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I cinque sensi del comunicare

Fiuto per i cambiamenti, attenzione all'ambiente, attitudine a un contatto lieve con la realtà e buon gusto. Queste le doti del buon giornalista secondo Marco Vergottini, presidente delle Scuole diocesane per operatori pastorali, intervenuto sabato 15 novembre alla giornata conclusiva del corso per i comunicatori parrocchiali

26 Novembre 2008

26/11/2008

di Marco VERGOTTINI
responsabile Sdop

Competenza e professionalità sono requisiti indispensabili nel campo del comunicare. Come tali non sufficienti. Gli operatori devono a ffinare uno «stile» e una sensibilità apprezzabili per una vera umanità e per un discernimento cristiano della vicenda storica. Ecco una rilettura dei 5 sensi per riscoprire il senso del «comunicare».

Il naso di Giovanni XXIII
Il papa aveva un «grande fiuto», con le sue narici intercettò i cambiamenti in atto nella cultura e avvertì i ritardi della coscienza credente. Sognò e mise le basi per un Concilio che colmasse il divario fra messaggio cristiano e cultura contemporanea. Un compito a cui deve attendere chi opera nel settore delle comunicazioni sociali.

L’orecchio di Dioniso
Antica cava di pietra a Siracusa, la cui forma richiama un padiglione auricolare. Il tiranno Dionigi vi rinchiudeva i prigionieri e, appostandosi in una cavità superiore, ne ascoltava i loro discorsi. Spetta all’operatore della comunicazione monitorare l’ambiente, amplificando i suoni di quei messaggi troppo flebili, ignorati dai grandi media e dall’opinione pubblica.

L’essenziale è invisibile agli occhi
«“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo» (A. de S.- Exupéry, «Il piccolo principe»). Anche un giornalista lo ripeta. Per ricordarselo.

I vecchi quando accarezzano hanno il timore di fare troppo forte
L’espressione ritorna ne «Il sogno di Maria» di F. De André, evocando l’attitudine a un contatto lieve e delicato. Occorre prendere le distanze da una comunicazione di massa manesca, violenta, finanche brutale (persino con l’infanzia), a favore di un’attenzione agli altri, specie ai più piccoli, che denoti finezza e rispetto.

Buon gusto
Sost. masch. (solo sing.). 1) Attitudine alla raffinatezza e all’equilibrio , spec. nell’operare una scelta o nell’esprimere una valutazione in campo artistico, letterario e sim. 2) [estens.] Discrezione, misura, delicatezza: è una rivista da cui traspare molto buon gusto.