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“Vi racconto il Sinodo”

«Una comunità che educhi i fanciulli
all’incontro con Gesù»

Nella quarta videointervista dall’Assemblea generale dei Vescovi, il cardinale Scola riflette sul “primo annuncio” e sul contributo dei new media alla nuova evangelizzazione: «Il primato rimane alla relazione con Dio»

26 Ottobre 2012
LETTURA DELLA SACRA BIBBIA CON I GIOVANI

«È importante che l’iniziazione cristiana sia concepita come una introduzione e un accompagnamento all’incontro con Gesù nella comunità». Nella sua quarta videointervista dal Sinodo dei Vescovi (in allegato nel box a sinistra), il cardinale Angelo Scola parla della riflessione sul “primo annuncio” ai bambini e ai ragazzi da tempo in atto in Diocesi: «Tutti gli attori dell’educazione dei fanciulli – genitori, catechisti, educatori d’oratorio, allenatori, sacerdoti, religiose… – devono introdurre i bambini nel rapporto bello, vero e buono con Gesù costruendo una vita di comunità».

Il Sinodo si concluderà domenica 28 ottobre e in questi giorni i lavori sono concentrati sull’elaborazione del messaggio finale. All’avvio dell’assemblea il Papa aveva posto al centro del compito della nuova evangelizzazione il concetto “Dio ha parlato in Gesù Cristo”. L’Arcivescovo lo ribadisce riprendendo i temi della sua Lettera pastorale: «Quando pensiamo a Dio, non dobbiamo percorrere sentieri interrotti che lo fanno sentire lontano o che mettono in dubbio la sua esistenza. No, Dio è vicino. Questo è il cuore della nuova evangelizzazione e il Santo Natale, imminente, troverà un’energia gioiosa per comunicarlo a tutti i fratelli uomini».

E a proposito di comunicazione, come la nuova evangelizzazione può utilizzare i new media per trasmettere la fede, specie alle nuove generazioni? «Il senso ultimo del buon annuncio non può non restare il faccia-a-faccia, l’incontro personale – puntualizza l’Arcivescovo -. I new media sono assolutamente decisivi per la comunicazione della buona novella oggi, purché anche di fronte a questi strumenti si mantenga il primato della persona e della relazione con Dio. Il mezzo non può soppiantare il soggetto che lo usa».