Padre Antonio Grugni, medico e sacerdote del Pime a Warangal, nello stato indiano dell’Andhra Pradesh, ha iniziato a prestare piccoli importi ai suoi ex-pazienti, con programmi di restituzione personalizzati e studiati caso per caso. All’agenzia di stampa Misna ha raccontando il lavoro della “Sarva Prema welfare society”, avviato appena un anno fa e che oggi ha 50 clienti alcuni dei quali malati cronici, altri resi disabili dalla lebbra.
di Barbara Fagiani
Ogni mattina all’alba Venkaja e Narsamma, una coppia di anziani che quasi fanno 150 anni in due, allestiscono un piccolo banchetto davanti la loro casa in uno slum di Warangal, nello stato indiano dell’Andhra Pradesh. In pochi minuti la loro mercanzia è pronta sul tavolo per essere veduta: sapone, shampoo, caramelle, biscotti, fermagli. Un piccolo commercio nato da un microcredito molto speciale, perché Venkaja e Narsamma sono gli ultimi tra gli ultimi a cui una banca avrebbe mai dato ascolto: non solo sono anziani e poveri (e senza figli), ma hanno avuto il morbo di Hansen.
«Ci siamo accorti che i nostri malati andavano aiutati a recuperare dopo la salute anche una vita dignitosa», dice padre Antonio Grugni, medico e missionario del Pontificio istituto missioni estere. «Da un anno abbiamo iniziato a prestare piccoli importi ai nostri ex-pazienti, con programmi di restituzione personalizzati e studiati caso per caso», continua il religioso raccontando il lavoro della “Sarva Prema welfare society”, avviato appena un anno fa e che oggi ha 50 clienti alcuni dei quali malati cronici, altri resi disabili dalla lebbra.
«Il 95% dei nostri assistiti restituisce ogni mese la rata e anche con molto orgoglio. Narsamma, ad esempio, se per una qualsiasi ragione il paramedico non si presenta a riscuotere viene lei fino all’ambulatorio, malgrado non cammini con facilità, per restituire la rata», continua il missionario, che dirige un team di 11 tra medici, operatori sanitari e sociali, tutti indiani, che normalmente si occupano di visitare e curare una media 3000 tra adulti e bambini ogni mese negli ambulatori o a domicilio, mentre i malati di lebbra da loro seguiti costantemente sono oltre 2800.
«L’importo medio dei nostri prestiti varia tra un minimo di 5000 rupie (100 euro) a un massimo di 10.000. Piccole somme su cui non chiediamo interessi, ma se si viene meno alla restituzione si perde una seconda occasione di prestito», racconta padre Grugni, che, dopo la laurea in medicina a Milano e la specializzazione a Torino, arrivò in India 30 anni fa e solo successivamente fu ordinato sacerdote proprio nel paese asiatico.
La “Sarva Prema welfare society” fornisce anche borse di studio ai giovani e piccole pensioni ai disabili: «Siamo passati al microcredito da poco ma abbiamo visto che può essere un grande strumento di aiuto. Funziona meglio quando il malato deve riprendere un’attività che aveva prima di ammalarsi e ha bisogno solo di qualcuno che concretamente abbia fiducia nelle sua capacità. Ma forse l’esperienza più significativa finora è proprio quella di Venkaja e Narsamma che erano isolati da tutti a causa della miseria, della malattia e della loro stessa vergogna, mentre adesso hanno recuperato il rispetto di se stessi, hanno ottimi rapporti con il vicinato e sono apprezzati da tutti».