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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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4 febbraio

Como e Milano in preghiera
per la Sisme

Veglia con monsignor Coletti a Olgiate Comasco. L'azienda metalmeccanica ha ridotto la forza lavorativa da 1200 a 494 persone, delle quali 223 ritenute in esubero

2 Febbraio 2014

«Non lasciamoci rubare la speranza»: su questo tema gli uffici di Pastorale sociale e del lavoro delle Diocesi di Como e di Milano propongono una serata di preghiera comunitaria per il mondo del lavoro, con la presenza del Vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, che si terrà martedì 4 febbraio, alle 21, presso il Teatro Aurora di Olgiate Comasco (Como).

Sullo sfondo della veglia la vertenza Sisme. La più grande azienda metalmeccanica della provincia di Como aveva una forza lavorativa di 1.200 persone. Si è arrivati a quella odierna di 494 persone, messa ulteriormente in pericolo dalla dichiarata volontà di escludere altri 223 esuberi. Questo fatto porta a una forte preoccupazione tra i lavoratori, le famiglie e le tante altre persone preoccupate di un ulteriore impoverimento del tessuto economico e sociale di questo territorio ai confini con quello della Diocesi di Milano.

«Il caso Sisme ci obbliga a riflettere sui valori che costituiscono la base di un corretto dialogo tra le parti: persone e impresa – si legge in una nota dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Como -. Questi valori sono la giustizia e la verità, mettendo sempre al centro la custodia e lo sviluppo della dignità della persona umana. Il dialogo tra le parti richiede sempre fatica, approfondimento dei problemi, reciproca informazione e fiducia di base, e diventa percorribile se si fonda sui valori richiamati in precedenza – prosegue il comunicato -: la verità rende palese la strada da percorrere e la giustizia fornisce i mezzi e gli strumenti per raggiungere l’obiettivo. Nella verità bisogna quindi esaminare e percorrere tutte le opportunità che il territorio, la società, il mercato e lo Stato propongono senza piegarle alla miope logica del massimo profitto a tutti i costi, ma utilizzandole per il bene comune del futuro dell’impresa, delle persone e delle famiglie. La comunità cristiana – si conclude la nota -, in tutte le sue componenti, auspica una ripresa costruttiva del dialogo, con il massimo sforzo di trasparenza, sincerità e spirito costruttivo, perché tutte le parti approfondiscano la reciproca conoscenza e la trattativa non diventi sempre e solo contrapposizione, ma promuova la condivisione dei problemi per trovare soluzioni eque e durature, che valorizzino sia l’azienda sia le persone che vi collaborano con il proprio lavoro».