Sirio 26-29 marzo 2024
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Oratori

«Una festa per dire che essere discepoli
del Signore è bello e possibile»

Don Andrea Regolani, responsabile dell’oratorio nella parrocchia milanese della Sacra Famiglia di Rogoredo e referente della Pastorale giovanile a livello cittadino, “legge” così la giornata del 27 settembre alla luce del tema «Come Gesù»

di Cristina CONTI

20 Settembre 2015

Riaprono gli oratori, tra entusiasmo e aspettative per il nuovo anno pastorale. Moltissimi i ragazzi coinvolti e pronti a partecipare alle varie attività proposte. «L’inizio è sempre così: i bambini sono felici perché si ritrovano tra loro e rivedono le catechiste dopo la pausa estiva», spiega don Andrea Regolani, responsabile dell’oratorio nella parrocchia milanese della Sacra Famiglia di Rogoredo e referente della Pastorale giovanile a livello cittadino.

Il tema «Come Gesù» e il collegamento a quello della Lettera pastorale «Educarsi al pensiero di Cristo» rappresenta un’occasione per coinvolgere ragazzi e famiglie. «Gesù stesso ci dirà come fare e accompagnerà ciascuno dei nostri ragazzi, facendoli crescere secondo la sua Parola – sottolinea don Regolani -. Per loro ha preparato una comunità che manifesta il suo amore e la forza grande del perdono e della tenerezza del Padre. La Festa di apertura degli oratori è l’occasione per dire che tutto questo si può vivere: essere discepoli del Signore è qualcosa di bello e di realizzabile».

Anche il cammino degli oratori non potrà prescindere da due eventi fondamentali. Il primo è l’Anno della Misericordia voluto da papa Francesco, che porterà tutti a riflettere sull’importanza del perdono. Il secondo, molto atteso, è la prossima Giornata mondiale della Gioventù, che si terrà a Cracovia nel luglio 2016. «Sono già avviate sia la parte organizzativa, sia le iniziative di preghiera per coinvolgere nell’evento anche gli adulti – precisa don Andrea -. Mi riferisco in particolare alla peregrinatio del Crocifisso di San Damiano e della Madonna di Loreto attraverso la penisola e quindi anche nella nostra diocesi». Due icone-simbolo, due doni che i giovani italiani faranno ai loro coetanei polacchi, che in questo momento si riempiono di significato e di vita vissuta: «I giovani pregheranno, rifletteranno, canteranno e gioiranno davanti a queste due immagini erranti. Chi andrà a Cracovia le riconoscerà come proprie, vedrà su di esse i segni, i volti e le emozioni dei giovani italiani, anche di quanti non potranno partecipare alla Gmg, ma che hanno contribuito a rendere quei simboli un vero e proprio dono per i giovani polacchi», aggiunge don Regolani.