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La storia

«Così aiutiamo Bisrat a costruire il suo futuro»

Eritrea, 28 anni, arrivata in Italia con i “Corridoi universitari”, studia alla Statale con l’appoggio dei Cattarin, la famiglia milanese che le fa da “tutor”

di Claudio URBANO

30 Novembre 2022
Bisrat con la famiglia Cattarin

«Ci vediamo, sì, ma con libertà». Fotografano tutta l’energia della vita di una giovane universitaria, le parole che Silvia Cattarin, professoressa in un liceo di Milano, usa per raccontare i tempi e i modi nei quali con la sua famiglia sta facendo da tutor a Bisrat, studentessa eritrea arrivata in Italia con i “Corridoi universitari” del progetto “Unicore”.

Idee chiare

A Milano dal settembre 2021, una laurea triennale già conseguita in Eritrea e due anni “sospesa” in un campo profughi in Etiopia, Bisrat, 28 anni, sta seguendo ora il corso magistrale di Biotechnology for the Bioeconomy all’Università degli Studi, interamente in lingua inglese. «E per il futuro mi sembra che abbia già le idee chiare – confida Cattarin -: pensa a costruire la sua famiglia, probabilmente trasferendosi in Canada». Così aiutarla a imparare l’italiano, uno dei compiti assegnati alla famiglia tutor, è passato in secondo piano. «Anche perché Bisrat è già molto intraprendente, fa anche volontariato», riferisce la professoressa.

Un primo piano sorridente di Bisrat
Un primo piano sorridente di Bisrat

Un punto di riferimento

Il ritmo serrato della vita universitaria e le limitazioni imposte nei mesi scorsi dalla pandemia non hanno però impedito a Bisrat di creare un legame di fiducia e affetto con la famiglia Cattarin. Mentre per gli studenti i “Corridoi universitari” sono un’opportunità preziosissima di continuare a studiare lasciando alle spalle la guerra o la povertà dei propri Paesi d’origine, alle famiglie italiane è chiesto infatti proprio di essere un punto di riferimento, un ambiente familiare per chi arriva da così lontano. Proprio questa è stata la motivazione che ha spinto la signora Cattarin a proporre la sua famiglia come tutor, dopo aver conosciuto Bisrat attraverso la Caritas, nei giorni in cui era ospitata in un appartamento che la parrocchia milanese di Sant’Ildefonso riserva ormai da alcuni anni per l’accoglienza di soprattutto di giovani rifugiate (mentre Bisrat risiede ora presso i Martinitt).

«Ci è sembrato interessante partecipare a un progetto che consente a questi ragazzi di studiare, dato che l’istruzione è sicuramente uno dei fattori che potrà cambiare il futuro dei loro Paesi d’origine»: parla anche da mamma, la signora Cattarin, sottolineando che le sue due figlie Elena e Chiara, insieme al fratello Filippo e al marito Paolo, hanno potuto condividere con Bisrat un pezzo della vita universitaria. Il tutto osservando la determinazione di una ragazza che, arrivata da lontano, corre veloce verso il futuro.

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