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Intervista

Tv2000, il tg in onda anche la domenica

Il direttore Morgante: «Offerta informativa rafforzata, ora come un vero servizio pubblico»

di Filippo Passantino

25 Gennaio 2021
Vincenzo Morgante

«La nostra offerta televisiva si rafforza e afferma come un vero servizio pubblico». Così il direttore di rete e del Tg2000, Vincenzo Morgante, commenta al Sir la novità editoriale dell’emittente della Cei di introdurre due nuove edizioni domenicali del telegiornale, in onda dal 24 gennaio, alle 18.30 e alle 20.30, in modo che la sua offerta informativa copra l’intera settimana. «L’informazione di Tv2000 apre stabilmente le porte alla domenica – spiega -. Per noi è un passo storico che abbiamo voluto con convinzione e che è stato possibile grazie al sostegno e alla vicinanza della Conferenza episcopale italiana».

Non è casuale la scelta del 24 gennaio per avviare i due nuovi tg. È il giorno in cui ricorre la festa di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Finora sono state cinque le edizioni quotidiane trasmesse dal lunedì al sabato – con i tre appuntamenti delle 12, 18.30 e 20.30 e i due tg flash delle 8.30 e delle 15.15. Da domenica sarà presentata anche una nuova veste grafica del telegiornale e saranno attivi i profili social su Twitter @tg2000it e su Facebook @tg2000it. Mentre è in corso la rivisitazione del sito www.tv2000.it/tg2000/.

Qual è l’importanza di questa novità?
È un fatto storico per Tv2000. Da tempo si lavorava a non interrompere il flusso informativo la domenica. Farlo era un po’ tradire le attese dei telespettatori che sono affezionati al nostro stile, ai contenuti e alle modalità dell’offerta informativa del Tg2000. Ringrazio per il sostegno il nostro editore, la Cei; per il loro lavoro tutta la squadra straordinaria di giornalisti, di tecnici, di impiegati; e per la determinazione l’amministratore delegato, Massimo Porfiri. In un momento in cui da altre parti si chiude, sia per gli effetti della pandemia sia per una crisi che attraversa tutto il settore editoriale, avere avuto il coraggio di fare un investimento è stato qualcosa di importante. Di questo sono fortemente grato e sento la responsabilità assieme ai miei colleghi. È una novità che chiude l’azione di potenziamento informativo del Tg2000. Nei mesi scorsi avevamo introdotto quotidianamente i tg flash, proponendo adesso, nel corso della giornata, cinque appuntamenti con l’informazione.

Quale sarà invece lo stile della vostra informazione?
Quello di sempre. C’è un’offerta che si arricchisce e dovrà rispettare un patto che io presi con i nostri telespettatori nel momento del mio insediamento e che si inserisce nella linea di chi, nel corso degli anni, mi ha preceduto: una informazione che sia credibile, che sia autorevole, dove non ci sia posto per il chiacchiericcio, per l’aggressività, per le diffamazioni, dove si parla di tutto – dei fatti e dei misfatti -, dove si cerca di individuare anche soluzioni ai problemi, dove si dia voce effettiva alla gente. Vogliamo comunicare attraverso immagini e parole non gridate, ruvide o grossolane. Preferiamo la parola argomentata. Al Tg2000 si trova anche un’offerta per quanto riguarda gli esteri non indifferente. Sono contento anche dei risultati che la scelta di aprire un ufficio di corrispondenza a Gerusalemme ha dato in questo tempo.

Dunque, più informazione per essere sempre più servizio pubblico…
Consapevoli di una identità della nostra emittente ben chiara, abbiamo un editore – i vescovi italiani – che ci consente di operare in un clima di grande libertà, che non è facile trovare da altre parti. Su qualunque tema non ci sono barriere. È chiaro che lo affrontiamo con il nostro stile, con il nostro sguardo. Servizio pubblico significa autonomia, indipendenza, apertura a tutti. Significa attenzione a quelli che commercialmente non rendono. Quelli che i grandi circuiti mediatici trascurano. Tutti a Tv2000 devono poter trovare la loro casa di informazione.

Con il potenziamento dell’informazione quale messaggio volete lanciare ai telespettatori?
Chiediamo ai telespettatori di continuare a fidarsi di noi. Per noi fare informazione è una missione. Ci crediamo molto. Rientra nell’azione della Chiesa essere nel tempo che stiamo vivendo, con il nostro sguardo e con il nostro stile. Vogliamo accompagnare e aiutare le persone a costruire un loro pensiero. Intendiamo dare loro informazioni nella loro essenzialità e nella loro veridicità. In modo che ciascuno si formi in autonomia i propri convincimenti. Sentiamo di far parte fortemente di una comunità. I nostri non sono solo telespettatori o radioascoltatori, per quanto riguarda Inblu radio. Sono membri di una comunità alla quale ci sentiamo di appartenere. C’è una condivisione di valori, di intenti, di obiettivi nel rispetto della dignità della persona. Per noi i telespettatori e le telespettatrici sono innanzitutto persone. Non numeri. Non obiettivi commerciali. Con tutto quello che consegue in temini di rispetto, di attenzione e di cura.

Quali novità, invece, sotto l’aspetto della multimedialità?
Abbiamo lavorato in questi mesi a un piano di multimedialità che è stato varato. Si tratta adesso di definire gli aspetti organizzativi per una messa in pratica. Andiamo verso un’unica grande redazione in cui i colleghi lavoreranno sulle diverse piattaforme: televisiva, radiofonica e digitale. Saremo sempre più sul web, sui social e saremo presenti con un’app che andremo a rimodernare. Con l’umiltà che ci caratterizza, vogliamo dire anche la nostra sulla piazza mediatica del nostro tempo. Sempre nell’ottica di servizio pubblico. A disposizione di credenti e non credenti. Tutti qui devono poter trovare qualcosa che li interessi, li inviti a pensare e li apra al dialogo.