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Solidarietà

Cena dell’Amicizia, un abbraccio agli ultimi

L’associazione opera a favore di chi vive in grave emarginazione. Secondo il recente censimento condotto da Fondazione De Benedetti, Bocconi e Comune, oggi sono 2000 i senza dimora presenti a Milano

di Lorenzo GARBARINO

2 Novembre 2023
Un volontario della Cena del Martedì

Dall’accoglienza dei senza dimora alle case messe a disposizione delle persone che hanno intrapreso un percorso di recupero: la Cena dell’Amicizia offre tanti servizi, ma l’elemento fondante è la Cena del Martedì.

Nata da un gruppo di persone che cucinavano e portavano in piazza quanto avevano preparato, oggi l’associazione si è evoluta con un proprio spazio in via Lattanzio 58. Lo spiega Francesca Cavola, volontaria della Cena del Martedì: «Ogni martedì sera, dalle 19 alle 21, organizziamo una cena. La nostra non è una mensa, che soddisfa l’esclusivo bisogno del cibo, ma in cui tendenzialmente gli ospiti non hanno interazioni con il personale: prendi il tuo vassoio e te ne vai. Da noi il cibo è invece un pretesto per stare insieme, per aggregare le persone».

I volontari

Quasi 30 volontari fin dalle 16 si mettono al lavoro per l’accoglienza di altrettanti ospiti fissi. Tre gruppi si dividono i compiti: chi cucina, chi si occupa della sala servendo i pasti, chi lava i piatti.

Tra chi partecipa alla Cena del Martedì non ci sono solo senza dimora, ma anche persone che soffrono di condizioni di grave povertà o emarginazione, e altre che vivono in case popolari o di proprietà, ma hanno problemi di reddito e in alcuni casi anche psichici e socio-psicologici. «A queste persone l’appuntamento fisso della Cena permette di mantenere una sorta di routine sociale – sottolinea Cavola -. I tavoli sono per quattro o cinque persone (con una proporzione di tre ospiti per ogni volontario) che cenano insieme: primo, secondo, contorno, quartino di vino, pane, frutta e dolci. Una volta al mese festeggiamo anche i compleanni, regalando una scatola di biscotti a tutti».

(Foto Associazione Cena dell’Amicizia)

Amici che si aiutano a vicenda

L’impressione per i volontari è proprio quella di andare a cena tra amici. I conviviali sono pressoché sempre gli stessi, si conoscono e si aiutano a vicenda. Il più delle volte gli ospiti discutono dei problemi quotidiani, come fare lo Spid o rispondere alle comunicazioni per gli alloggi popolari. «La nostra funzione qui è di aiutarli e consigliarli – spiega Cavola – come farebbe un qualsiasi buon amico. Spesso ci capita di aiutarli per le situazioni più semplici o indirizzarli agli sportelli giusti, organizzati dal Comune o dalle associazioni e più strutturati».

(Foto Associazione Cena dell’Amicizia)

L’aiuto agli ospiti dipende molto anche dalle competenze dei volontari: ci sono avvocati, psicologi o anche solo studenti che vogliono diventare assistenti sociali. Il primo aiuto è ricordare che esiste una rete sociale per la maggior parte dei problemi: basta sapere dove rivolgersi.

Duemila senza dimora a Milano

Il servizio offerto da associazioni come la Cena dell’Amicizia è rivolto soprattutto alle quasi duemila persone senza dimora oggi presenti a Milano. A registrare il numero effettivo è l’iniziativa RacContami, promossa dalla Fondazione Rodolfo De Benedetti e dall’Università Bocconi assieme all’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano.

RacContami è un censimento stilato per la prima volta nel 2008, a cui hanno fatto seguito ulteriori rapporti nel 2013 e nel 2018. Da quest’anno è stata realizzata per la prima volta una edizione estiva a giugno, a cui farà seguito una versione invernale a febbraio 2024. L’iniziativa nasce sulla base di esperienze simili tenute a Parigi, San Francisco e Los Angeles.

(Foto Associazione Cena dell’Amicizia)

La mappatura della città

Questo genere di censimento sfugge in genere alle statistiche nazionali, perché l’Istat non ha la possibilità di raggiungere e identificare con precisione l’effettivo numero dei senza dimora. Un limite sopperito dal lavoro di 700 volontari, che per due giorni hanno trascorso la notte in giro per Milano a fare un preciso conteggio. Con criterio hanno mappato la città dividendola in zone, incontrando i senza dimora e rivolgendo loro un questionario, oltre che sulla parte anagrafica, anche sulle problematiche quotidiane.

Queste iniziative sono fondamentali non solo per censire, ma anche per capire chi sono i poveri di Milano e come cambia la povertà nel corso degli anni. Anche in un’ottica di policy-making: le informazioni raccolte nel rapporto permettono all’amministrazione comunale di rispondere sul tema con maggiore efficienza.

«Queste statistiche – descrive Cavola – permettono per esempio di formulare risposte sui bisogni più urgenti: dove fare la doccia, ottenere vestiti nuovi o mangiare. Dall’ultimo rapporto è emerso un problema immediato, le toilette: in assenza di bagni pubblici in città, per servirsi di quelle dei bar devi consumare. L’amministrazione si è interrogata su come risolvere il problema senza generare proteste: perché se si introducono bagni chimici in una piazza, i residenti potrebbero anche lamentarsi dei possibili punti di aggregazione. Queste iniziative permettono di dirigersi nella giusta direzione, o quantomeno di farsi le domande giuste. Sarà molto interessante vedere il report, anche solo per osservare le differenze tra l’estate e l’inverno. Oggi i senza dimora di Milano dormono per metà per strada e per metà nei dormitori».