Sirio 26-29 marzo 2024
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Un’indagine conoscitiva UNO, CENTO, MILLE “CARNEVALI”…

24 Febbraio 2006

Quest’anno molti oratori sono stati coinvolti, tramite un questionario, in un sondaggio per sapere come e se festeggiano il Carnevale. Poche domande, ma che sono state sufficienti a fornire utili indicazioni. Presentiamo qui alcune riflessioni scaturite dalle risposte ricevute.

di Giulio Tosone

È vero che il Carnevale è uno, come uno è il tema proposto ogni anno agli oratori della diocesi, ma è anche vero che i carnevali sono tanti, tanti quanti sono gli oratori della diocesi perché ogni oratorio lo vive secondo le sue caratteristiche e possibilità. Da questa riflessione è nata l’idea di provare a capire meglio cosa vuol dire “Carnevale” per i diversi oratori della diocesi.

Pur sapendo che era impossibile sapere come viene festeggiato in tutti e 1200 gli oratori della diocesi èstato lanciato un mini questionario che pur nella sua semplicità è riuscito a fornire alla commissione Carnevale, quella che ogni anno pensa e progetta il sussidio, alcuni spunti per riflettere e reinterpretare il lavoro da fare. Vorremmo qui provare (senza raccontarvi tutto il questionario o annoiarvi con tutti i numeri e i calcoli relativi) a fare a voce alta alcune riflessioni in base ai risultati ottenuti.

Innanzi tutto, la risposta è stata notevole. Il questionario è stato spedito ai parroci senza fare eccessive pressioni nella compilazione e su circa 1200 oratori sono ritornati 163 questionari compilati, di cui 10 di oratori che l’anno scorso non hanno organizzato nulla per Carnevale. Possono sembrare pochi, ma 163 risposte, senza pressioni e su un argomento sicuramente non “cruciale” nella vita pastorale sono un successo. Il “campione” su cui sono stati fatti i conteggi successivi è quindi quello dato dai 153 oratori che hanno organizzato qualcosa per Carnevale e hanno risposto al questionario per comunicare cosa e come si è svolto. Certo non è un campione costruito scientificamente, ma ci aiuta a conoscere qualcosa di più dei nostri oratori.

Una prima riflessione viene dalle motivazioni di chi non ha organizzato nulla per Carnevale. Si tratta nella quasi totalità di motivi contingenti (altre feste parrocchiali troppo vicine, festeggiamenti e sfilate, del Comune o di altri, in concorrenza…), non tanto di mancanza di volontà o di disinteresse per il Carnevale. Interessante anche la tipologia di festa organizzata. Delle tre possibilità indicate nel questionario (festa in oratorio, sfilata cittadina e sfilata in quartiere) e delle loro combinazioni la più praticata è stata la festa in oratorio (45 oratori) seguita dalla combinazione festa in oratorio + sfilata cittadina (35 oratori) e solo sfilata cittadina (33 oratori), arrivando così solo con queste voci a coprire 113 su 153 oratori del campione. Interessante, dicevamo, perché ci dice che entrambe le modalità (sfilata e festa in cortile) sono praticate e quindi la proposta deve essere utilizzabile e modulabile in entrambe le situazioni.

Il questionario chiedeva anche quali idee proposte nel sussidio sono risultate più utili e nell’ordine vediamo per prima la combinazione costumi + cartamodelli seguita da costumi e carri e costumi. Questo è importante perché ci dice da una parte cosa “funziona” e deve essere mantenuto e contemporaneamente cosa chiede più attenzione e inventiva nei prossimi anni. Anche se le scelte sono risultate molto “sparpagliate”, segno che probabilmente è difficile accontentare tutti: le condizioni di partenza sono molto diverse tra loro e quindi anche le esigenze e le aspettative nei confronti del sussidio. Incoraggianti le indicazioni emerse rispetto al coinvolgimento dei ragazzi. Più della metà del campione ha coinvolto i ragazzi nella preparazione dei costumi.

Un ultimo punto che merita di essere sottolineato è quello relativo alla collaborazione col Comune. Quasi il 40% degli oratori del campione hanno collaborato col Comune per il Carnevale. E la maggior parte di questi ha seguito il tema proposto dalla Fom (segno che non necessariamente collaborare con realtà esterne vuol dire essere costretti a “fare altro”). Poco più della metà degli oratori che hanno collaborato col Comune hanno anche ricevuto fondi per i festeggiamenti (anche qui la maggior parte ha seguito il tema proposto dalla Fom pur avendo finanziamenti).

In chiusura venivano chiesti suggerimenti per il prossimo anno. Anche questo passaggio è stato molto utile perché ci ha permesso di avere delle coordinate più precise per sviluppare la proposta per il Carnevale 2006. Oltre a suggerimenti specifici di possibili temi e alla richiesta pressante di avere indicazioni sul tema prima possibile (probabilmente anche perché lo scorso anno Carnevale è stato molto vicino alle feste di Natale e questo ha complicato i ritmi di preparazione), sono emerse alcune esigenze interessanti: la facilità nella realizzazione dei vestiti, una proposta che sia “attraente” sia per i maschi sia per le femmine, una proposta che possa essere realizzata anche in oratori “piccoli” o con forze limitate.

E sono proprio queste richieste che hanno spinto la commissione Carnevale a cercare un tema in cui la semplicità dei costumi permetta di coinvolgere maggiormente i ragazzi nella realizzazione e di dedicare le energie a proporre una animazione coinvolgente. Ma questa è un’altra storia… e la trovate nella proposta del Carnevale 2006!