Creaturine vivacissime, che non stanno mai ferme e fanno più cose contemporaneamente, talvolta non sono altro che genietti incompresi. Capita che a scuola alcuni bambini disturbino i vicini di banco solo perché finiscono prima gli esercizi e quindi si annoiano in attesa di nuovi compiti. Per i bambini con difficoltà cognitive ci sono insegnanti di sostegno; per quelli iperdotati, invece, nulla, o addirittura il mancato riconoscimento della loro condizioni, che porta alla loro emarginazione dal gruppo dei compagni, costringendoli talvolta a nascondere i loro talenti e a non farne più uso. Questo non solo è un danno per il bambino e la sua famiglia, ma per tutto il sistema scolastico e quindi il Paese, che perde potenziali futuri innovatori.
Su questa considerazione, purtroppo ancora inusuale, nei giorni scorsi a Palazzo Marino a Milano si sono confrontati studiosi di neuroscienze, pediatri, psicologi, antropologi, amministratori pubblici, artisti, attori, musicisti, insegnanti e genitori. Insieme hanno affrontato il tema “Intelligenza e creatività: traiettorie di sviluppo del potenziale umano”, nell’ambito del secondo congresso internazionale promosso da Step-Net e Fondazione Eris Onlus, in collaborazione con l’Assessorato all’Educazione del Comune di Milano e col patrocinio dell’Ufficio scolastico per la Lombardia.
La mancanza di corretta educazione di bambini e ragazzi di talento è ancora troppo poco conosciuta in ambito scolastico e il convegno milanese ha voluto dare visibilità a un delicato problema didattico-pedagogico, affinché le piccole menti eccellenti non vadano perse. Genitori e insegnanti sono stati invitati a parlare sempre più anche con i bambini di intelligenza emotiva, caos, creatività, connessioni e relazioni. Tutto questo sarà di grande supporto per il progresso sociale. Spesso infatti individui con capacità cognitive particolari faticano a inserirsi nel sistema sociale proprio a causa della diversità che li contraddistingue. Paradossale è anche il fallimento scolastico che accompagna alcuni bambini intellettualmente precoci: la loro vivacità intellettiva li porta a non seguire i normali processi logici, ma a preferire soluzioni innovative che spesso vanno contro il modello scolastico di base, e quindi non vengono compresi.