiega Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano. Le più numerose commerciano al dettaglio mobili usati, arredamento e oggetti di antiquariato, per un totale di 234 attività. Altre si occupano di comprare e rivendere abbigliamento di marca e altri oggetti (dagli accessori ai giocattoli): circa 220. Questi i due settori più forti, che nell’ultimo anno hanno registrato anche la crescita più alta del comparto con, rispettivamente, un più 2,2 e un 8,4%.

Tra le città è Milano ad avere la palma per il maggior numero di imprese, con il 48,3%, stabile rispetto al 2014. Seguono Brescia con il 14,7, e che ha registrato un incremento del 14,5% nell’ultimo anno, Bergamo con l’8,7 e Varese con il 6,5.

Vere e proprie attività imprenditoriali in grado di svuotare case, cantine e solai, di stoccare il tutto in appositi magazzini e di rivendere in negozi o piccoli bazar tutto ciò che si trova ancora in buono stato: dai soprammobili alle lampade, passando per trofei, quadri e vecchi cappotti. Con la prossima apertura delle scuole, molto gettonate sono anche le librerie che acquistano e rivendono testi scolastici usati: un escamotage che può fare risparmiare oltre il 30% sul prezzo di listino.

Molto diffusi anche gli shop on-line, legati a un’attività commerciale fisica oppure presenti solo sulla rete. Qui, infatti, i clienti vanno al di là dei semplici confini regionali e dunque il pubblico di potenziali compratori diventa più ampio. «È importante che le imprese siano molto attive su questo fronte, perché l’uso delle nuove tecnologie apre nuovi mercati e può essere molto utile a superare la crisi», aggiunge Sangalli.