Sirio 26-29 marzo 2024
Share

La morte

«Un atto
di piena fiducia in Dio»

Noi continueremo i dialoghi con lui come invitava a fare Jacques Maritain, nella certezza che i santi in cielo si interessano ancora di ciò di cui si erano incaricati sulla terra

di Marco VERGOTTINI

31 Agosto 2012

Nel febbraio del 2008 mi recai a Gerusalemme dal cardinale Martini per dare realizzazione a una delle sue tante pubblicazioni di scritti e discorsi, frutto della sua instancabile attività di studioso e di pastore. La raccolta di una trentina di interventi metteva a fuoco il pensiero e l’opera di Paolo VI, documentando la stima e la devozione di Martini per la limpidità della testimonianza di fede del papa bresciano, unitamente alla scoperta di una congenialità nel leggere e dischiudere il segreto dell’esistenza umana. La circostanza di ritrovarsi suo successore sulla cattedra di Ambrogio aveva fatto scattare il lui il desiderio di mettersi «alla scuola di Paolo VI», per assimilarne il gusto della preghiera come scoperta dell’intimità con Dio, per imitarne il desiderio di lasciarsi vincere dalla «dolce violenza dell’amore di Cristo», per condividerne la tensione appassionata per la riforma della Chiesa, per sperimentarne l’interiore e criticamente sofferta assimilazione della cultura moderna.

In quell’occasione proprio nell’ultimo periodo del suo soggiorno in Terra Santa, il cardinale accettò di commentare il «Pensiero alla morte» di papa Montini. Ricordo che mi chiese di leggergli a voce alta il testo, mentre egli si concentrava con gli occhi chiusi ad ascoltare la struggente meditazione. Al termine della lettura dettò al registratore una sua riflessione sulla morte come affidamento totale a Dio. Merita ricordarne un passaggio: «Mi impressiona la qualità della sua fede (di Paolo VI), tranquilla e abbandonata a Dio. Mi sento in questo senso assai carente. Io, per esempio, mi sono più volte lamentato col Signore perché morendo non ha tolto a noi la necessità di morire. Sarebbe stato così bello poter dire: Gesù ha affrontato la morte anche al nostro posto e morti potremmo andare in Paradiso per un sentiero fiorito. Invece Dio ha voluto che passassimo per questo duro calle che è la morte ed entrassimo nell’oscurità, che fa sempre un po’ paura. Mi sono rappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle ‘uscite di sicurezza’. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio. Questa fiducia traspare da tutto il testo di Montini. Ciò che ci attende dopo la morte è un mistero, che richiede da parte nostra un affidamento totale. Desideriamo essere con Gesù e questo nostro desiderio lo esprimiamo a occhi chiusi, alla cieca, mettendoci in tutto nelle sue mani».

Al termine della conversazione si trattò di trovare un titolo che rilegasse la raccolta di scritti e il Cardinale senza esitazione scelse Paolo VI «uomo spirituale».  Ora noi, nel momento del dolore per la sua scomparsa, siamo chiamati a trovare per lui una cifra che possa rilegare la sua esistenza di cristiano. Non avrei dubbi nel formulare così: Carlo Maria Martini «uomo della Parola». A conforto di questa scelta, mi pare suggestivo richiamare una “perla del Concilio” ricamata dal Cardinale su una citazione di Dei Verbum 25 che recita: «Stare in contatto con le Scritture mediante un’assidua lettura spirituale e lo studio accurato». Così egli commentava: «La mia esperienza mi ha convinto che la Parola di Dio ha molto da dire alla gente di oggi e di domani. “Lampada per i miei passi è la tua parola– dice ilSalmo – e luce sul mio cammino”. Sono parole che vorrei fossero scritte sulla mia tomba, alle quali credo profondamente, a cui ho dedicato la mia vita: e sono parole che valgono per tutti. Ciascuno può tro­vare nelle pagine della Scrittura una spiegazione profonda su di sé, sui suoi enigmi, sulle sue profondità, sui suoi desideri più intimi, sulla sua missione, sulla sua apertura al futuro, superan­do scetticismo, paura, diffidenza, amarezza, chiusura di cuore. Solo il continuo rinnovato ascolto del Verbo della vita, solo la contemplazione costante del suo volto, permetteranno ancora una volta alla Chiesa di comprendere chi è il Dio vivo e vero, ma anche chi è l’uomo».

Padre Carlo Maria, uomo della Parola, ha avuto il merito di richiamarci il primato dell’evangelo e di divulgarne i suoi tesori, versando nel grembo della Chiesa «una misura buona, pigiata, scossa e traboccante» (Lc 6,38b).

Il Signore lo accolga nella gloria dei suoi santi. Noi continueremo i dialoghi con lui come invitava a fare Jacques Maritain, nella certezza che i santi in cielo si interessano ancora di ciò di cui si erano incaricati sulla terra.

Leggi anche

Fede e società
Carlo Maria Martini

Il rapporto tra la Chiesa
e la “città dell’uomo”

Nel suo ministero l’arcivescovo Martini ha contribuito alla ricerca su alcuni nodi profondi del vivere

di Guido FORMIGONI storico

Il bilancio
martini

Uomo del dialogo e della Parola di Dio

Per 22 anni alla guida della Diocesi di Milano, ha saputo leggere i segni dei tempi e parlare a tutta la città

di Antonio AIRÒ

Senza confini
martini

Un maestro e una guida per l’Europa

Monsignor Aldo Giordano ricorda il ruolo del cardinal Martini nel dialogo ecumenico e non solo

di Maria Chiara BIAGIONI Agenzia Sir

La figura
Untitled-1

«Lampada ai miei passi la tua parola, luce al mio cammino»

Il Cardinale Carlo Maria Martini ha più volte manifestato il desiderio che sulla sua tomba ci fossero le parole del salmo 118 [119]

di Giuseppe GRAMPA

Il successore
tettamanzi martini

L’uomo della Parola offerta a tutti

Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del suo predecessore sulla Cattedra di Ambrogio e Carlo

Ricordo
martini

Il coraggio di credere e di sperare

Il cardinal Martini ha invitato con forza alla necessità di una dialettica interiore tra il credente e il non credente che è in noi...

La dedica
cattedra dei non credenti

Al mio Vescovo Carlo Maria Martini

Come figlio spirituale con queste parole il prete ambrosiano dedicava un volume di commento ai vangeli della domenica

di don Angelo CASATI

La Terra Santa
martini

Il sogno di Gerusalemme

Martini: «Perchè ho scelto di vivere a Gerusalemme? Qui posso dedicare molto tempo alla preghiera. Anzitutto per la Diocesi di Milano che considero ancora la mia Diocesi, la mia famiglia»

La biografia
martini

Carlo Maria Martini:
una vita per la Chiesa

Eletto arcivescovo di Milano il 29 dicembre 1979, viene consacrato in San Pietro da papa Giovanni Paolo II il 6 gennaio successivo; il 10 febbraio 1980 fa il suo ingresso ufficiale nella Diocesi ambrosiana. Ripercorriamo