In coincidenza con l’Anno della fede e quindi del 50° del Vaticano II, la Chiesa ambrosiana sarà guidata nel rivivere i valori della fede e del Concilio anche dall’alta memoria del cardinale Giovanni Colombo, di cui ricorre quest’anno il 20° della morte, il 110° anniversario della nascita e prossimamente il 50° della sua nomina ad Arcivescovo milanese. Per impulso del cardinale Scola si programmeranno iniziative a partire dal 6 novembre, quando all’Ambrosiana si richiamerà la figura del Colombo formatore ed educatore di vite cristiane e sacerdotali. Ci sarà poi una ripresa alla Festa dei Fiori a maggio in Seminario su Colombo e il Concilio, perché fu lui a partecipare (con Montini) al Vaticano II, applicandolo sapientemente in Diocesi. Un ultimo appuntamento ricorrerà la terza domenica di ottobre 2013 in Duomo per sottolinearne gli aspetti di pastore in anni difficilissimi per il trapasso epocale del sentire politico, sociale oltre che ecclesiale.
Come preludio all’Anno Colombiano è nelle librerie un vistoso volume della Jaca Book (762 pagine, 78 euro) dovuto alla penna, alla sagacia critica e al cuore di monsignor Inos Biffi. Volume che rimarrà in futuro come un riferimento imprescindibile per chiunque vorrà sondare l’animo e l’operato di Colombo e conoscere sotto vari aspetti l’arco del Novecento in cui egli visse.
Monsignor Biffi è autore documentatissimo e testimone, perché negli anni seminaristici ebbe Colombo come docente e superiore sia in liceo, sia in teologia; poi, non perdendolo mai di vista, ne riprese il contatto quando da Arcivescovo lo chiamò accanto a sé come collaboratore, specie nella riforma del rito ambrosiano e per l’edizione dell’opera omnia di S. Ambrogio. Posso affermare inoltre che nel tempo del pensionamento del Cardinale egli fu un visitatore attento e premuroso, come può essere un amico schietto e devoto.
Egli ha potuto a suo tempo visionare tutti i manoscritti che Colombo tratteneva. Qui Biffi raccoglie tutto ciò che negli ultimi 20 anni egli ha già pubblicato sul Cardinale in articoli occasionali o con studi di approfondimento. Trasuda da riga e riga tutta la sua ammirazione per Colombo anche se non manca di rimarcarne, là dove occorre, qualche critica. Questo depone sull’obiettività nella ricerca della verità circa il personaggio e la società in cui si mosse. Qui troviamo una traccia biografica attraverso la riproduzione di varie testimonianze di colleghi o collaboratori, puntualmente commentati; acquistano nostalgica vivacità le pagine in cui gli esempi e l’insegnamento di Colombo sono evocati in modo diretto come le famose lucane «sezioni noi» degli Atti degli Apostoli, tanto gli anni e le attività dell’educatore di seminaristi sono riproposti con l’immediatezza di chi ha potuto godere di un’esperienza arricchente, felice e unica.
Ci sono poi pagine in cui viene messo in risalto il talento letterario di Colombo riandando non solo agli anni di docenza in Seminario ma anche a quelli in Cattolica, con riferimenti continui al gusto con cui, anche da anziano, ritornava su autori e scrittori a lui cari, in primis al Manzoni. Proprio nelle sue lezioni scolastiche si scopre il “Cristocentrismo” che alla fine di ogni più compiuta considerazione non va definito semplicemente estetico ma, totale. Seguono pagine di scoperta dell’uomo spirituale che fu il nostro Arcivescovo, quando si viene a parlare di lui come di chi aprì nuove vie nella teologia spirituale con l’interpretazione di vari santi e dei loro movimenti ecclesiali. Qui si svela non solo la fine presentazione della santità altrui, ma si intuisce che prima di indicarla ai discepoli egli la visse e sperimentò in qualche aspetto personalmente. Specie riguardo al “Sacerdozio”, Colombo si rivela formatore serio, sapiente e realistico, dalla idee chiare e precise, sapendo cogliere da scuole spirituali antiche, magari claustrali, ciò che di meglio può servire oggi all’operaio del Vangelo.
In un semplice invito a riscoprire il cardinale Colombo non si può dire tutto. Lo scritto di Biffi, sempre incoraggiato come complice nel bene dall’altro Biffi, il cardinale Giacomo, emerito di Bologna, è di lettura accattivante, perché si aprono a noi squarci di vita diocesana e non, attraenti notizie poco conosciute sull’Arcivescovo, come sono tra l’altro alcuni suoi Diari, lettere e anche esercitazioni poetiche. Il libro è più grosso di un mattone, ma non è un mattone. Buona lettura estiva.